
E’ ancora recente il ricordo della tragedia della Lufthansa, dove il pilota Andreas Lubitz si è suicidato portando con sé tutte le persone a bordo dell’aero. Un gesto mosso da disperazione e problemi personali che per lui non potevano trovare soluzione se non in una maniera eclatante. Proprio come ha deciso di fare D.O.Guerrero, imprenditore edile in grosse difficoltà economiche, che non vede altra soluzione ai suoi problemi se non quella di un gesto disperato: farsi saltare durante un volo diretto a Roma, facendo precipitare l’aereo sull’oceano in modo da non lasciare tracce e far sembrare tutto un incidente, così che l’assicurazione sulla vita dia i soldi alla moglie per la sua morte.
Un gesto che cambierà la vita di molte persone, facendogliela vedere in modo diverso, ma soprattutto conferendogli una piega diversa. In una situazione già tesa, il direttore dell’aeroporto, Mel Bakersfeld, deve far fronte a una tempesta di neve che si è abbattuta sull’aeroporto Lincoln dell’Illinois, oltre a un comitato di protesta della cittadina vicina per il troppo rumore dei velivoli e al rapporto teso con la moglie che pretende che lui metta le sue esigenze al di sopra di tutto per risaltare in società. Suo fratello Keith, radarista, logorato dal senso di colpa per un incidente aereo di cui si sente responsabile e da un lavoro che sempre più odia, deciso a porre fine a una situazione che ormai non regge più. Il comandante Vernon Demerest, alle prese con la relazione con la giovane hostess Gwen e la decisione se tenere o no il bambino che stanno aspettando. Ci sono poi il responsabile Joe Patroni impegnato a liberare una pista da un aereo impantanato, un’arzilla vecchietta che viaggia a sbafo e l’impiegata Tanya impegnata a far fronte e coordinare i vari problemi tra personale e passeggeri.
Con Aeroporto, Arthur Hailey crea nel 1968 un romanzo teso e avvincente, coinvolgente, che sembra quasi ricalcare un evento avvenuto poi nella realtà decine di anni dopo la realizzazione dell’opera, purtroppo con un esito ben diverso da quello che aveva immaginato.
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