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Esagerazione e sensazionalismo

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Se si osserva, stiamo vivendo un periodo dove esagerazione e sensazionalismo la fanno da padroni, dove tutto viene portato all’eccesso; usando un modo di dire abbastanza diffuso “viene pompato di brutto”. Anche le cose più normali devono essere esaltate, come se fossero qualcosa di straordinario, fuori dal comune. In questa società si ha un forte desiderio d’esaltazione, probabilmente perché non c’è nulla di cui esaltarsi davvero, dove c’è tanta mediocrità, cercando di sfuggire a una realtà che spesso ha ben poco di buono di cui rallegrarsi.
Se si è posta attenzione, si sarà potuto vedere che in qualsiasi contesto c’è un abuso del termine “incredibile”. Tutto è incredibile: un goal, un piatto cucinato, una foto, una notizia.
Si usano molto i superlativi, i fatti vengono riportati come se fossero i più grandi eventi verificatisi (si sente spesso dire “l’estate più calda dall’anno 18XX” oppure “l’inverno peggiore dal 18XX”, “un temporale mai visto”, per fare alcuni esempi).
Questo può essere un modo per attirare l’attenzione delle persone su certi elementi e avere un maggiore seguito (trasmissioni televisive), per far aumentare le vendite (quotidiani, libri, abbonamenti tv), per ottenere consensi (i politici che magnificano quanto fatto): tutto si riduce alla fine a cercare d’ottenere grandi numeri e questo significa maggior potere, condizionamento, soldi. Oppure può essere un modo per distogliere l’attenzione da cose che si vuole che non siano viste, che non vengano scoperte, non vengano approfondite. E si può dire che la cosa funziona, dato che la maggior parte delle persone non vuole vedere le cose che non vanno di una realtà tutt’altro che piacevole: la gente ha bisogno di credere nelle illusioni che vengono create per condizionarla, perché ricerca e ha bisogno di consolazione, ha bisogno di quell’aura da sogno che la tenga in una sorta di sospensione della realtà, non facendola pensare, non facendole prendere coscienza di ciò che le sta intorno.

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