Nella vita ci sono cose che cambiano e altre no, che si protraggono nel tempo nonostante il mutamento delle civiltà, dei costumi, delle tradizioni.
Dopo l’avvento della Rivoluzione Industriale e lo sviluppo della scienza e della tecnologia, è cresciuta per una parte delle popolazione mondiale la qualità della vita, i confort cui aveva a disposizione. E più si ha una cosa e più ne si vuole: così si è dovuto aumentare la produzione, arrivando alla serializzazione dei prodotti. Se questo da un lato ha prodotto ricchezza, dall’altro ha causato sfruttamento delle risorse della terra e umane, inquinamento. C’è stato chi ha denunciato tale modo di fare vorace e sbagliato, che portava a mettere il pericolo l’equilibrio delle società e della natura e governi e istituzioni si sono mossi creando regole (spesso raggirate) e cercando di sensibilizzare le persone a moderare i consumi in nome della salvaguardia globale, in nome del bene di tutti. Sensibilizzazione spesso inascoltata, che ha portato sprechi vergognosi di pochi quando molti non avevano neppure di che campare.
Come tutte le cose c’è sempre un prezzo da pagare e il sistema basato sull’Economia è arrivato al suo crollo: molti si sono appoggiati a esso, ne hanno fatto il proprio modo di vivere, il proprio credo, il proprio Dio e quando si sono ritrovati a perderlo o a rischiare di perderlo, stanno facendo di tutto per salvarlo, per non rendere la loro vita vuota e inutile, per non vedersi privare di quello in cui si sono rispecchiati.
E così, proprio gli stessi governi e istituzioni che avevano parlato tanto di moderare e ridurre i consumi, ora si ritrovano a spingere le persone a consumare, perché altrimenti la macchina economica si fermerà e loro si troveranno a perdere tutti i benefici che essa gli ha dato.
Come la storia ha dimostrato, ai potenti preme solo il proprio interesse: soldi e potere per poter stare sopra agli altri, manovrarli e assaporare il senso di superiorità.
Come già detto, nella vita ci sono cose che non cambiano. E in questi casi, non è un bene.
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