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Città delle illusioni

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Ursula K. Le Guin ha sempre affrontato nei suoi romanzi temi universali che riguardano l’uomo e critiche rivolte ai sistemi e alle società. Città delle Illusioni non fa certo eccezione.
Attraverso Falk, alieno ma con caratteristiche molto simili alla razza umana, mostra la ricerca dell’individuo sulle proprie origini, su chi è, dove sta andando. Finito sulla Terra, si ritrova a vagare su di essa completamente privo di memoria, come se fosse un bambino appena nato; non è un caso che l’inizio della storia lo trovi in una foresta, luogo iniziatico dove l’individuo vi si aggira alla ricerca di se stesso, della sua vera natura. Quando riesce a uscirne, viene accolto da una piccola comunità d’esseri umani che vive distaccata dalle altre, come d’altronde lo sono tutte: tante isole sparse per il mondo che non hanno contatti le une con le altre, isolate, ignare di ciò che accade nel resto del pianeta: ciò che si sa è frutto di miti, di storie antiche, di frammenti di storia. L’umanità è stata conquistata da una razza aliena, gli Shink, che li ha spezzati e divisi per poterli dominare.
Nella diffidenza che possa essere uno di loro, Falk viene accolto e gli viene trasmessa la loro conoscenza, ma presto in lui sorge la necessità di scoprire quel passato di cui non ricorda nulla, di cui è stato privato, e parte alla ricerca della propria verità. Si trova così ad affrontare un viaggio solitario in un mondo sconosciuto, che gli mostra come l’umanità si sia imbarbarita e viva nella paura e nel sospetto, le armi migliori degli Shink, che in questo modo li tengono sotto controllo senza dover usare la forza. In mezzo a tutto questo Falk mantiene la sua integrità, il suo voler essere fedele alla sincerità ed è questo che gli permette da solo di riuscire nella sua ricerca. Perché la ricerca della verità è qualcosa che si può fare solamente da soli e ognuno deve scoprire la propria, perché non ne esiste una assoluta, anche se c’è chi cerca di farlo credere e nel tentativo di farlo è capace di stravolgerla e di usare l’inganno, la menzogna, al punto che risulta difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.
Come si vede, i temi trattati da Ursula K. Le Guin sono universali, sempre attuali: basta semplicemente osservare la situazione e il modo di fare dell’Italia, dove le classi di governo non hanno fatto altro che intorbidire le acque per non far capire dove stavano i torti e le ragioni. Un modo di fare atto a voler dimostrare che tutti sono sporchi, che non esistono innocenti e pertanto non esistono colpevoli. Tutto questo sistema è la ben conosciuta e congeniata macchina del fango, utilizzata per non far capire qual è e dove sta la verità: in tal modo, la gente, non essendo più in grado di distinguere nulla, rimane immobile a non fare niente, presa da dubbi e incertezza, e in questo modo chi è al potere può ancora mantenerlo e continuare a fare liberamente ciò che ha sempre fatto. Ma la verità può essere ritrovata: basta applicarsi, impegnarsi, scavare, fare domande e non accettare tutto quello che viene propinato, dubitare di chi è al potere e usa le parole per perpetrare i propri fini.
Per questo la lettura e soprattutto certi testi sono importanti: perché permettono di essere consapevoli della realtà e dei meccanismi attuati dall’uomo per scopi personali.

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