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Berserk - La seconda serie animata

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La seconda serie animata di BerserkA distanza di quasi venti anni dalla prima serie animata di Berserk (era il 1997), nel 2016 ne è stata realizzata una seconda che praticamente parte da dove l’altra era terminata, ovvero da dopo l’Eclissi, con Gatsu che è ormai diventato il Guerriero Nero ed è in caccia degli Apostoli e della Mano di Dio per vendicarsi; di quello che è avvenuto durante il sacrificio ci sono solo alcuni frammentari flashback che mostrano il fato in cui sono incorsi Gatsu, Caska e i suoi compagni. Per chi non avesse letto il manga di Berserk, anche in questo caso è difficile capire come il protagonista e la sua compagna sono riusciti a sopravvivere, dato che non viene mostrato il provvidenziale intervento del Cavaliere del Teschio che li salva da morte certa. Altra scelta che lascia perplessi è quella di narrare gli eventi partendo da quanto visto nel primo numero del manga: o si faceva una serie nuova, oppure, se si voleva partire da dove l’altra si era fermata, avrebbe avuto più senso cominciare con Gatsu portato dal Cavaliere del Teschio dal fabbro Godor, punto in cui viene in possesso dell’Ammazzadraghi e comincia il suo cammino di vendetta. Invece, la sceneggiatura di questa nuova serie animata inizia nella locanda dove incontra l’elfo Pak; al posto della ragazza che serve ai tavoli viene messo Isidoro, che, dopo aver visto all’opera Gatsu, decide di seguirlo. L’azione prosegue con l’incontro con Colette e suo padre, massacrati da un esercito di scheletri guerrieri, con Gatsu che fa strage di mostri. Finito il combattimento, si ha subito l’incontro con l’Ordine della Sacra Catena Ferrea, facendo così iniziare i Capitoli della Condanna; il punto negativo in tutto ciò è che vengono saltati completamente i capitoli Lost Children, una delle parti più belle del manga.
E visto che si parla di punti negativi, occorre parlare del comparto grafico, che è di basso livello. Viene utilizzata la computer grafica, ma non viene usata per niente bene: movimenti scattosi e legnosi, espressività facciale spesso davvero penosa (le cose peggiori si vedono soprattutto con Caska, personaggio davvero maltrattato da questo mezzo). Per non parlare del tratteggio onnipresente che vuole imitare quello del manga: assolutamente fuori luogo in una versione animata.
Altra cosa che lascia decisamente perplessi è la scelta d’inventarsi vicende e personaggi che non ci sono nel manga: ha poco senso la decisione di mettere un castello, dove i suoi abitanti sono stati sterminati dal custode dei cani divenuto Apostolo (le sembianze di questo mostro si rifanno a quello che ha attaccato Gatsu quando è ricoverato dal fabbro Godor: un incontro importante, dato che è lì che il guerriero trova per caso l’Ammazzadraghi e l’impugna per la prima volta), sul cammino di Gatsu dopo la sua fuga dall’accampamento dell’Ordine della Sacra Catena Ferrea e il rapimento di Farnese.
Viste le prime puntate, la nuova serie animata di Berserk non promette niente di buono e invece a un certo punto le cose cambiano (non dal punto di vista grafico, che migliora solo leggermente nella seconda parte): la sceneggiatura comincia a seguire i capitoli del manga e così pure i dialoghi. E allora lo spettatore si ritrova finalmente ad avere a che fare con quello che è Berserk, facendo diventare un prodotto mediocre un lavoro che coinvolge e che si vuole seguire. Il ritmo diventa incalzante e la storia assume un sentore epico, con combattimenti adrenalinici accompagnati da una musica evocativa (quella realizzata da Susumu Hirasawa; il resto del comparto sonoro è poca cosa, sentire le canzoni di apertura e chiusura della prima parte, quella relativa ai Capitoli della Condanna. Molto meglio quelle dedicate ai capitoli Il Falco del regno millenario).
