Siamo in regressione: questa è la triste realtà che stiamo vedendo. E non si tratta solo di una cosa che riguarda un paese, ma il mondo intero. I segnali c’erano da tempo, ma non li si è voluti ascoltare e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I Talebani che sono tornati al potere in Afghanistan hanno riportato il paese indietro di anni, imponendo una forte repressione dei diritti delle donne. La Russia sta portando avanti le sue mire espansionistiche per ripristinare la vecchia Unione Sovietica, applicando la legge del più forte. Gli Stati Uniti hanno annullato il diritto all’aborto, tornando indietro di cinquant’anni. In Italia, anni di lotte per i diritti del lavoro sono stati cancellati da una politica sottomessa alle imprese e da gente che non ha lottato per difendere quanto conquistato, con il risultato che ora ci si lamenta se per lavorare si devono fare turni stancanti con paghe bassissime. E questi sono solo alcuni esempi di quello che sta accadendo: invece di percorrere la via dell’evoluzione, la razza umana ha decisione d’imboccare quella della regressione.
Donne che contano meno degli uomini, uomini che si sentono superiori ad altri uomini e impongono con la forza la loro volontà, imprenditori che trattano i lavoratori come i nobili trattavano la plebe o la schiavitù: in poco tempo si sta tornando indietro di decine di anni, se non di più. Regimi e dittature stanno prendendo sempre più piede, e così gli estremismi, per non parlare di chi nasconde il proprio menefreghismo ed egoismo dietro la parola pace (solo per dirne una, in Italia una certa fetta della popolazione chiede agli ucraini di arrendersi per far finire il conflitto per poter tornare alla vita di prima e non dover avere a che fare con i rincari dovuti alla guerra scatenata dalla Russia).
Stiamo tornando ai tempi in cui chi era più forte e violento dettava legge: si possono usare tutte le parole e le frasi che si vogliono, ma questa è la realtà. E se a questo ci si aggiunge che, dopo due anni di Covid, con la pandemia ancora in corso, ci si comporta come se non fosse mai esistito, allora si può comprendere il livello di responsabilità della maggior parte delle persone. Questo significa che dagli errori e dalle lezioni che la vita impartisce non s’impara nulla e quindi l’evoluzione è solo un’utopia, e si sarà obbligati a fare i conti con i frutti che la regressione porterà. Perché di questo passo, le cose non sono destinate certo ad andare per il meglio.
È una lunga storia, che comincia negli anni ’70, tra shock petrolifero e recessioni, e la restrizione del welfare in tutto l’occidente.
A poco a poco siamo arrivati a uno stato di immiserimento diffuso, anche se ovviamente non per tutti (tanti privilegiati ce li abbiamo ancora, godiamone!). Fattori macroeconomici e di politica globale indicano chiaramente che un recupero non è affatto vicino. Anzi… anzi.
Per quanto riguarda i Talebani, comunque, se gli Afghani non li volevano, c’erano le armi e le munizioni, c’erano gli addestratori e i soldi per gli stipendi. Avrebbero potuto combattere, anziché squagliarsi nel giro di una settimana o due.
Il perché non si sia opposta una gran resistenza su quello che hanno fatto (e stanno facendo) i talebani è un bel mistero.
A mio parere, il livello culturale del paese non è molto meglio, anche se ci sono state delle manifestazioni contro i Talebani inizialmente (ma una volta che i riflettori sono spostati altrove, qualsiasi atto di opposizione lo paghi caro). Le truppe, poi, non erano pronte a resistere perché erano troppo deboli e demotivate, salvo qualche unità magari anche valida, ma che sapeva di non potercela fare senza l’appoggio USA. Pertanto, quando il ritiro è stato annunciato, c’è stato poco combattimento, probabilmente anche per via di trattative sottobanco.
Ovvero: se sai che il paese comunque cadrà in mano ai Talebani, cosa fai, ti fai ammazzare? Tanto vale prendere un compenso in denaro (se te lo danno) e la promessa di avere salva la vita, e cambiare uniforme…
Quanto agli USA, semplicemente si erano stancati di stare lì da vent’anni e di versarci una marea di soldi, per vedere poi che la situazione non migliorava.
Il che riporta al piegarsi alla legge del più forte.