Sul sito di Bruno Bacelli c’è un articolo inerente quello che sta succedendo in Spagna riguardo la Catalogna: le motivazioni di questi eventi che stanno colpendo il paese non sono proprio chiare, mentre chiare invece sono le conseguenze, ovvero per niente positive. Quello della Catalogna non è l’unico tentativo di staccarsi da un corpo più grande: c’è già stato per esempio quello della Gran Bretagna dall’Europa, per non parlare dei continui discorsi che da tempo si sentono in Italia. Tentativi di ribellione per l’autonomia e l’indipendenza che spesso finiscono in un fallimento.
Secondo quando scritto nel Libro delle Epoche di Igor Sibaldi, tali fallimenti sono annunciati. Secondo l’autore, la storia è divisa in periodi, ognuno di sei anni, contraddistinto da determinate caratteristiche; quella in cui si sta vivendo, che va dal 2012 al 2018, è denominato Non si può più aiutare nessuno, un periodo che determina la fine di tutto ciò che è invecchiato, che non è più in grado di cambiare, e anche per il nuovo che non è ancora riuscito a cambiare e avrebbe bisogno di aiuto (1).
Vengono riportati diversi esempi di periodi uguali che si sono già incontrati nella storia, perché essi sono qualcosa di ciclico che si ripete con regolarità.
Nel 1796-1802 le coalizioni delle potenze europee, ormai arcaiche, venivano sconfitte una dopo l’altra da un gruppo di giovanissimi generali, tra i quali Napoleone Bonaparte. Le ribellioni fallirono: la rivolta di Liegi, la Rivolta irlandese contro il dominio inglese, la lotta di Toussaint L’Overture per l’indipendenza di Haiti.
Nel 1868-1874 ci fu la caduta del millenario Stato della Chiesa mentre l’Italia si andava formando; stessa cosa accadeva in Prussia, che si ritrovò a sconfiggere la Francia di Napoleone III, nostalgica del suo recente e glorioso passato. Ci fu la repressione della Comune di Parigi, per non parlare del tremendo Criminal Tribes Act, secondo il quale il governo britannico dichiarava centosessanta etnie indiane portatrici di incurabili impulsi criminali ereditari e perciò candidate all’estinzione forzata.
Il periodo che va dal 1940 al 1946 non ha bisogno di tante presentazioni, con la Germania nazista che devastava l’Europa, colpendo soprattutto popoli legati al suo passato remoto (britannici ed ebrei). Si ebbe il trionfo di potenze innovatrici, come gli Stati Uniti. Con Auschwitz e Nagasaki l’uomo scoprì nuovi e più profondi abissi di odio, ferocia e brutalità, che ancora oggi non è riuscito a comprendere, ma che continua a perpetrare.
Che dire del 2012-2018?
Che sta ripetendo lo stesso copione, basti pensare ai capi attuali degli Stati Uniti e della Corea del Nord, con il loro modo di fare sprezzante e arrogante che istiga all’odio e alla violenza. Si può credere o meno alle teorie dell’autore (l’esistenza del Soggetto Collettivo, della Bestia, che possono sembrare qualcosa di fantasioso ma che invece rappresentano aspetti della realtà, sono solo chiamati in altro modo), ma dinanzi ai fatti non ci si può tirare indietro: periodicamente si ripetono gli stessi errori. Il motivo è semplice: l’uomo non impara dai propri sbagli, senza contare che l’esperienza personale non può essere trasmessa alle generazioni successive, che devono imparare in prima persona gli errori compresi da chi li ha preceduti. In questo periodo si deve fare i conti con un’aggressività e una violenza (verbale e fisica) crescente. I mezzi d’espressione attuali (media, ma soprattutto i social) aiutano questa diffusione, hanno abbattuto le barriere e i freni che c’erano prima, dove si crede di poter dire tutto quello che passa per la testa, anche se sarebbe penalmente perseguibile (pensate a quello che dicono i politici italiani ai propri avversari, per esempio “Ti bruceremo vivo”). Purtroppo, ormai ci si è fatta l’abitudine e simili atteggiamenti vengono fatti passare come normalità, quando invece sarebbero da condannare e punire con la galera; è diventato qualcosa di così radicato che è difficile da estirpare. Come scritto da Sibaldi, forse è proprio vero che non si può più aiutare nessuno.
1. Libro delle Epoche. Igor Sibaldi. Frassinelli 2010 pag.136
Grazie per la citazione. Per quanto riguarda la storia, non avendo letto il libro di Sibaldi non posso valutare nello specifico. Io non credo ai corsi e ricorsi storici, ma certamente nel tempo si ripresentano situazioni simili a quelle vissute nel passato. Si può decidere di staccarsi da un altro corpo (statale o multinazionale, e questo secondo caso è quello della Brexit), tutto è legittimo per carità, a patto di avere chiare le conseguenze… agli Inglesi era stato detto che fuori dalla UE sarebbero stati meglio, chi lo sa se è vero, sembra stiano andando incontro a costi imprevisti… personalmente io sono contro questa Europa bancocentrica e germanocentrica, ma certamente non mi nego le grosse difficoltà – per l’Italia – dell’uscita sia dalla moneta unica che dall’area economica comune. Nel caso della Catalogna però esisteva sì una magioranza parlamentare, ma NON UNA MAGGIORANZA DEI VOTI quindi la secessione del fuggiasco Puigdemont era una cosa farlocca fin dall’inizio. Intendiamoci, se ora Madrid dovesse trattare male i Catalani, potrebbe riuscire a donare la maggioranza ai secessionisti in un batter d’occhio…
Figurati: il tuo pezzo è stato fonte di riflessione.
Il Libro delle Epoche di Sibaldi l’ho trovato interessante: a qualcuno potrà far storcere il naso il modo in cui pone le sue osservazioni, ma sono osservazioni pertinenti e fanno prendere coscienza di certe situazioni. Di certo fa riflettere.
Penso anch’io che certe situazioni si ripetano perché non si riesce a imparare da chi ha preceduto.
Nello specifico non posso dire molto su Inghilterra e Spagna, ma di certo non si sono valutate debitamente le conseguenze di certe scelte.