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Mondo dei Sogni

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I sogni sono sempre stati fonte d’interesse dell’uomo. Fin dall’antichità vengono studiati, analizzati, per cercare di comprendere il messaggio che si nasconde dietro le immagini oniriche. Chi era in grado d’interpretarli era tenuto in gran considerazione, come è mostrato nella Bibbia con Giuseppe che, grazie alla sua capacità, dopo essere stato venduto dai fratelli, in Egitto diviene una delle persone più potenti e rispettate del regno.
Dai sommi sacerdoti e agli sciamani si è giunti agli psicologi, a Freud e Jung, per capire il meccanismo che li genera. Si sa che sono un modo per visualizzare stati interiori, blocchi, paure che coscientemente non si vogliono affrontare o di cui non si ha conoscenza: dubbi, ansie, che durante il periodo di veglia si controllano, ma che saltano fuori dall’inconscio quando le barriere della mente s’abbassano durante il riposo.
Se vogliamo possono essere un modo per conoscere se stessi, per analizzare quelli parti che si cerca d’eludere: un modo per mettersi di fronte a ciò che si cerca di sfuggire. Certo il linguaggio non è diretto, usa una simbologia particolare di cui occorre avere la giusta chiave di lettura; soprattutto occorre andare oltre a ciò che viene mostrato, soffermandosi sulle emozioni che stanno dietro quello che accade nel sogno.
Un ottimo mezzo di conoscenza di se stessi, ma non solo. Gli antichi sapevano che erano molto di più. Sogni premonitori, capaci di mostrare eventi futuri. Sogni capaci di far vedere quello che accade a persone lontane cui si è legati.
Non solo.
Attraverso i sogni si possono raggiungere profondità sconosciute, superare le barriere imposte dal vivere quotidiano, dalla materialità; un modo che mostra come si è collegati all’essenza che permea ogni cosa. Qualcuno lo chiama inconscio collettivo, qualcuno divinità; la realtà è che esiste qualcosa di più grande di quanto si vede e conosce, che ancora è da scoprire. Per questo la simbologia nei sogni, anche per popoli di razze e continenti diversi, è la stessa, mostra gli stessi significati, segno dell’universalità del creato e del giungere dalla stessa origine.
Un mondo di cui si è sfiorato solo la superficie, che ha tanti segreti da mostrare.

Il sole del mattino trovò i viaggiatori intenti a fare colazione, seduti alla base delle colonne dell’imponente costruzione.
«Sai, sei davvero un oratore straordinario.» Stava dicendo Lerida a Ghendor. «Il tuo modo di descrivere come doveva essere questa zona ha fatto sorgere la sua immagine nella mia mente, tanto da sognarla questa notte.» Prese a raccontare con enfasi. «Durante il sonno ho visto edifici bianchi come il lastricato, con ampi portici sorretti da colonne di lucido marmo, pieni di lavorazioni.
I piedistalli non erano più vuoti: ognuno aveva una statua. Rappresentazioni di saggi, sacerdoti, esseri alati, animali, ma anche scene di vita, capaci di comunicare emozioni pervase da una strana energia. Si trovavano sul sentiero dal quale siamo arrivati, intorno alla piazza, nei giardini: avessi visto com’erano curati e ordinati. Le siepi erano perfette e non c’erano erbacce nelle aiuole. Riuscivo a sentire il loro profumo ed è strano: di solito nei sogni non si percepiscono.» Si fermò a ricordare. «C’era gente dappertutto: nelle case, nelle strade, nella piazza. Gente d’origine diversa, vestita con gli abiti dei propri paesi. Camminavano e parlavano tra loro a proprio agio, non come spesso si vede nelle nostre città dove non ci si cura dell’altro e lo si guarda con sospetto. Anche se non conoscevo nessuno, mi sentivo parte della moltitudine. Non ricordo cosa le persone dicessero, ma erano tutti in armonia: sui loro volti c’era serenità e anch’io la provavo.» Le s’illuminarono gli occhi. «A un certo punto tra la folla mi è venuto incontro un uomo, uno di quei vecchi saggi dalla lunga veste e barba bianca, e senza dirmi niente mi ha fatto cenno di seguirlo. Era come se gli altri non ci vedessero, come se fossimo invisibili e senza forma. Siamo passati di fronte alle biblioteche fino ad arrivare al tempio; i bassorilievi del frontone erano integri e sopra di essi vi era un sole fatto d’oro che rifletteva la luce. C’era una marea di gente che entrava e usciva, ma non siamo entrati: siamo passati di fianco al recinto argentato e abbiamo superato il tempio. Ci siamo addentrati in una zona verde e abbiamo camminato a lungo; poi sono stata avvolta in una calda luce e mi sono sentita bene.» Sospirò felice. «Era solo un sogno, però sembrava così veritiero.» Si fermò guardando i compagni. «Che cosa c’è?»
Gli altri tre la stavano fissando straniti, scambiandosi occhiate stupite. Ariarn fu il primo a rispondere.
«Ho fatto lo stesso sogno, solo che nel mio c’era una giovane donna a guidarmi.»
«Cosa inconsueta, ma sembra che siamo stati collegati.» Disse Reinor. «La stessa cosa vale per me: ero guidato da una figura completamente ammantata.»
Ora fu Lerida a rimanere stupita. «Incredibile.» Mormorò. «E tu Ghendor cos’hai visto?»
«La figura che mi guidava era avvolta in un alone luminoso e potevo percepire solamente che era umana: altro non sono riuscito a scorgere.»
I quattro si guardarono a metà tra il divertito e lo stupito.
«Credete che sia stato veramente così questo posto? Abbiamo sognato il passato?» Chiese Lerida.
«E’ un azzardo affermarlo, ma è probabile che sia stato così.» Disse Reinor. «Secondo gli studi degli atenei, negli oggetti rimane traccia delle esperienze e delle emozioni della gente che vi è venuta a contatto. Più è forte l’emozione e più s’insinua nell’oggetto caricandolo di un certo tipo d’energia che arriva a farsi percepire anche dalle persone normali, influenzandole, facendo provare paura, tristezza, attaccamento, pace, serenità. Questo luogo n’è un esempio: la fede e l’armonia di chi è stato in questi luoghi devono essere stati tali da mantenersi a lungo.»
«Oppure c’è dell’altro.» Intervenne Ghendor. «Qui davvero un tempo c’era qualcosa di speciale, di superiore e la sua presenza persiste. Forse gli uomini di allora avevano trovato quello che la Rivelazione adesso ci sta mostrando a piccoli passi.»
«Forse sono vere tutte e due.» Disse Ariarn. «Ma non abbiamo modo di verificarlo. Sta di fatto che questa notte abbiamo avuto un riposo come non accadeva da tempo.»
Periin passò loro accanto; era la prima volta che lo vedevano da quando si erano svegliati.
«Tu cosa hai sognato?» Domandò Lerida.
Lo sguardo che gli videro era uno dei più duri avuti da quando lo conoscevano.
«Mi fa piacere che siate sereni e che le vostre preoccupazioni siano i sogni della notte.» Disse atono. «Ma vi ricordo che la realtà è ben diversa. Quando avrete finito e vorrete continuare il viaggio, fatemelo sapere.» Si girò, andando a riprendere lo zaino lasciato tra le colonne.
«Oggi è più di cattivo umore del solito.» Costatò la mezzelfa.
«Però è ora di riprendere il cammino.» Disse Reinor.

