Se si è notato, in questi ultimi anni si ha la tendenza a volgere lo sguardo al passato. Se si fa caso ascoltando la gente, in più di un’occasione si osserva che i discorsi vertono su esperienze passate, non su quello che si sta facendo o sui progetti che si stanno sviluppando per costruire il futuro.
Ma non è solo nei discorsi della gente che il passato prevale sul resto: esso, se ci si è fatto caso, predomina anche in film, serie televisive, libri. Non si tratta solo, come sta succedendo per esempio nella televisione italiana, di riproporre prodotti realizzati tanti anni fa (non solo per farli conoscere alle nuove generazioni, ma anche per “rifar sognare” coloro che li avevano apprezzati quando uscirono), ma di farne dei remake che gli danno una nuova veste mantenendo praticamente lo stesso copione originale (film e serie televisive in questo la fanno da padroni).
Mancanza d’idee o nostalgia del passato?
Entrambe le cose.
Che ci sia poca innovazione e poca ricerca di cose nuove è un fatto; è vero che è stato realizzato tanto ed è difficile creare qualcosa di diverso da quello già visto, ma non ci si sforza nemmeno, non si prova a dare il vita a qualcosa di vivo, che inneschi pensieri che volgano alla ricerca di qualcosa di diverso dal conosciuto, che facciano sorgere pensieri nuovi. Un po’ perché è facile stare nel conosciuto, è confortante ritrovarsi in copioni, atmosfere, già conosciute: alla maggior parte delle persone non piace cambiare e preferisce restare entro schemi già visti e vissuti. Un po’ perché non si vuole rischiare e si punta a ricalcare le orme di prodotti che hanno avuto successo per andare sul sicuro e avere un guadagno quasi sicuro; il denaro domina ormai su tutto (lo è stato fin dalla sua comparsa, ma ora le cose si sono accentuate, se non esasperate) e nel mercato il guadagno è l’unica cosa che conta.
La nostalgia di cose che hanno fatto provare emozioni è un fattore naturale ed è normale che si provi piacere nel rivedere film o rileggere libri legati a un particolare periodo della propria vita; il ricordo è qualcosa d’importante, che va preservato, ma che però, come tutte le cose, deve essere vissuto con equilibrio perché non diventi la totalità.
Ed è qui che bisogna soffermarsi e capire perché si volge tanto lo sguardo al passato: il presente non è bello e il futuro lo appare ancora meno, quindi si preferisce trovare un rifugio che protegga da uno spettacolo che ferisce, alla ricerca di qualcosa di buono, qualcosa di migliore che aiuti a sopportare l’esistenza e ad andare avanti. Ma rifugiarsi nel passato, nei sogni trascorsi, non cambierà il presente. Potrà sembrare che le cose per un po’ vadano meglio, ma si tratta solamente di un’illusione. E prima o poi, la verità solleverà il velo e si mostrerà.
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