Per chi non conoscesse nulla del mondo di Berserk, dopo aver fatto l’analisi dei pro e contro di questa seconda serie anime su Berserk, un breve riassunto sui fatti narrati. Mentre Gatsu è in cerca di vendetta, l’Ordine della Sacra Catena Ferrea (una sorte d’Inquisizione) è sulle sue tracce, ritenendolo responsabile degli oscuri eventi che si stanno verificando, dato che lo considera il Falco delle Tenebre; a causa delle ferite subite contro dei mostri, Gatsu non riesce a difendersi dell’attacco dell’Ordine e viene catturato, facendo la conoscenza con Lady Farnese (capo dell’Ordine) e del suo sottoposto Serpico (che si rivelerà essere poi suo fratellastro). Riuscito a fuggire, Gatsu decide di tornare da Caska, tenuta al sicuro da Godor, sua figlia adottiva Erika e Rickert, il terzo e ultimo membro della prima Squadra dei Falchi, sopravvissuto perché non presente sul luogo dell’Eclisse (è privo del marchio che hanno Gatsu e Caska). Ma lì scopre che lei è fuggita e le tracce lasciate la conducono ad Albione, ma deve muoversi, perché il Cavaliere del Teschio lo mette in guardia che là ci sarà una seconda Eclissi, con uno dei membri della Mano di Dio che si reincarnerà. Comincerà così una corsa contro il tempo: Caska, protetta da un gruppo di prostitute, finisce per essere associata a un culto orgiastico e accusata di essere una strega (viene salvata dal figlio di Gatsu che portava in grembo e che è nato anzitempo a causa dello stupro subito durante l’Eclissi da parte di Grifis; questa parte, ben mostrata nel manga, non può essere capita dall’anime). Mozgus e i suoi discepoli (i veri inquisitori dell’Ordine), vogliono bruciarla al rogo; Gatsu arriva in tempo, ma deve affrontare gli Inquisitori dotati dei poteri che l’Apostolo Bejelit gli ha conferito (un Apostolo il cui sacrificio permetterà la reincarnazione di un membro della Mano di Dio e l’inizio di una nuova era). Il Guerriero Nero riuscirà a vincere, ma a quel punto il male si scatenerà in tutta la sua forza, distruggendo la Torre della Condanna e uccidendo quasi tutte le persone presenti. La nuova Eclissi avrà luogo e lui e Caska assisteranno alla reincarnazione di Grifis, tornato sulla terra dopo essere divenuto Phemt per realizzare il sogno di avere un proprio regno.
Qui si conclude la prima parte dell’anime, con la seconda che tratta l’arco narrativo del manga I capitoli del falco del regno millenario. Farnese e Serpico hanno lasciato l’Ordine, mettendosi sulle tracce di Gatsu per unirsi a lui; sul loro cammino incrociano Isidoro (che ha cercato di rubargli le provviste), ritrovandosi per caso a incontrare Gatsu e Caska, di nuovo in viaggio dopo l’incontro con Grifis e Zodd e aver perso il rifugio sicuro della miniera di Godor (un tempo era un luogo degli elfi). Il male assortito gruppo arriva in una foresta dove viene attaccato da dei troll, ma è aiutato dall’apprendista strega Shilke; poco dopo incontrano un uomo ferito che dice di essere in viaggio per cercare l’aiuto della strega che vive nella foresta. Arrivano a un grande casa albero (un interstizio tra il mondo materiale e quello spirituale), il luogo dove vive la strega e la sua apprendista; lei, che conosce i due marchiati, decide di aiutarli purché siano di supporto a Shilke nella lotta contro le creature spirituali riversatesi nel mondo. La strega, oltre a dare loro equipaggiamento magico per la lotta che stanno per intraprendere, si rivelerà essere amica e un tempo compagna del Cavaliere del Teschio.
