L’attacco dei giganti è un manga di Hajime Isayama, la cui pubblicazione in Giappone è iniziata nel settembre del 2009. Dal fumetto è stata tratta una serie televisiva anime, prodotta da Wit Studio in collaborazione con Production I.G, diretta da Tetsurō Araki. Si è in un mondo di stampo medievale, dove le persone vivono all’interno di città circondate da mura alte decine di metri per proteggersi dall’attacco dei giganti. I rapporti con l’esterno sono scarsi, la vita viene vissuta quasi esclusivamente nelle città. Nessuno sa quale sia l’origine dei giganti; quello che si sa è che portano distruzione all’umanità, usandola come cibo. Da cento anni si vive in pace, senza che ci siano stati attacchi, ma essa termina quando fa la sua comparsa un gigante più alto delle mura che apre una breccia per i suoi simili: è il ritorno dell’orrore.
Una storia che ha colpito molto i lettori e che prende ispirazione da varie fonti. La presenza di un “muro di paura” è stata ispirata dall’isolamento tipico della cultura giapponese e dall’infanzia dell’autore: cresciuto in un villaggio circondato da montagne, il suo desiderio era quello di sapere che cosa ci fosse al di là della barriera, proprio come il personaggio principale del manga. La città tedesca di Nördlingen, con le sue architetture medievali e le mura ancora intatte attorno al nucleo storico, costituì una fonte d’ispirazione nella creazione delle mura e dell’ambientazione della serie. Soprattutto, l’idea di base proviene da un episodio occorso ad Isayama all’uscita da un internet point in cui aveva appena lavorato. Quando uno sconosciuto, ubriaco, lo prese per il colletto, l’autore provò «la paura di incontrare una persona con cui non si riesce a comunicare» e si rese conto che «l’essere umano è l’animale più familiare e spaventoso del mondo» (fonte Wikipedia).
Conoscere com’è iniziata la storia porta a fare delle riflessioni sulla vita e sull’uomo, ma dopo aver visto le immagini e conosciuto un poco la trama realizzata da Isayama, viene in mente come L’attacco dei giganti sia una metafora della realtà. Se i protagonisti della storia non sanno nulla dell’origine dei giganti, per i lettori/spettatori può venire subito in mente che cosa i giganti rappresentino: ben presenti da sempre nella storia umana (se ne parla nella Bibbia, nei miti greci, nelle favole), sono archetipo di qualcosa di grande, anche di distruttivo e violento, che schiaccia l’uomo e lo assoggetta ai suoi voleri, proprio come fanno i governi, le multinazionali, le istituzioni.
I giganti, che non sono quelli buoni di certe fiabe, sono i potenti, i politici, gli imprenditori che senza scrupoli calpestano l’umanità e distruggono quanto essa costruisce, la loro esistenza; gli uomini sono per loro semplicemente cibo con cui sostentarsi. Brutali, come se tutto fosse a loro disposizione, avanzano incuranti di quanto travolgono, preoccupati solo di cibarsi. I governi, i grandi gruppi sono così: entrano di prepotenza nelle vite delle persone, violandone la tranquillità, rubandone i sogni, la libertà, facendoli vivere nella paura. Osservando i volti dei giganti, si vede qual è la natura che si nasconde dietro di essi: una fredda, spietata indifferenza, che fa quello che vuole senza scrupoli, perché ha la forza per farlo. Tutte le istituzioni, i grandi gruppi, fanno questo, vogliono inglobare, fagocitare le persone al loro interno per crescere e sostenersi, perché i grandi numeri danno potere: questo è cosa rappresenta il mangiare le persone dei giganti.
Ma l’atto del mangiare non è l’unica somiglianza che si coglie tra i giganti disegnati da Isayama e quelli reali: si osservi il loro sorriso e si veda quanto è duro, spietato e non abbia nulla di umano. Un sorriso che cela la consapevolezza di poter fare della gente quello che si vuole, perché essa è impotente e non può nulla come singolo contro la loro forza.
Gli uomini cercano di difendersi, di costruire mura dietro cui rifugiarsi e trovare tranquillità e sicurezza; per un po’ riescono nel loro intento, ma prima o poi arriva sempre un gigante che spazza via le difese erette e porta di nuovo scompiglio e terrore nella vita, facendo sentire impotenti, in gabbia, senza avere un posto dove trovare riparo.
I giganti possono non avere la forma presentata da miti e favole, ma non sono una semplice invenzione, sono una realtà. Una realtà violenta, crudele, spietata.
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