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Robocop

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Robocop

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Robocop, dopo Terminator, è una delle figure robotiche più conosciute e iconiche degli anni 80. C’è una grossa differenza tra i due: il primo esteriormente è un robot in tutto e per tutto ma ha una mente umana con i corrispettivi sentimenti, il secondo invece sembra dall’aspetto un essere umano come tanti ma sotto la pelle è completamente una macchina. Piccola curiosità: per interpretare il ruolo di Robocop inizialmente si era pensato ad Arnold Schwarzenegger ma a causa della sua massa muscolare fu scartato per non dover rifare il costume iniziale del cyborg.
Premessa importante: il successo di questo personaggio e di tutto il merchandise che ne è conseguito (serie animate, giocattoli, videogiochi) è dovuto al primo film della serie, quello del 1987 diretto da Paul Verhoeven. La storia è ambientata in un futuro prossimo in una Detroit dominata da crimine, violenza, corruzione e la multinazionale OCP; proprio quest’ultima prende le redini del dipartimento di polizia con lo scopo d’immettere il robot di sua progettazione ED-209 per eliminare la delinquenza della vecchia Detroit, così da poterla demolire e costruire l’innovativa Delta City, una megalopoli utopistica. Le cose però non vanno come sperato e il robot, causa un malfunzionamento durante una dimostrazione, uccide trivellando di colpi di mitragliatrice un consigliere comunale. Nasce così una feroce competizione interna alla OCP per trovare una soluzione: a Dick Jones, progettista di ED-209, si contrappone Bob Morton, che propone il suo progetto cyborg, Robocop.
Proprio in questo periodo Alex Murphy, poliziotto con un forte senso del dovere, inizia a lavorare con la nuova collega Anne Lewis. Purtroppo, il primo giorno di lavoro insieme è nefasto: i due si scontrano con la banda di uno dei più potenti e feroci malviventi della vecchia Detroit. Mentre Anne riesce a salvarsi, Murphy viene massacrato brutalmente a colpi di fucile. Inutili sono i soccorsi: Murphy muore sotto i ferri. Ciò che resta del suo corpo viene preso dalla OCP (essendo che la polizia è gestita dalla miltinazionale, ora è di sua proprietà) e Bob Morton può attuare il suo progetto cyborg: le parti mutilate (praticamente tutte, si salva solo il volto, parte del cervello e poco altro) sono sostituite con parti meccaniche rivestite di una corazza di titanio e kevlar. Grazie a un computer integrato nel cervello, oltre ad avere una mira precisa al millimetro, può registrare audio e video da usare come prove contro i criminali. Nasce così Robocop e le sue operazioni sono un successo tale che Bob Morton viene nominato vicepresidente della OCP.
La cosa non piace a Dick Jones che farà uccidere Morton da Boddicker, il supercriminale al suo soldo, nonché assassino di Murphy (è stato lui a dargli il colpo finale in testa).
Quello che però nessuno ha preso in considerazione è che nel cervello di Murphy siano rimasti i ricordi della sua vita precedente e che stiano lentamente ritornando alla luce. Anne Lewis è l’unica che si accorge che Robocop altri non è che Murphy, riconoscendo il gesto che il cyborg fa con la pistola quando la deve rinfoderare e che era tipico del suo collega. Murphy/Robocop arresta uno dei suoi assassini e pronuncia (di nuovo) una frase divenuta iconica nel mondo del cinema: “Vivo o morto tu verrai con me.” Poco dopo distrugge un gruppo criminale che produce droga e lì arresta Boddicker, che per avere salva la vita gli rivela di lavorare per Dick Jones.
Murphy si reca alla OCP per arrestare Jones, ma una direttiva primaria del pc collegato al suo cervello gli vieta di muoversi o fare del male a chi lavora per la multinazionale; Jones gli manda contro prima un ED-209 e poi un’elite della SWAT; Murphy, aiutato da Lewis, riesce a scappare, rifugiandosi nella vecchia acciaieria dove è stato ucciso e dove chiuderà una volta per tutti i conti con la banda dei suoi assassini. Ma la sua giustizia non finirà qui: torna alla OCP, irrompendo durante una riunione dei dirigenti, mostra il video dove Jones confessa i suoi crimini ed eliminandolo dopo che è stato licenziato e aveva preso come ostaggio il presidente.
