Ieri sera si è svolta la finale di Coppa Italia: a prescindere dal risultato, quello interessa a chi è tifoso, è stato un bel momento vedere più di settantamila persone unite nell’intonare l’inno italiano, un coro capace di sovrastare la voce della cantante amplificata dagli altoparlanti.
Forse s’è trattato di un evento preparato, dato che quest’anno si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia, una bella coreografia per un evento sportivo e mediatico; ma per un attimo mi piace pensare che sia stato un piccolo segnale per cambiare uno stato di divisione che permea il paese, dove ognuno pensa solo al proprio interesse, dove c’è lassismo, egoismo e menefreghismo. Forse si tratta solo di un’illusione, ma mi auguro che sia un’avvisaglia di qualcosa che si sta risvegliando, dell’arrivo di un cambiamento migliore per le persone. Tutte, non solo alcune come si è fatto finora.
Un gesto che voglio sperare importante non solo per le lotte di più di un secolo fa, perché il passato ha la sua importanza (va ricordato ma soprattutto compreso, come dice Val), perché la memoria dice gli errori da non ripetere e quanto di buono costruito per non partire sempre da zero, ma soprattutto perché è uniti che si ha forza e si possono cambiare le cose, ottenere risultati duraturi. Alla faccia di chi vuole dividere, spezzare, frammentare.
Sì, di fronte alla palude in cui si è sprofondati, pieni di putridume, fango e guano, per qualche istante voglio credere di sentire l’odore di fiori e fresche vallate.
L’ho sentito anch’io l’inno (la partita invece…beh mi sono addormentata dopo il primo gol 😉 )ed è stato davvero bello, almeno per qualche minuto, sentirsi tutti uniti. E anch’io, come te, mi abbandono alla speranza di una nuova primavera.
Speriamo e diamoci da fare 🙂