Le violenze che stanno accadendo ora alle donne (stupri, botte, omicidi) sono qualcosa di allucinante, allarmante e purtroppo sempre più dilagante. Un segnale della totale mancanza di rispetto per loro e per la vita. Purtroppo in giro si sente dire che è qualcosa che c’è sempre stato, che la storia è costellata di stupri e violenze sulle donne, ma una cosa, anche se perpetrata nel tempo, non è qualcosa di normale, a cui ci si deve abituare: una cosa sbagliata rimane sbagliata sempre e comunque, nel passato, nel presente e nel futuro. Si sente anche dire che se gli uomini fanno certe cose è perché sono stati provocati dalla femminilità, dagli atteggiamenti, dal modo di vestire delle donne: un ragionamento assurdo, che dimostra come, in un sistema e modi di fare sempre più folli e degenerati, si voglia far passare per normale ciò che normale non è. Cercare di sminuire un crimine, come spesso si fa in Italia, è qualcosa di totalmente sbagliato. Uomini che commettono simili reati non possono avere giustificazione e vanno condannati.
È facile (o almeno dovrebbe esserlo) giudicare la violenza quando è così immediata; più difficile quando è qualcosa di più sottile. Ci sono violenze verbali, psicologiche che hanno lo stesso potere distruttivo di una violenza fisica: anch’esse sono violenze e le donne le subiscono costantemente.
Ma non sono le uniche a subire simili violenze: ormai tutti nella nostra società le subisco. E le donne alle volte sono le fautrici di queste violenze, perché non esiste un sesso che è carnefice e l’altro che è vittima (anche se certe notizie fanno più scalpore di altre): non è il sesso di una persona che rende carnefice, ma come decide di vivere, quali scelte fa, quale morale (o nessuna morale) vuole seguire.
C’è un brano di Parole di Luce di Brandon Sanderson che fa riflettere su simile condizione:
“Usare un viso affascinante per indurre gli uomini a fare ciò che vuoi non è diverso da un uomo che usa i muscoli per costringere una donna a fare come vuole lui. Entrambe le cose sono spregevoli e verranno meno con il passare dell’età.” (1)
Alcuni potrebbero obiettare che si tratta di due cose differenti, che non c’è paragone, che non si possono mettere sullo stesso piano. Alcuni potrebbero obiettare che nel caso delle donne si tratta d’intelligenza (a differenza degli uomini che sono considerati brutali a usare la forza fisica), perché usano le proprie caratteristiche per emergere, perché debbono fare così perché altrimenti verrebbero schiacciate in un mondo forte, loro che sono deboli e debbono fare in un qualche modo per riuscire a prevalere. Ma questo è un ragionamento offensivo, che manca di rispetto all’individuo, perché prima di essere uomini o donne si è individui, e di questo spesso ci si dimentica. La verità è che tutto ciò che spinge a far fare qualcosa all’altro contro la sua volontà, in qualsiasi forma esso si presenti, è da considerarsi una violenza. Su questo bisognerebbe riflettere e prendere coscienza.
1. pag. 255 di Parole di Luce. Brandon Sanderson. Fanucci 2014
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