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La guerra dei giganti di Stephen R. Donaldson

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La guerra dei giganti di Stephen R. DonaldsonLa guerra dei giganti è il secondo volume di Le Cronache di Thomas Covenant l’Incredulo scritto da Stephen R. Donaldson. Covenant è tornato sulla Terra dopo il viaggio inaspettato nella Landa, ma ritiene che sia stato tutto un sogno causato dall’incidente avuto con l’auto della polizia; un sogno strano, ricco di personaggi e prodigi, ricco di magia, dove il tempo è trascorso in maniera diversa; il suo tempo nella Landa è stato di diverse settimane, mentre sulla Terra sono trascorse solo poche ore (il periodo in cui è stato incosciente). In quel mondo fantastico, incredibilmente, era tornato a essere sano, guarito completamente dalla lebbra; ma quando ritorna sulla Terra, la malattia è di nuovo presente. Come ben presenti sono le persecuzioni che la gente del luogo perpetra ai suoi danni, non volendo avere a che fare con lui, nemmeno che si avvicini al paese, ai luoghi di ritrovo; Covenant viene minacciato, la sua proprietà subisce gravi atti di vandalismo. La gente vuole far sì che sia segregato nella sua casa e non ne esca mai, la sua sola presenza un insulto alla comunità. Subendo l’ondata d’odio di una comunità bigotta e ipocrita, che aborrisce il debole e il malato, Covenant scivola in una disperazione sempre più cupa, fino a quando la moglie, che lo aveva abbandonato all’insorgere della malattia, lo cerca nuovamente per telefono. Ma proprio quando sta per rispondergli, viene richiamato nella Landa, dove sono trascorsi decine di anni: lì, Covenant, oltre ad avere di nuovo un ruolo centrale nella lotta contro lo Spregiatore e i suoi servi, dovrà fare i conti con il lascito delle sue azioni passate. Un lascito di dolore, rancore, vite rovinate che gli fanno vivere un senso di colpa che mai lo lascia, perché sa che non può porre rimedio a quanto fatto. Eppure c’è anche chi non lo odia, ma lo rispetta e lo ama: è il caso del saggio Signore Mhoram e dell’Alto Signore Elena, figlia della violenza perpetrata da Covenant alla madre Lena.
Ma Covenant non è l’unico uomo proveniente dalla Terra: questa volta c’è anche Hile Troy, evocato per sbaglio da Atiaran, madre di Lena, quando ha cercato di evocare l’Incredulo. Hile Troy, a differenza di Covenant, crede fermamente nella Landa e farebbe di tutto per salvarla, perché essa gli ha concesso la vista, lui che mai ha potuto vedere in vita sua, dato che è nato privo di occhi.
Fin dal suo arrivo la situazione risulta drastica. Nonostante la conquista dello Scettro della Legge e del ritrovamento del Secondo Libro di Kevin, le cose volgono al peggio: i Giganti sono perduti, l’esercito dello Spregiatore avanza senza posa ed è più grande di quanto si potesse immaginare, costringendo Troy, il Bargello della Legione, ad attuare un piano disperato. Come disperata è la decisione presa dall’Alto Signore Elena quando con Covenant segue il misterioso Amok alla ricerca del Settimo Libro. Ma non è nella disperazione che va ricercata la forza per combattere lo Spregiatore, come riesce a capire Covenant; comprensione che però non riesce a evitare lo svolgersi di certi eventi.

