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11 Settembre

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L’11 settembre è un giorno dedicato alla memoria di persone innocenti perite in una delle tragedie più simboliche degli ultimi anni.
Un giorno che dovrebbe essere dedicato alla riflessione sulla brama umana di dominio e comando, dove i potenti non guardano in faccia a nessuno per realizzare le loro mire e alla fine chi paga sono sempre le persone comuni, ignare pedine di un gioco cui non sanno nemmeno di partecipare, ma di cui pagano sempre i risvolti.
Ma è un giorno che vede provocazioni, invece di cercare comprensione. Perché il terrorismo non è causato dalla gente comune, ma dalla classe dirigente, politica, laica o religiosa; non fa differenza l’appartenenza o l’origine di chi comanda, perché è guidato dallo stesso fine: la ricerca di potere e di dominazione, di supremazia sugli altri.
Provocazioni che cercano di scatenare reazioni e avere pretesti per dare il via alla brama distruttiva e rapace che anima i potenti. Così è stato per la guerra in Iraq e in Afghanistan, mossi da pretesti, più che altro presunti, per attaccare paesi e cercare di insediarsi per ottenere il controllo delle loro risorse (giacimenti di pietre preziose e petrolifere). I documenti sulla presenza di armi in Iraq non esistevano, l’attacco fatto alle torri gemelle poteva essere evitato, ma molti nelle zone alte del comando hanno voluto omettere la conoscenza dei fatti, lasciando che avvenissero (alcuni suggeriscono di un aiuto da parte del governo americano perché questo accadesse: il crollo dei grattacieli è stato anomalo, dovrebbero essersi spezzati, lasciando tronconi di ciò che erano stati e non implodere come se ci fosse stata una demolizione con cariche fissate nei punti nevralgici. Inoltre il carburante della fusoliera degli aerei, se incendiato, non può raggiungere temperature tali da fondere l’acciaio delle travi dei grattacieli.). Hanno giocato su di essi, provocando, facendo leva sulle paure delle persone. Chi sta in posizioni di comando, di guida, deve essere ben conscio della propria posizione e stare attento a quello che fa, perché ogni sua azione ha ripercussioni gravissime su molte vite, sapendo che saranno sempre altri a pagare per le sue scelte; perché chi comanda non paga mai per i propri errori, ma è sempre la popolazione a farlo.
Questo non riesce a essere compreso e in un giorno che si dovrebbe riflettere sul terrorismo e su come fermarlo (che può avvenire solo con comprensione e sconfitta dell’ignoranza), non si fa che fomentarlo. Si parla di bruciare il Corano, un atto inutile, che non cambia il passato, dannoso e provocatorio: un servire su un piatto d’argento l’occasione di chi non aspetta altro per scatenare violenza. Persone ricche e influenti con interessi economici e di comando da una parte e dall’altra. Qui non si tratta di religione, politica, etica, democrazia, libertà, giustizia: è solo un nascondere dietro delle parole la realtà: la brama di potere. E la verità è che ci rimette sempre chi è innocente, mentre i colpevoli non vengono mai toccati dalle nefaste conseguenze delle loro decisioni.
Esempi su questo realtà ce ne sono a centinaia, ma pochi sembrano volerlo comprendere; tutti però sono in grado poi di constatarne gli effetti. E’ successo nella Prima Guerra Mondiale, una seria infinita di provocazioni che hanno scatenato un conflitto con un alto prezzo di sangue. Poteva essere evitato, le possibilità c’erano, ma non è stato voluto: si è voluto dar via a un fiume di violenza e crudeltà inaudita. La distruttività nell’animo umano ha avuto il sopravvento: sembra che ci sia una predilezione ad assecondare questa natura, un desiderio di morte e annientamento.

E mentre si guarda oltre oceano, nel nostro paese la classe dirigente invece di comprendere gli errori altrui, li perpetra in ugual maniera, evocando, cercando di creare terrorismo dove non c’è. E’ il caso dei sindacati che appoggiano gli industriali e di parte del governo (Sacconi), che nelle proteste legate contro le azioni attuate della Fiat vedono possibili atti terroristici atti a minare il percorso democratico; il tutto perché non c’è il totale assenso su azioni ingiuste, perché non si rimane in silenzio ad accettare tutto quello che viene proposto. Perché non ci si sottomette al potere di chi comanda.
Si vuol vedere quello che non c’è. Se si vuole scoprire la vera origine del terrorismo si guardi in alto: perché è da lì che parte sempre il tutto.

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