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Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

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Ma gli androidi sognano pecore elettriche? il romanzo da cui è stato tratto il famoso film Blade RunnerCosa dire di Ma gli androidi sognano pecore elettriche? Che alle volte il film è meglio del libro. Occorre fare subito una precisazione: il romanzo di Philip K. Dick non è brutto, anzi, ma non ha la stessa forza di Blade Runner di Ridley Scott, merito di un’ottima regia e dell’interpretazione data da attori come Harrison Ford e Rutger Hauer.
La trama è praticamente la stessa: un gruppo di androidi evasi si nasconde in una città sulla terra e un cacciatore di taglie si mette a dargli la caccia. Essendo l’ultimo modello realizzato, è molto difficile distinguerli dagli esseri umani, se non attraverso appositi test che non sempre però riescono nel loro scopo. I punti di contatto iniziano e finiscono qui.
Nel libro è Rick Deckard a essere colpito dal modo di essere degli androidi e a farsi domande su di essi, mentre nel film il dramma dei replicanti è mostrato da Roy Batty (interpretato magnificamente da Rutger Hauer) sia quando incontra il proprio “padre” sia nello scontro finale con il cacciatore di taglie, dove dimostra di provare empatia verso il nemico (cosa ritenuta non possibile per un androide): solo questi punti rendono il film superiore al libro.
Deckard nel romanzo è un uomo sposato con problemi con la moglie, impegnato a guadagnare per potersi comprare un animale vero, dato che sulla terra ormai è una rarità; grande importanza è dato nel libro a questo punto, dove l’animale non solo è uno status simbol, ma un modo per essere più umani, che li differenzia dagli androidi, perché questi ultimi non hanno l’empatia per potersi curare di loro. La gran differenza che c’è tra libro e film è che nel primo gli androidi sono freddi e privi di sentimenti, mentre nel secondo si avverte con forza la loro carica emotiva e la voglia di vivere: emblema di ciò, come già detto, è Roy Batty, ma anche Rachel, figura romantica e dannata, perché condannata a vivere una breve vita (nel romanzo di Dick è invece un personaggio negativo, che per capriccio uccide la capra di Deckard dopo aver avuto un rapporto sessuale con lui).
Altra differenza tra le due versioni è il mercerianesimo, presente solo nell’opera di Dick, una pratica religiosa che si attua collegandosi a un dispositivo elettronico che fa vivere esperienze “mistiche”: è un elemento importante per la società per dimostrare di avere moralità ed empatia, con Mercer (una sorta di Gesù) che si trova sempre a scalare una faticosa salita e che chi si collega alla macchina vive assieme a lui (per chi volesse approfondire l’argomento, c’è questo articolo). Personalmente, questa parte non aggiunge molto alla storia, ma la religione a un certo punto della vita per Dick è divenuto un elemento importante da usare e affrontare nei suoi lavori, sebbene possa aiutare a capire il senso d’isolamento che provano i personaggi in un mondo in rovina.
Un elemento che pare di secondaria importanza, ma che si è rilevato di grande impatto nella scenografia del film, è stata la pioggia perenne (mentre nel libro la terra è un pianeta desolato dove buona parte della popolazione è migrata in colonie spaziali): essa ha dato una connotazione ancora più cupa, noir e disperata alla storia.
A Ma gli androidi sognano pecore elettriche? va dato il merito di aver ispirato la pellicola di Ridley Scott, ma è molto lontano dall’impatto e dallo spessore che il regista e l’interpretazione degli attori hanno saputo dare. Un libro da leggere se si vuol capire l’origine di uno dei migliori film di fantascienza della storia del cinema, ma non si rimanga delusi se Ma gli androidi sognano pecore elettriche? non è al livello della versione cinematografica.

2 comments to Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

  • Non si può che essere d’accordo. Raramente faccio classifiche e “top ten,” ma sui film una certezza ce l’ho, ed è che Blade Runner è il mio preferito. Il libro l’ho letto parecchio tempo fa, ricordo che feci anche fatica in certi punti, ma posso confermare che non si sente niente dell’atmosfera del film. Né, a mio parere, ha una sua propria forte attrattiva che lo renda un’alternativa.

    • Riconosco che grazie a Dick nel cinema ci sono state opere di livello, parlando di fantascienza: Blade Runner su tutti, ma pure Atto di forza e Screamer – Urla dallo spazio hanno avuto il loro successo. Tuttavia, i suoi libri non mi hanno mai colpito veramente (non che li ritenga brutti, sia chiaro, ma li trovo un po’ freddi e distanti).

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