8 comments to Mondo dei Sogni

  • I sogni sono sempre stati un mio cruccio. Ce ne sono alcuni che faccio da quando ero una bimba, e sono sempre angoscianti. Anch’io sono convinta che i sogni siano l’espressione di un sentimento o di uno stato d’animo, ma c’è da riflettere sul fatto che per anni molti facciano sempre gli stessi sogni ricorrenti: evidentemente lo stato d’animo che li genera non cambia nel tempo. Non siamo in grado di affrontare noi stessi.

    • Le ragioni dei sogni sono tante, Giulia, come tante possono essere le influenze, esterne ed interne. Prova quando ti svegli, quando il ricordo è ancora vivido a scrivere quanto sognato: aiuta a scaricare le emozioni provate e rileggendoli si riesce a capire cosa c’è dietro.
      Nei prossimi post analizzerò alcuni scopi del sognare, la loro funzione.

  • l’ho fatto questo “esercizio”. Mi avevano anche detto (ma non so se sia vero) che in teoria si smette di fare i sogni ricorrenti quando si è compreso il loro significato.
    Io però continuo imperterrita a svegliarmi angosciata e ultimamente i due principali sogni ricorrenti si mescolano l’uno con l’altro. Roba da infarto 🙂

    • Scrivere aiuta la comprensione, ma finché non si è risolto lo stato d’animo che li genera, facendolo dissolvere, i sogni si ripresentano. E anche se si riesce a superarli, può succedere che saltuariamente possano ritornare qualora ci s’imbatta in esperienze che ricordano e fanno ripetere le emozioni provate, riproponendo i sogni.
      Certe “ferite” possono essere curate, ma non guarite. Questo almeno è il livello che sono riuscito a comprendere finora.

  • Concordo. Ed è per questo che i tornadi non abbandoneranno mai i miei sogni 🙁

    • Tornado, elemento distruttivo, aspetto violento dell’aria; foriero di pericoli, perdite. Infatti dove passa porta rovina, travolge ogni cosa, lasciando macerie come tracce del suo passaggio. Probabilmente sta a indicare instabilità nei rapporti, eventi che hanno scosso le fondamenta del vivere quotidiano, causanti traumi, divisioni: la perdita della stabilità che è stata spazzata via all’improvviso, i cui pezzi non possono essere rimessi insieme.

  • si vedo che hai letto la mia biografia 🙂

    • sono andato a rileggere la biografia, ma non mi sembra rivelare nulla…hanno dato più indicazioni le “chiaccherate” in rete e l’espressione del pensiero attraverso post e commenti 🙂
      oltre alla simbologia onirica, naturalmente 🙂

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