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Verbo e Vuoto

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Su Fantasy Magazine è stato pubblicato un articolo che ho scritto sulla saga del Verbo e del Vuoto di Terry Brooks.
Una lettura attuale, dovuta se si vuole comprendere come la società attuale sia un popolo sotto assedio, ciascuna persona si sia isolata dagli altri e dal mondo nel tentativo di trovare un percorso sicuro in mezzo ai relitti dell’odio e della collera, usando figli e amici come se il loro amore e la loro fiducia siano sacrificabili e privi di significato, pensando prima a se stessi e poi agli altri. Si mente, si ruba, s’imbroglia nelle piccole cose, pensando che non sia importante, con la giustificazione che tutti lo fanno e pertanto è giusto farlo. Così parlerebbe O’olish Amaneh; questa sarebbe la morale che darebbe raccontando una storia sul suo popolo o sull’umanità. Una morale pesante e sgradevole come solo la verità sa fare; una verità che fa paura, ma che può temprare come fuoco, capace di ricordare che anche da un gesto sbagliato può nascere del bene: perché il male è tale solo se c’è volontà d’assecondarlo e permettere di farsi largo.
Questo e molto altro è rappresentato nella trilogia scrittta da Brooks. Il fantasy non è solo “roba” da adolescenti, “roba” da quattro soldi fatta solo per divertire, come molti pensano. Anche una storia fantastica, d’avventura può dare tanto, quanto un saggio o un trattato di filosofia.
Gli antichi, come i greci per esempio, sapevano che attraverso un’invenzione si poteva far scoprire la verità: mediante la recitazione mostravano comportamenti, atteggiamenti umani da prendere a modello o da evitare, una catarsi capace d’impiantare più in profondità di tante lezione teoriche un insegnamento di vita.
Allo stesso modo può fare un libro fantastico.
Un genere che tengo a mostrare quanto possa essere valido, ricco di contenuti. Un genere che va difeso, che una buona fetta d’editoria e lettori stanno bistrattando per guadagno e consumismo: un libro non dev’essere un qualcosa di rapido consumo, che non dura nemmeno una stagione. Una buona storia può accompagnare una persona per tutta la vita e trasmettere motlo.

8 comments to Verbo e Vuoto

  • C’è una sola parola di questo articolo che mi terrà lontano dai libri: SAGA 🙂

    • E’ una trilogia, con una media di 400 pagine per libro. Non sai cosa ti perdi : a mio avviso è un genere che potrebbe piacerti ;).
      A quanto vedo non sei per le storie “lunghe”: meglio i racconti, forse ;)?
      Nei prossimi giorni ne pubblico uno sul sito 🙂

  • detesto i racconti…non li leggo mai. Ho fatto un’eccezione per G.L D’andrea perchè ha uno stile molto particolare ed ero curiosa di vedere come se la cavava sul “corto”.
    Non è questione di pagine: se facevano un solo libro da 1200 pagine lo leggevo, è la suddivisione e l’attesa tra i volumi che mi innervosisce (per non parlare del portafoglio).

    • Difficile accontentarti, a quanto vedo 😉
      Per quanto riguarda le saghe suddivise in più volumi, soprattutto per il prezzo, ti dò ragione: sono contrario a certe politiche (come avviene per le pubblicazioni italiane delle opere di Erikson: la saga è composta da dieci volumi, se poi si comincia a dividere ogni tomo in due parti, il prezzo fa in fretta a lievitare). Ma in questo caso penso si possa trovare la versione economica, contenendo il costo.

  • Infatti di solito acquisto i volumi unici che escono dopo la pubblicazione di tutti i libri.
    Senza dimenticare comunque la biblioteca, che salva portafoglio e nervi 🙂

  • A me piace Brooks, anche se non lo metto tra i “grandi” della scrittura. 🙂
    @Giulia: peccato che non siamo vicini di casa altrimenti ti avrei prestato volentieri l’opera omnia di Brooks, merita di eseere letta 🙂

    • Brooks lo ritengo un buono scrittore che ha realizzato opere valide, anche se le ultime (dal viaggio della Jerle Shannara in poi) non sono all’altezza delle prime. Resta comunque il fatto che, anche se le sue ultime storie non brillano per trama, il suo stile resta sempre scorrevole e piacevole.

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