Romanzo che presenta influenze tolkeniane (l’amore per i cavalli, la foresta che sconfigge l’esercito dello Spregiatore per le ferite che per anni le ha inferto, i Giganti esuli che vogliono riattraversare il mare per ritornare alla loro patria, il rispetto e la preservazione della natura), La guerra dei giganti vede la trama svilupparsi seguendo le vicende di Covenant e Troy, due punti di vista completamente diversi: da una parte l’incredulità più totale, dall’altra la fede più ferrea. Ancora una volta si gioca sul fatto che la Landa sia qualcosa di reale o immaginario, frutto dei sogni e della fantasia inconscia di Covenant; nemmeno la presenza di Troy aiuta a chiarire questo punto, dato che potrebbe essere una proiezione inconscia della parte di Covenant che vuole credere nella realtà della Landa e della possibilità di speranza e salvezza che può donare.
Covenant non è un eroe e questo lo si era già capito, ma in questo romanzo appare più vittima, più mezzo usato dallo Spregiatore per giungere alla caduta della Landa, perché, non va dimenticato, la prima volta che venne chiamato nella Landa fu per opera di Droll Scavaroccia su suggerimento dello Spregiatore. Quindi in Covenant c’è il seme della distruzione di quella bellissima terra e lui giunge a capirlo quando scorge l’odio celato nella figlia Elena, vede l’impulso distruttivo, il suo essere attratta dalla disperazione (in cui crede ci sia una grande forza) che farà fare una scelta sbagliata e deleteria per l’intero mondo. La violenza che vede in Elena è la violenza che lui ha fatto alla madre e in un qualche modo si è trasmessa alla figlia: è il frutto della macchinazione ordita dallo Spregiatore (che tutto distorce e contamina) e che sta venendo alla luce sempre più con forza.
La guerra dei giganti è un volume più epico del precedente, ma anche più psicologico e oscuro (per esempio il rapporto incestuoso tra Elena e Covenant, ma non è qualcosa voluto dall’uomo, che resiste e rifiuta le offerte della donna), con Donaldson che riesce a creare un connubio tra elementi classici d’evocazione tolkeniana ed elementi di denuncia sociale, conflitti interiori che rasentano un’analisi di psicologia, dando vita a un confine dove non si riesce a capire se quanto raccontato è davvero un’altra realtà o semplicemente un’invenzione della mente per affrontare una situazione difficile, piena di sofferenza. Solitamente il libro di mezzo di una trilogia è quello più “debole”, ma in questo caso, almeno personalmente, La guerra dei giganti è il volume migliore della serie.

Piccola nota personale. Donaldson è un autore ben conosciuto all’estero, che ha avuto influenza su scrittori come Steven Erikson; un autore non immediato, non certo commerciale, capace di creare qualcosa di sottile e per questo, probabilmente, in Italia non apprezzato come avrebbe dovuto. Eppure ha lasciato il segno in chi l’ha letto e in altri autori, come già detto. Quanto segue è una semplice osservazione personale, della quale non si hanno riscontri, eppure è forte la sensazione che anche Terry Brooks abbia preso diverse cose dai suoi scritti (La guerra dei giganti è stata pubblicata in America nel 1977, mentre le opere di Brooks sono successive). Ho notato che in La regina degli elfi di Shannara (1992) praticamente c’è una scena identica a La guerra dei giganti. C’è il gruppo che fugge da una terra dove tutto è ostile e decide di usare il fiume per allontanarsene: costruiscono una zattera con delle corde e la usano per navigare. Il fiume è impetuoso, la navigazione è difficile. La zattera viene colpita e scagliata in alto dal fiume, poi subito dopo è attaccata da una grossa creatura che getta il gruppo in acqua. C’è una feroce battaglia tra i flutti dove uno del gruppo muore (una Guardia del Sangue per Donaldson, un Elfo Cacciatore per Books). Altra scena presa dal romanzo di Donaldson si riscontra in Le pietre magiche di Shannara (1982): un piccolo gruppo si reca tra montagne pericolose, si inoltra al loro interno attraverso sentieri impervi per giungere, dopo aver attraversato una cascata, all’interno di una grotta dove è custodito il potere cercato per salvare il mondo e le persone dalla minaccia del nemico (per Donaldson è il Sangue della Terra, per Brooks è il Fuoco di Sangue). Altra scena riscontrata in Le Pietre Magiche (e posta come in La guerra dei giganti nella parte finale del romanzo) è quando Amberle paga il prezzo per salvare il suo popolo e viene tramutata in albero: cambia il sesso del personaggio, ma il sacrificio per la salvezza altrui è praticamente lo stesso ed entrambi i personaggi, nella loro nuova vita, avranno il compito di preservazione e servizio della terra.
Ormai si è scritto di tutto ed è molto probabile scrivere qualcosa di già visto e far sì che sia molto simile, ma in questo caso si ha la sensazione che Brooks si sia rifatto a Donaldson: troppe similitudini. Sarà una coincidenza, ma non ne sono del tutto convinto.

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