Il gruppo riuscirà a vincere, ma Gatsu rimane gravemente ferito dopo l’incontro con Slan, l’unico membro femminile della Mano di Dio, incarnatasi dalle viscere dei troll uccisi dal Guerriero Nero. E qui le cose si mettono davvero male, perché arrivano alla casa della strega mentre è attaccata dalla nuova Squadra dei Falchi creata da Grifis, venuti per prendere la testa dell’anziana donna. La situazione è disperata nonostante l’intervento del Cavaliere del Teschio; Gatsu, privo dell’armatura e allo stremo delle forze, non riesce a tenere testa a Gurnbeld, uno dei più potenti servitori di Grifis, con i suoi compagni prossimi a essere sopraffatti. L’intervento della strega ormai morente tra le fiamme guida la sua apprendista a dare al Guerriero Nero l’armatura del Berserk, un potente ma anche pericoloso artefatto. Con il nuovo equipaggiamento, Gatsu sbaraglia i nemici, rischiando però di perdere se stesso e distruggere il suo corpo, cosa che viene evitata dall’intervento di Shilke e dall’amuleto inciso all’interno dell’armatura.
Fuggito dalla casa della strega ormai distrutta, il gruppo si mette in cammino per raggiungere la patria degli elfi, un’isola dove pare che il suo re possa far ritrovare la ragione a Caska; impresa che non sarà facile, dato che si ritroverà coinvolto nella guerra tra l’esercito delle Midlands guidato dal Falco di Luce (Grifis) e quello dei Kushan.
La serie anime si conclude così, con Gatsu e compagni arrivati nella città di Vritanis, l’incontro tra Shilke e Sonia (veggente al seguito di Grifis) e lo scontro tra Isidoro, Myur (nobile che segue Grifis) e il capitano dei pirati (personaggio che si vedrà in I capitoli del mondo fantastico). Grossa pecca del finale della serie: è stato tolto il bambino della luna, personaggio che più avanti si rivelerà di un certo peso (e che peso) nella storia. Non compare neanche l’imperatore dei Kushan, ma al momento la sua presenza non era determinante nel proseguimento delle vicende.
Al netto dei tanti problemi elencati, questa seconda serie animata di Berserk si fa seguire, almeno quando rimane fedele al manga. Un peccato, perché se fosse stato fatto un lavoro grafico come quello realizzato con Fate/stay night: Unlimited Blade Works o L’attacco dei giganti, ci si sarebbe trovati davanti a un prodotto davvero di alta qualità.

Berserk - La prima serie animata

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Quando si tratta dei prodotti d’animazione relativi a Berserk, occorre fare subito una precisazione: nessuno di quelli realizzati finora raggiunge il livello del manga. Sceneggiatura, dialoghi, disegni: l’opera cartacea realizzata da Kentaro Miura è superiore su tutto. Quindi, chi si approccia a vederli per la prima volta tenga bene in considerazione questo, sia che si sia letto il manga, sia che non lo si sia fatto.
BerserkFatta questa premessa, partiamo con l’analizzare la prima serie televisiva di Berserk, composta di venticinque episodi, trasmessa per la prima volta in Giappone nel 1997 (trasmessa in Italia tra il 2001 e il 2002 sulle reti Mediaset). Considerando che non si aveva un gran budget a disposizione e sapendo che si è di fronte a un prodotto low cost, il risultato dal punto di vista visivo non è malvagio; chi ha letto il manga si aspetta qualcosa di meglio, questo è sicuro, ma non è certo questa la pecca più grande della serie anime, che spetta di diritto ai tagli su storia, personaggi e adattamento di dialoghi.
