Dov’è la verità? Che cos’è la verità?
Sono domande che l’essere umano si pone da sempre. Ogni individuo, almeno una volta nella sua esistenza, se l’è chiesto. Con l’evoluzione della lingua scritta e parlata, e dei mezzi con la quale essa può essere trasmessa (libri, giornali, reti internet, televisione, radio), si è ritenuto che fosse più facile arrivare a essa, scoprirla, farla propria.
Purtroppo si è ben lontani da questa realtà. Perché la verità, così legata all’informazione, viene spesso traviata, omessa, distorta per favorire l’interesse di pochi. Naturalmente questi pochi sono quelli cha hanno potere, sono quelli che governano le popolazioni e hanno interesse a far credere quello che gli aggrada per mantenere il loro appoggio e continuare ad avere presa su di loro. Chi ha forza e potere vuole usare l’informazione per far passare la sua verità (che non è quella reale) per tirare acqua al suo mulino.
Si prenda un esempio da un purtroppo triste e grave fatto di cronaca. E’ dei giorni scorsi il precipitare in Egitto di un aereo russo da trasporto passeggeri, con il decesso delle 224 persone che vi erano state a bordo. Subito le autorità egiziane e russe hanno dato notizia che si è trattato di un incidente, le cui cause erano da imputare probabilmente a un guasto. L’Isis ha rivendicato l’accaduto come un suo attentato, avendo colpito deliberatamente l’aereo per portare avanti il suo intento di guerra. Ci sono state smentite delle autorità egiziane e russe, negando l’attentato terrorista, con l’Isis che continua a insistere di essere il responsabile della strage.
Chi sta dicendo la verità? A chi si deve credere? Ai governi russi ed egiziani? Ma chi dà conferme che questi non stiano cercando di far passare per incidente un attentato, tentando di far sì che l’Isis non abbia da guadagnarci con il gesto compiuto? Chi dice che l’Isis, senza aver fatto nulla, non cerchi di sfruttare il fatto per portare avanti la sua campagna di orrore e morte e dimostrare di essere una potenza che può colpire chiunque in qualunque momento e luogo?
Certo c’è la scatola nera che può dire che cosa è realmente successo, ma chi può dire che i governi rivelino quello che c’è davvero contenuto e non quello che fa più comodo a loro?
Questa sembra mania o ossessione da complotto, ma la storia ha insegnato quanto i governi (e così tutti i grandi gruppi come multinazionali, istituzioni di ogni genere) abbiano spesso seppellito, taciuto, voluto distruggere la verità. Basti pensare a quello che è accaduto a Ustica, al caso dell’amianto, solo per citarne alcuni, perché la lista si può dire davvero infinita.
Perché la verità è così tanto evitata?
Perché fa paura. Perché avendo la verità gli individui, le popolazioni, non sarebbero più controllabili e manipolabili e questo, per chi è al potere, è quanto di più spaventoso e inaccettabile ci possa essere. È per questo che chi conosce la verità viene perseguitato ed eliminato; subito vengono in mente gli eretici, uccisi in ogni modo possibile da religioni che, ironia della sorte, professavano verità, libertà, perdono. Persone uccise perché facevano paura, perché con le loro parole minavano il potere di chi ricopriva cariche di potere. Gesù è stato eliminato dagli ebrei proprio per questo: con il suo insegnamento allontanava un numero crescente di persone dalla religione ebraica e questo dava molto fastidio ai Sommi Sacerdoti, che sentivano minacciata la loro posizione davanti al popolo e la presa che essi avevano su di esso. Lo accusavano di bestemmiare contro quello in cui credevano (in realtà stava rendendo libere le persone dal giogo istitutivo); in altri tempi (successivi a quando è vissuto) sarebbe stato accusato di eresia, dove con eresia i più vanno a reputare che sia qualcosa che profana, infanga, rovina e distrugge verità consolidate. Ma il vero significato di eresia è un altro: eresia viene dal greco hairesis, libertà di scelta, libertà di pensare a modo proprio senza dar retta a quello che pensa la maggioranza (1). Una cosa molto pericolosa in qualsiasi tempo (passato, presente, futuro). La libertà di scelta fa molta paura. Fa paura alle istituzioni, ai grandi gruppi, perché fa perdere controllo e potere. Fa paura al singolo individuo perché teme di essere emarginato, perseguitato, ucciso (l’Italia ha una triste tradizione di eretici finiti sul rogo); è più facile, più sicuro, abituarsi a pensare come gli altri per non correre rischi.
Se ogni singolo non supera questa paura e non acquisisce la libertà di scelta e di pensiero, la verità non potrà mai avere spazio e sarà sempre schiacciata dalle cosiddette civiltà (quei grandi organismi etnico-politico-socio-religiosi che si dividono la superficie del pianeta), notoriamente aggressive e gelose (oltre che presuntuose di essere le migliori e totalmente giuste e potenti) (2) e che in ogni modo tentano di “civilizzare” al suo modo di pensare chi la pensa diversamente da loro.
1-Esegesi 2. La bellezza delle Eresia. Igor Sibaldi. Anima Edizioni ottobre 2010.
2-Libro della Creazione, pag.8. Igor Sibaldi. Frassinelli 2011.
Adesso pare proprio che fosse un attentato (bomba o razzo). Ma è chiaro che le autorità preferirebbero far credere (se possibile) che sia stato un incidente. La verità comunque in casi come questo non si nasconde facilmente, c’è chi ha interesse a mostrarla (agli USA non pare vero constatare la figuraccia dei Russi che non sanno proteggere i propri aerei civili, immagino).
Per inciso, visto che l’agitazione nei paesi musulmani del Mediterraneo favorisce la ripresa del turismo in Italia, i nostri albergatori dalla verità in questo caso hanno parecchio da guadagnare.
Ora parrebbe così. La cosa più logica da dire subito era che si sarebbe indagato per scoprire le cause, invece di negare immediatamente la pista terroristica. Dinanzi a fatti e comportamenti del genere una verità sorge spontanea: la perdita di fiducia verso istituzioni e informazione. Con un modo di fare del genere, come ci si può fidare di quello che dicono? Il dubbio s’insinua nelle persone, che si domandano se quello che leggono o sentono sia davvero la realtà o una montatura per favorire qualcuno.