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Stupidi (e dannosi) giochi

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L’uomo nella sua storia ha avuto modo molte volte di dimostrare la sua stupidità e la sua violenza. Le guerre sono gli esempi più evidenti, ma anche nei tempi di pace non ha perso occasione per fare sfoggio dei suoi lati peggiori: sopraffazioni, ingiustizie, da sempre ha prevalso la legge del più forte (da quella dei muscoli a quella di chi aveva maggior potere).
Anche il modo di divertirsi non è mai stato tra i più sani e intelligenti. Ai tempi dell’Impero Romano c’erano le lotte tra gladiatori; nel Medioevo le giostre tra cavalieri. Duelli duri, anche spettacolari, dove la gente accorreva soprattutto per veder scorrere il sangue: difficile da spiegare, ma l’uomo ha sempre provato attrazione per la violenza e per la morte, specie per quella altrui, un modo forse di esorcizzare la paura che ha per la Nera Signora.
Con il progredire delle società, ritenendo di avere raggiunto un elevato livello di civiltà, si è creduto di essersi evoluti, di essere divenuti migliori degli antenati considerati barbari. Invece le cose sono più o meno rimaste le stesse. Stesse guerre, stesse miserie.
Anche i modi di svago non sono migliorati. Allo stadio più che per vedere la partita si va per scaricare le proprie tensioni e frustrazioni, e non si perde occasione di sentir parlare di scontri con feriti e purtroppo alle volte anche morti, cose che nulla hanno a che fare con lo sport.
Per non parlare del passatempo di qualche anno fa dove c’erano giovani che si divertivano a gettare sassi dai cavalcavia cercato di colpire le auto in transito.
Il fenomendo allarmante del knockout game, Adesso, proveniente dagli Stati Uniti, sta prendendo piede il Knock-out game, il gioco del ko. Il passatempo in questione è molto semplice: consiste nell’avvicinarsi a uno sconosciuto, ignaro di quello che sta succedendo e colpirlo con un pugno per mandarlo al tappeto, per vedere se si ha abbastanza forza di stendere una persona con un colpo solo. Non c’è rabbia o odio in questo gesto, solo passare il tempo, mettersi alla prova e mettersi in mostra. Un gioco nato nelle scuole e diffusosi velocemente tra ragazzi annoiati, che non hanno valori e non si fermano a pensare alle conseguenze del loro gesto, al punto che in più di un’occasione c’è scappato il morto.
Come se la stupidità umana e la mancanza di valori non avessero già abbastanza esempi da portare a loro favore. Come se non ci fossero già abbastanza casi da far suonare campanelli d’allarme e rendere consapevoli che è tempo di cambiare registro, che certi atti non sono semplici giochi, e cominciare a educare seriamente e non continuare a far imperversare quel permissivismo che tanto danno ha fatto dagli insegnamenti diffusi da Benjamin Spock.

3 comments to Stupidi (e dannosi) giochi

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