Segnaliamo subito le cose che non vanno, a partire dai nomi, che vengono adattati quando non ce n’era bisogno (Gatsu diventa Guts, solo per dirne una). L’anime comincia quasi come il manga (anche se è stata eliminato il vero inizio, con Gatsu che uccide un Apostolo) con Guts che giunge in un paese per eliminare il signore locale, che è uno degli Apostoli della Mano di Dio, uccidendo alcuni suoi sgherri per far sapere del suo arrivo, e qui c’è il primo errore: Guts viene definito il cavaliere delle tenebre, quando in realtà è chiamato il guerriero nero. Un errore grosso, dato che Gatsu da quando è a caccia di chi l’ha marchiato non usa un cavallo e neppure porta tale titolo. Altra cosa che si vede subito dai primi minuti quando fa il massacro nella locanda, è che è stato eliminato l’elfo Pak, spalla di Gatsu fin dall’inizio del manga. La storia della prima puntata prosegue fino allo scontro con l’Apostolo (anche se nell’anime, al posto della cattura di Gatsu, viene mostrato il signore locale che massacra i suoi sudditi), ma poi salta completamente la parte dell’incontro con Colette e suo padre, per non parlare dello scontro con il conte lumacone, il che porta anche a non far vedere il primo scontro con i cinque della Mano di Dio (alcune delle parti più intense e drammatiche di Berserk); si arriva così al lungo flashback che mostra la storia di Gatsu prima che diventi il guerriero nero. E anche qui i tagli sono parecchi: è stato tolto che Gatsu è nato dal corpo morto di una donna impiccata, come è stato eliminato che Gambino, il mercenario che l’aveva adottato insieme alla sua compagna (morta di peste), l’ha venduto per una notte a un altro mercenario (un fatto importante, dato che Guts dopo questa vicenda odia essere toccato).
Altra eliminazione eccellente è quella della figura del Cavaliere del Teschio (un taglio non da poco e il motivo lo si vedrà più avanti); sono state tagliate anche quelle di Wiald e dei suoi Cani Infernali, di Shilat e dei Barkilaka.
Guts lavora come mercenario fino al giorno in cui incontra Griffith (nel manga è Grifis), comandante della Squadra dei Falchi: dopo aver perso un duello contro di lui, entra a far parte di questo gruppo di mercenari che battaglia dopo battaglia acquisisce sempre più valore per via delle sue continue vittorie. Guts è ben accettato dal gruppo, tranne che da Crocus (nel manga Kolcas) e da Caska, capitano e unica donna della Squadra. Le loro imprese attirano le attenzioni del re della Midlands, facendoli salire di rango, ma anche le invidie e l’odio di altri (la regina dà l’ordine di eliminare Griffith, ma la cosa le si ritorcerà contro). Il loro futuro sembra pieno di agi e riconoscimenti, se non fosse per l’ombra gettata dalle parole di Zodd l’Immortale, un mostro dalle apparenze umane contro cui Guts e Griffith si sono scontrati per conquistare una fortezza.
Ombre che si concretizzano quando Guts decide di lasciare la Squadra dei Falchi; per ottenere la libertà deve duellare di nuovo contro Griffith e questa volta vince. La sconfitta fa perdere lucidità al comandante dei Falchi, che commette un’imprudenza, andando a letto con la principessa Charlotte; scoperto, viene arrestato e rinchiuso nelle segrete, dove viene a lungo torturato. La squadra dei Falchi viene dichiarata fuorilegge e braccata senza posa. Guts, saputo del fatto, ritorna sui suoi passi, e aiuta ciò che rimane dei Falchi a salvare Griffith.
