
Con i risultati delle Europee si sente parlare che è tempo di cambiamento, che le cose prenderanno un altro corso; ci si può credere o meno, solamente il tempo potrà dare risposta a questo.
Quello che intanto si vede è che si continua a fare come è stato fatto finora. Un esempio è Marchionne, il manager che fa imprenditoria volendo imporre la sua linea in spregio ai lavoratori, dimostrando tutta l’arroganza e il rispetto che ha verso di loro: o si fa sempre e solo come dice lui, accettando le sue parole come legge senza fiatare ma solo obbedendo, o si subiscono minacce e ripercussioni. Ne è esempio quanto accaduto in questi giorni, con il blocco degli straordinari per i lavoratori in tutti gli stabilimenti Fiat e del trasferimento di 500 di essi in cassa integrazione da Mirafiori a Grugliasco per lo sciopero Maserati. Naturalmente di fronte a questa decisione i sindacati hanno preso posizione, ma con il suo tipico modo di fare che considera nulla il parere altrui, Marchionne si è limitato a un menefreghista “Critiche Camusso? Ce ne faremo una ragione.”
Questo è solo uno degli esempi più eclatanti, ma sono tanti gli imprenditori che non hanno nessuna considerazione dei sindacati e dei lavoratori, ritenendo di avere il diritto di poter fare tutto quello che si vuole.
Altro esempio che in Italia, a seguito di un ventennio di governi di destra in mano a un imprenditore, si ritiene di poter fare quello che si vuole senza pagarne dazio, è il caso del prefetto di Perugia, Antonio Reppucci, che si è permesso di dire frasi come “Se la mamma non si accorge che il figlio si droga, è una mamma fallita, si deve solo suicidare” e “Che i padri taglino le teste ai figli che assumono stupefacenti”. La reazione si è fatta subito sentire ed è stato rimosso, perché grande è la gravità delle frasi proferite. Altrettando grave la sua risposta per cercare di giustificare il suo commento. “Gigantesco fraintendimento. La mia è stata una provocazione, volevo dire che la famiglia deve fare di più.”
Nessun fraintendimento nelle parole che ha espresso: sono la dimostrazione del fatto che per anni in Italia si è ritenuto di poter dire quello che si voleva, anche affermazioni lesive e offensive, senza subire conseguenze, cavandosela con un “avete capito male”. La gravità di simili comportamenti è che oltretutto sono stati da esempio per la gente, che li ha reputati come un comportamento accettabile e quindi da far rientrare nel comportamento da tenere quotidianamente, con il risultato che una buona parte delle persone ritiene un fatto normale insultare e proferire qualsiasi affermazione lesiva. Come dice il saggio detto, ad andar con lo zoppo s’impara a zoppicare.
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