Terzo volume del ciclo La Terra Morente di Jack Vance, La Saga di Cugel riprende da dove si era concluso il romanzo precedente, con Cugel seduto su quella spiaggia in cui era già arrivato una volta a causa del mago Iucounu il Beffardo e ritornatoci per aver voluto fare il furbo e cercare rivalsa su chi era stato causa delle sue disavventure (anche se l’unico colpevole in realtà è se stesso).
Di nuovo si ritroverà a intraprendere una lunga odissea per ritornare ad Almery, impegnato in scavi per trovare rare (e anche pericolose) scaglie appartenenti a potenti creature, viaggi per mari su navi trainate da grossi vermi, cave dove si estraggono grossi blocchi per creare colonne dove la gente possa stare più vicina al sole in una gara continua per avere uno status sociale migliore, carovane composte da strani personaggi (e pure una nave volante) e fiere delle stranezze. Il tutto sempre condito dai suoi scaltri (si fa per dire) raggiri e da un corollario di personaggi intenti sempre a cercare di fregare il prossimo.
Lettura che scorre agevole e gradevole, dando conclusione alle avventure di Cugel (con un finale meno amaro del precedente), il romanzo mostra ancora una volta, con il tono ironico tipico di Vance, un mondo decadente, privo di morale, dove l’unica cosa che conta è l’opportunismo. Anche se scritto nel 1985, La Saga di Cugel sembra essere un romanzo scritto al giorno d’oggi, che prende spunto e si fa specchio della società attuale.
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