Ma ormai siamo prossimi alla fine. Distrutto nel corpo, senza più possibilità di coronare il suo sogno, Griffith colmo di dolore attiva il Beherit (Bejelit nel manga) rosso (comprato da una zingara indovina prima dell’arrivo di Guts) aprendo un varco nella dimensione dove vive la Mano di Dio e facendola giungere sulla terra; grazie a essa ha la possibilità di rinascere e divenire il quinto della Mano, ma per farlo deve sacrificare qualcuno di caro e lui immola tutta la Squadra dei Falchi, che per questo ottiene sul corpo un marchio sacrificale: è l’inizio dell’Eclissi. Guts vede tutti i suoi compagni massacrati e mangiati da mostri usciti dai peggiori incubi (l’anime rovina una delle scene più toccanti: Judo, per salvare Caska, viene ferito a morte ma mentre nel manga ci sono i suoi pensieri profondi per non essere mai riuscito a dichiarare il suo amore per la donna, nell’anime si rovina tutto con un semplice “ti ho sempre amato” in punto di morte). Combattendo per sopravvivere, vedendo massacrata quella che era arrivata a essere la famiglia che non aveva mai avuto, Guts diventa sempre più feroce, fino a quando non vede Griffith rinato violentare Caska, con cui sta insieme da dopo il suo ritorno: a quel punto va in berserk. Si trancia da solo il braccio sinistro dopo che un mostro gliel’ha addentato trattenendolo, perde l’occhio destro mentre il suo odio per quello che era il compagno e amico di un tempo cresce.
La prima serie anime di Berserk finisce qui; l’ultima scena è quella di Guts che esce dalla fucina del fabbro Godor con l’Ammazzadraghi, lo spadone che d’ora in poi l’accompagnerà nella crociata contro gli Apostoli e la Mano di Dio. Un finale tronco, che non mostra come lui (e anche Caska) sono riusciti a sopravvivere all’Eclissi (nel manga, solo l’intervento provvidenziale del Cavaliere del Teschio li salva da morte certa).
Questa prima serie di Berserk, che praticamente ricopre l’arco narrativo dell’Epoca d’Oro (ovvero quella della Squadra dei Falchi), è discreta, anche se con un ritmo che a tratti annoia, e si può dire che mantiene in buona parte lo spirito del manga, benché ci siano stati dei cambiamenti che non passano inosservati (i tagli già citati, ma anche la riscrittura di alcuni dialoghi) e che non rendono giustizia all’opera. Se si vogliono apprezzare davvero la storia, i personaggi e il mondo creati da Kentaro Miura, si legga il manga: non c’è proprio paragone.

L'acchiappasogni

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A Derry (città immaginaria del Maine tanto cara a Stephen King dove ha ambientato diverse storie, tra cui il famoso IT), quattro amici di lunga data si ritrovano per la consueta battuta di caccia nel cottage di famiglia di uno di loro. Beaver, Jonesy, Henri e Pete sono all’apparenza quattro normali adulti americani, ma ognuno ha un particolare potere esp (telepatia, trovare oggetti e persone smarrite) acquisite dopo aver aiutato da adolescenti un bambino down da un gruppo di bulli: Duddits è il loro acchiappasogni (da qui appunto il titolo del romanzo, L’acchiappasogni), il loro personale protettore da cose negative (per gli indiani del Nord America era un oggetto che serviva a proteggere da incubi ed energie oscure). Ed è per questo che Jonesy non riesce a capacitarsi come Duddits gli sia apparso un giorno dall’altra parte della strada causando l’incidente in cui è morto per qualche istante: sembra quasi che l’amico d’infanzia, che non vede da tanti anni, l’abbia spinto in quella traumatica esperienza, anche se non riesce a spiegarsene la ragione.
L'acchiappasogniLa ragione si paleserà dopo che avrà incontrato Mc Carthy, un cacciatore sperduto e in grandi difficoltà che gli chiede aiuto; ospitatolo nel cottage, nel quale è al momento assieme a Beaver (Pete e Henry sono andati a comprare provviste), lo soccorrono come possono, indecisi se preoccuparsi delle sue condizioni o se ridere delle spaventose flautolenze che emette. Ben presto la situazione precipita: Mc Carthy muore e dal suo intestino fuoriesce una strana creatura (definita una donnola di merda, ma in realtà è un byrum) che li attacca. Beaver la riesce a trattenere nel cesso sedendocisi sopra, mentre Jonesy corre al capanno per trovare qualcosa per tenerlo chiuso. Purtroppo, nel tentativo di recuperare gli stuzzicadenti che gli sono caduti (ha il vizio di tenerne sempre uno in bocca), Beaver si alza dal cesso e la creatura esce fuori e lo uccide. Jonesy rientra per vedere l’inevitabile e si ritrova ad avere a che fare con un altro strano essere, Mr Gray, che prende possesso del suo corpo.
