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Il Cavaliere della Rosa Nera

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Il Cavaliere delLa Rosa NeraAcquistai Il Cavaliere della Rosa Nera di James Lowder appena uscì, nei primi anni del Duemila, quando c’era la vecchia Armenia (guardando all’interno del libro non c’è il periodo di pubblicazione, come succede nella maggior parte dei casi, ma facendo una ricerca in rete si scopre che era il 2003), perché l’ambientazione di Ravenloft mi aveva sempre affascinato e Lord Soth era una figura oscura ma allo stesso tempo affascinante; c’erano tutti i requisiti per una buona lettura. Invece, dopo poche pagine, deluso dalla scrittura dell’autore, mollai il libro, ritenendo che una simile figura come quella del Cavaliere della Morte meritasse di più.
Sono passati più di vent’anni da allora e complice un video visto su youtube che parlava di Strahd von Zaravich ho deciso di riprendere in mano il volume: l’impressione sulle prime pagine lette non è cambiato, il livello di scrittura è basso (anche se ho letto di peggio) e le vicende di Lord Soth non mi hanno entusiasmato, perché raccontate in un modo quasi stereotipato (il cattivo che fa cose cattive e dice cose cattive, che sono quasi scontate). Questo almeno finché Lord Soth rimane su Krynn: nel momento in cui le nebbie lo carpiscono e lo portano su Ravenloft le cose (fortunatamente) migliorano.
Ma andiamo con ordine. Lord Soth fa la sua prima apparizione nella saga Dragonlance nel romanzo I draghi dell’alba di primavera (terzo volume di Le Cronache di Dragonlance), alleato della Signora dei Draghi Kitiara; Soth è un Cavaliere della Morte, maledetto per le sue scelte e per aver buttato via la sua ultima possibilità di redenzione. Un tempo Cavaliere della Rosa di Solamnia, perse la sua virtù quando s’invaghì di una giovane sacerdotesssa elfica cui salvò la vita; fatta sparire la moglie grazie a Caradoc, suo fidato sottoposto, Soth potè giacere con lei e sposarla. Ma le sue azioni furono scoperte, venendo condannato per il gesto, spogliato del suo rango e cacciato dall’ordine dei Cavalieri di Solamnia. Capendo quanto era caduto in basso, assieme alla nuova moglie, pregò gli dei in cerca di redenzione: Paladine gli rivelò che l’unico modo era fermare il Grande Sacerdote prima che su Krynn si scatenasse la punizione divina e che nel tentativo avrebbe perso la vita. Per ritrovare il suo onore, Soth accettò, ma mentre andava a fermare il Grande Sacerdote, le altre sacerdotesse elfe cui aveva salvato la vita, non perdonandogli quanto fatto alla compagna, gli avvelenarono l’animo con la gelosia, facendogli credere che la moglie lo tradisse. Soth tornò al suo castello, proprio mentre il Cataclisma si abbatteva su Krynn; mentre la moglie e il bimbo neonato morivano tra le fiamme, l’elfa lo maledisse: Soth non morì, condannato a una non vita dove non c’era pace, dove gli restava solo l’armatura bruciata (l’armatura con il simbolo dell’Ordine della Rosa cui apparteneva divenne nera, facendolo così conoscere come il Cavaliere della Rosa nera), un castello maledetto abitato da servitori non morti e spiriti che lo perseguitano per le sue scelte scellerate.
Passati più di trecento anni da quel nefasto evento, Lord Soth ritrova interesse per la vita e per una donna con Kitiara, Signora dei draghi e servitrice della dea malvagia Takhisis, volendola fare diventare sua compagna immortale una volta morta. La possibilità si presenta quando la donna muore durante il tentativo di conquista della città di Palanthas; mentre Soth porta il corpo di Kitiara nel suo castello, Caradoc, che ora è un fantasma, si reca nell’Abisso per recuperare la sua anima, così che Soth possa farla tornare come non morta. Se non fosse che Caradoc tradisce Soth e questo porta a uno scontro tra i due; le nebbie giungono e portano i due lontano da Krynn, facendoli giungere a Ravenloft.
Queste sono le prime cinquanta pagine di Il Cavaliere della Rosa Nera (il prologo riassume le sue vicende mortali in pochi fogli, mentre le pagine successive raccontano le vicende tra l’assalto a Palanthas e l’arrivo a Ravenloft): il modo in cui sono scritte fa un poco alzare le sopracciglia e le vicende non colpiscono più di tanto (forse perché le si era già lette in altre parti, il già menzionato I cavalieri dell’alba di primavera e il manuale di Ravenloft), ma fortunatamente, da questo punto in avanti, le cose migliorano, sia a livello di scrittura, sia a livello di eventi. Sia chiaro: non si è davanti nulla di trascendentale. Tuttavia, la lettura diventa più godibile e si è spinti ad andare avanti (e non come prima a mettere da parte il libro).
Giunto a Ravenloft, Soth pensa di essere finito nel regno dell’alleato tanar’ri di Caradoc (il siniscalco gli aveva fatto credere che l’amuleto contenente lo spirito di Kitiara fosse in in mano di quella creatura), ma presto si ritrova a costatare che così non é; viene attaccato da un gruppo di zombie, ma poi l’attacco cessa e le creature gli fanno capire che devono seguirlo, pronunciado una sola parola: Strahd.
Soth apprende di più su questo misterioso personaggio grazie all’incontro con un gruppo di Vistani (zingari che vivono a Ravenloft); tuttavia, preso da uno dei suoi frequenti attacchi d’ira, praticamente uccide tutto il gruppo, tranne la giovane Magda, che usa da guida per raggiungere il castello di Strahd, signore di quelle terre. Come scoprirà, Strahd è un non morto come lui, solo che è un vampiro, dotato oltretutto di poteri magici pari se non superiori a quelli di Soth. Seppure ci sia tensione tra i due, e lo scontro sia sempre sul punto di scoppiare, Strahd decide di non farselo nemico, ma di usarlo come pedina per i suoi piani, rivolgendolo contro uno dei suoi nemici, Gundar, anch’egli un vampiro.
Soth, Magda, cui si unisce anche Azrael, un nano con la capacità di mutarsi in un licantropo dalle sembianze di tasso, decide di assecondare Strahd purché questo gli permetta di raggiungere il portale per lasciare quelle terre maledette e ritornare su Krinn, dove continuare la ricerca dell’anima di Kitiara che gli permetta di riportarla come non amorta e averla come sua compagna.
Non ci si sta a dilungare su tutte le vicende cui il Cavaliere della Morte andrà incontro (si può però intuire che saranno vicende violente e sanguinarie), ma esse mostreranno come Soth diventerà uno dei signori di Ravenloft; il che non sorprende, dato che si sta parlando dei Domini del Terrore, terre dove le maledizioni la fanno da padrone.
Sinceramente, visto come era iniziato, pensavo peggio di Il Cavaliere della Rosa Nera e devo dire che mi sono dovuto in parte ricredermi, non abbastanza però da cercare di recuperare i seguiti di questa serie di libri dedicati al mondo di Ravenloft.

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