La violenza senza tante censure, l’allegoria, la critica e la satira feroce di Verhoeven, unita a una società crudele, cinica, capitalista e senza rispetto, resero Robocop un successo, oltre a farlo divenire un cult per gli amanti del genere. Robocop però non era solo un film d’azione, è l’uomo che vince sulla macchina, è il mantenere la sua umanità anche quando di umano c’è rimasto poco, specie all’interno di una società così cupa e opportunista. Weller, che ha interpretato Murphy/Robocop, ha fatto un buon lavoro con questo personaggio, e Verhoeven ha dato il suo classico tocco, rendendo la pellicola un piccolo must da vedere.
Dopo il successo avuto con Robocop, è stato quasi giocoforza fare un seguito: Peter Weller e Nancy Allen (Anne Lewis) sono stati confermati nel cast, così come Dan O’Herlihy nel ruolo del presidente della OCP, mentre alla regia non c’è più Paul Verhoeven, sostituito da Irvin Kershner. Va detto subito che Robocop 2 (1990) non ha la stessa forza del predecessore, tuttavia ha degli aspetti apprezzabili. La città di Detroit è sempre in preda a violenza, corruzione ed è sempre più nelle mani della OCP che vuole portare avanti il progetto Delta City, oltre a dare il via alla creazione di un nuovo Robocop (finora i tentativi non sono andati a buon fine, dato che i soggetti scelti rigettano la loro nuova condizione); in aggiunta a tutto ciò, nelle strade circola una nuova droga, la Nuke, messa in circolo da Cain, un nuovo pericoloso criminale. Sarà proprio Cain, ridotto in fin di vita da uno scontro con Robocop, il soggetto per la realizzazione del nuovo cyborg, ma le cose andranno storte, dato che Robocop II, tenuto sotto controllo tramite cariche di Nuke, impazzisce alla presentazione di un nuovo grattacielo e fa una strage. Solo l’intervento di Robocop potrà fermarlo.
Interessante il contrasto tra Murphy che ricorda e ama ancora la sua famiglia e il sapere che non potrà più stare con loro (bello il dialogo che ha con la moglie), benchè non molto approfondito; molto bello lo scontro finale tra i due cyborg, che sicuramnte rende giustizia a quello che non si è visto nel primo Robocop (il modo in cui Murphy elimina ED-209 è sbrigativo, ma ha un suo senso e rappresenta in un qualche modo Verhoeven ). Di certo manca la vena pungente di Verhoeven, ma Robocop 2 svolge il suo lavoro d’intrattenimento, dando anche qualche buona scena (come quella di Murphy che rimane vicino al più giovane membro della banda di Cain in punto di morte).
Sinceramente, ci si poteva fermare qui. E invece, tre anni più tardi (1993), ecco Robocop 3. Robert John Burke prende il posto di Weller mentre Nancy Allen rimane (anche se il suo personaggio non resterà a lungo); di idee ormai se ne è a corto e si vede. Oltre alla OCP, ora a Detroit c’è la multinazionale giapponese Kanemitsu Superprodotti per realizzare il progetto Delta City; al loro soldo c’è un gruppo di mercenari che con la forza sfratta le persone dalle loro case. I cittadini si ribellano e formano bande di resistenza. Dapprima Robocop esegue gli ordini della OCP di dare la caccia ai ribelli, ma dopo la morte di Lewis, si unisce a loro. Per ravvivare una storia ormai povera di spunti, vengono immesso androidi samurai e Robocop viene fatto volare.
Passano ventuno anni e si arriva così a fare un remake del primo film e devo essere sincero, mi ha detto meno della terza pellicola, anzi, mi ricordo davvero pochissimo di trama, ho in mente solo alcune scene e il finale; c’è la solita corruzione, la multinazionale che fa i suoi interessi, ma niente di nuovo e soprattutto niente cinismo e satira, che tanto bene avevano fatto al primo film.
Quindi, meglio lasciar perdere gli ultimi due film e vedere il primo e magari anche il secondo se proprio si vuole, che tutto sommato non è da buttare via.

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