Mentre stanno tornando al cottage, Pete e Henry per evitare una donna in mezzo alla strada hanno un incidente; anche lei come Mc Carthy ha all’interno del corpo un byrum, che quando esce attacca Pete (Henry è corso al cottage per andare in cerca di aiuto). L’uomo riesce a eliminarlo ma viene infettato dal byrus, un fungo usato da una razza aliena (chiamata dai militari Ripley, come la protagonista del film Alien) per riprodursi. Ma non è l’unico: nella zona dove sono atterrati gli alieni molte persone e animali sono stati infettati, e l’esercito, guidato dal colonnello Kurtz, è deciso a fermare in ogni modo l’infestazione (ovvero eliminando chiunque è entrato in contatto col byrus, anche se c’è chi ne è immune).
Pete viene raggiunto da Jonesy posseduto e usato per trovare un posto dove diffondere maggiormente l’infestazione prima di essere ucciso. Henry, che ha incrociato Jonesy mentre raggiungeva il cottage e l’ha evitato capendo con i suoi poteri che non era più lui, viene catturato dai militari, ma con l’aiuto di uno di loro lo insegue per sventare il piano di Mr Gray e fermare quello psicopatico di Kurtz. Ma perché questo avvenga ha bisogno di Duddits e dei suoi poteri esp, anche se per l’amico questo sarà l’ultimo viaggio, visto che è malato terminale di leucemia.
Lo scontro finale si verificherà nel bacino che alimenta l’acquedotto di Derry, dove l’alieno è diretto per  diffondere il virus.
L’acchiappasogni può essere definito un romanzo di fantascienza con elementi horror che si rifanno al famoso film Alien: ci sono inseguimenti, azione, sparatorie, ma sarebbe riduttivo etichettarlo solo così, perché buona parte delle vicende avvengono nella mente dei personaggi (specialmente in quella di Jonesy che, per resistere a Mr Gray, ha creato un particolare luogo mentale), che si ritrovano collegati tra loro grazie ai poteri esp (alcuni dovuti a Duddits, altri al virus). Questa però risulta essere ancora solo la superficie, perché in realtà L’acchiappasogni, come altre opere di King, è simbolo di ciò che si perde crescendo, di quelle parti di sé che si lasciano indietro, delle persone cui si era tanto legati da giovani ma che da cui ci si allonatana quando si arriva nell’età adulta. Alieni, infestazioni, sono in realtà un pretesto per un viaggio nella memoria: un viaggio per comprendere meglio se stessi, il percorso che ha portato a dove ci si trova. La tematica che il passaggio dall’adolescenza all’età adulta è dolore e che la consapevolezza si sviluppa attraverso di esso non è certo nuova a King, ma è sviluppata sempre molto bene, segno che questo è un elemento cui lo scrittore tiene molto e che non si stanca di ripetere. King però non mette solo questo di sé: si riesce a capire che c’è anche la sofferenza che ha provato nell’incidente che l’ha portato vicino alla morte (incidente avvenuto nel 1999 e che viene narrato anche nel romanzo conclusivo della serie della Torre Nera) ed è per questo che Jonesy appare più che un personaggio d’invenzione.
Nel 2003, due anni dopo l’uscita del romanzo, è stato girato anche il film: Lawrence Kasdan per buona parte della pellicola riesce a mettere su schermo ciò che King ha scritto su carta. Peccato solo che rovini il lavoro svolto con un finale che non c’entra nulla col libro. Non rivelo nulla, ma se possibile, prima si legga il libro e poi, se si è curiosi, si veda il film: bella fotografia, ma la fine è davvero una boiata. Soprattutto perché si perde il significato di quello che è l’acchiappasogni.

Airone cenerino

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