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L'Ultimo Potere - L'Ultimo Baluardo

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L’Ultimo Baluardo è il racconto che ho proposto per il concorso “Dieci anni dopo” per il numero 7 di Effemme.
Racconto che è servito per mostrare sia il passato di un personaggio secondario presente in L’Ultimo Potere, sia il passato del mondo in cui si svolgono le vicende narrate.
Racconto che molto probabilmente sarà l’ultimo che propongo per la rivista a seguito delle considerazioni sul modo di fare che ho potuto vedere, dato che non è la prima volta che partecipo a tali concorsi; è vero, collaboro con la rivista e diversi sono gli articoli che ho scritto che sono stati pubblicati per essa, ma questo non significa che se c’è qualcosa che non convince non lo dico. Già percepito con Lontano dalla Terra, fortemente consolidata in Il Seme, il dato di fatto ha trovato conferma anche con quest’ultima opera: si ricercano prodotti che non si discostino dalla media letteraria attuale, mentre vengono messi da parte lavori profondi, intelligenti, che fanno pensare per favorire opere che non vanno al di là dell’intrattenimento. Si vuole qualcosa di semplice, che non dia pensieri; il fantastico è solo un mezzo di divertimento, non un potente mezzo che può fungere da specchio della realtà.
Prendo atto di tale realtà, ma questo non significa che ci sia accettazione: alla redazione ho fatto presente questa critica, perché non è accettabile che lavori superiori come stile, intensità, profondità vengano scartati per altri che non sono dello stesso livello. Basta confrontare il vincitore Ibrido di Effemme 5 con Il Seme: si è su due livelli differenti. Quanto scritto viene avvallato da certe risposte avute alle proteste per L’ultimo Baluardo, dove il lavoro viene definito non una porcheria e per il metodo con cui l’opera vincitrice è stata scelta: un giudizio professionale non si limita a considerare solo la piacevolezza del tema, ma tenere conto di altre cose come trama, stile, caratterizzazione dei personaggi.
Di fronte a questo non ci deve lamentare e chiedere perché ci sono tante pubblicazioni di basso livello che intasano le librerie: se non si ricerca il meglio, se si cerca di stare sempre nella media, le cose non cambieranno né miglioreranno mai, come la quotidianità non fa altro che dimostrare, dato che non si fa mai nulla per discostarsi dal solito percorso tracciato, dove non si critica e non si vuole mostrare ciò che è sbagliato e alle conseguenze che questo può portare. Conseguenze dalle quali spesso non si può tornare indietro e che richiedono un prezzo molto salato da pagare.
L’Ultimo Baluardo s’incentra proprio su questo, portando avanti il lavoro già sviluppato in L’Ultimo Potere, mostrare la decadenza di un sistema che è andato in pezzi, dove non si è fatto nulla per migliorarlo, ma che anzi si è contribuito con egoismi, narcisismi, menefreghismi e opportunismi a far peggiorare. Un sistema che ha condizionato le persone (a stare nel sistema si diventa come il sistema) e che si sono lasciate condizionare, adeguandosi senza soffermarsi a pensare se questa era la cosa giusta e quali conseguenze avrebbe comportato. Un non fare e lasciare andare che ha portato alla caduta sia della civiltà costruita generazione dopo generazione, sia dell’integrità dell’individuo, della sua umanità, fino a quando niente ha più valore, neppure la vita stessa. Un lasciar andare, un non opporsi alle vicende in cui s’incorre nell’esistenza, agli stati d’animo che si provano che poco alla volta fa scivolare sempre più giù fino a quando non rimane più niente, solo deserto. Un luogo arido proprio come quello in cui i protagonisti della storia si ritrovano a combattere e a viaggiare: un lungo esodo verso una terra dove poter vivere in pace, dove trovare la speranza di un futuro migliore. Un ripetersi di vicende già conosciute, come la storia non fa che insegnare, perché tutto ciò è parte della natura dell’uomo.
Come sempre il racconto può essere scaricato dalla pagina download.

EDIT. Il racconto è stato inserito all’interno del romanzo L’Ultimo Potere, utilizzato come prologo.

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