Al tempo di papà è una graphic novel di Jiro Taniguchi e vede come protagonista Joichi, personaggio già incontrato nel racconto Allevare un cane.
Le vicende narrate in Al tempo di papà si svolgono qualche tempo prima dei fatti narrati nel racconto, con Joichi che ritorna nella città in cui è nato, dopo un’assenza di quindici anni, per presenziare alla celebrazione funebre del proprio padre. Un allontanamento volontario, con Joichi che ha troncato i rapporti con il padre dopo che lui ha divorziato dalla madre quando era ancora piccolo. La mancanza di dialogo tra i due ha creato una distanza insormontabile, cui il protagonista ha reagito allontanandosi da casa appena ha potuto andare all’università e divenire indipendente. Durante la veglia funebre, parlando con parenti e conoscenti, Joichi scopre molte verità su suo padre e la sua famiglia, rendendosi conto che di lui non sapeva nulla e che l’ha giudicato ingiustamente: è soprattutto lo zio Daisuke, il fratello della madre, a fargli rendere conto di una realtà cui era all’oscuro.
Attraverso il racconto dei parenti, vengono mostrati gli ultimi momenti di vita del padre, malato di cuore, e il suo passato. Così Joichi scopre che il matrimonio tra il padre e la madre era stato ostacolato dai genitori di lei perché volevano che sposasse un altro; ricorda Ciro, il primo cane avuto e lo spaventoso incendio che distrusse la sua casa, insieme a più della metà della cittadina di Tottori; qui viene a sapere che fu il padre, e non lo zio, a salvare Ciro dalle fiamme.
L’incendio fu l’evento che distrusse il matrimonio dei suoi genitori. I nonni materni gli prestarono i soldi per ricostruire la casa e questo fu un grosso peso per il padre che, per estinguere il debito, prese a lavorare ininterrottamente: il suo senso del dovere e il suo orgoglio non gli permisero di fare diversamente. Questo allontanò la moglie da lui, che presto andò a vivere con il maestro di musica dei figli, lasciando da sola tutta la famiglia.
Joichi, all’oscuro di queste cose, visse il trauma dell’abbandono con sofferenza, chiudendosi in se stesso e concentrando tutte le sue energie nella scuola, soprattutto nel club di atletica, almeno fino a quando un infortunio non lo costringe a lasciarlo. A quel punto, l’unica possibilità che ebbe di andarsene da casa, il desiderio cui più tiene dopo il divorzio dei suoi genitori, è terminare il liceo per poi trovare un’occupazione. Nemmeno Koro, il cane trovato dopo la morte di Ciro, lo aiuta a sentirsi parte della famiglia, soprattutto dopo che il padre si risposa. Il regalo dello zio Daisuke, una macchina fotografica, è la ragione per andarsene di casa: infatti, solo a Tokyo c’è l’università che gli permette di studiare fotografia. Joichi lascia così la casa paterna per seguire la sua strada, lasciando che sia la sorella a ereditare l’attività di barbiere del padre; un tagliare i ponti con un passato e una famiglia che vedrà solo in poche occasioni.
Le parole dello zio Daisuke gli rivelano che il padre ha atteso sempre il suo ritorno, fino alla morte, proprio come ha fatto il cane Koro, e lo toccano in profondità: Joichi, per fuggire dal suo dolore, li ha entrambi abbandonati. Costata così che il suo rancore per la separazione dei genitori (tutto dovuto a causa di sua madre che voleva una vita più spensierata) non gli hanno permesso di vedere la dolcezza di suo padre e che anche lui soffriva per la lontananza che si era creata tra loro, rendendosi conto che erano molto simili.
Questa esperienza lo rasserena, facendogli comprendere la fortuna di avere un paese natio cui tornare.
Al tempo di papà è un’opera densa, dolce e toccante, disegnata e sviluppata con grande maestria da Jiro Taniguchi; un viaggio nel passato che porta alla comprensione, ad affrontare aspetti della vita che si erano dimenticati o si era voluto accantonare per proteggersi, per mitigare la sofferenza provata. Un viaggio che fa riscoprire le proprie origini e fa accorgere che non si è gli unici a soffrire, e in qualche modo affrontare il conflitto psicologico che alle volte si crea tra genitori e figli. Ma Al tempo di papà vuole anche essere un omaggio al proprio paese natale e al legame che lascia in ciascuna persona. Un’ottima lettura, che si consiglia di fare.
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