La Germania è campione del mondo di calcio.
Per quello che si è visto, un risultato che premia i più meritevoli. Perché la Germania è stata più squadra delle altre: coesa, dove si è vinto grazie al collettivo e non ai singoli, anche se c’erano tanti buoni e ottimi giocatori. Soprattutto ha vinto perché si è saputo pianificare, organizzare, investire, saper guardare avanti; cosa che è stato fatto in tutti i settori, non solo in quello sportivo.
Serietà, professionalità, capacità, impegno: ecco gli elementi che hanno permesso di conseguire l’obiettivo. Ecco come si spiega il perché in questi ultimi anni la Germania è una delle nazioni più forti economicamente e con un certo tipo di sviluppo. L’esatto opposto dell’Italia, che è in caduta libera praticamente su tutti i fronti, impreparata e disorganizzata ai massimi livelli, quando non totalmente confusa.
A parte la vittoria finale che ha premiato il merito, sono stati brutti Mondiali, nonostante le parole di Blatter per abbellire il quadro (il Mondiale dei Mondiali, i Mondiali migliori) e per le quali poi tutti si sono accodati nel trovarsi concordi con lui. Lo spettacolo ha latitato, di partite veramente avvincenti e divertenti ce ne saranno state un paio, tutte le squadre partecipanti allo stesso livello e non certo con valore al rialzo: il livello era medio, tendente al basso, niente a che vedere con squadre del passato. Si sono viste partite spesso noiose, che si sono risolte ai supplementari o ai rigori, con molti falli che hanno portato a infortuni anche gravi (vertebra rotta per Neymar e tibia e perone fratturati per Onazi).
E’ stato un Mondiale con tante polemiche, partito e sviluppato male, dove si è sacrificato troppo per lo spettacolo e il guadagno a tutti i costi, dove i ricavi saranno per pochi e le spese ricadute sui ceti più bassi.
Questi Mondiali sono stati un fallimento non solo per i brasiliani che si aspettavano, essendo la nazione ospitante, d’essere i vincitori, ma anche per lo sport, perché lo sport è stato messo in secondo piano per il ricavo economico; senza contare le solite prese in giro di chi è al potere e tira acqua al proprio mulino per elogiare il proprio operato e far vedere le cose per quello che non sono.
Ormai non ci si meraviglia o scandalizza più: ormai si conosce il gioco ed è cosa che è venuta a stancare, andando a cercare altrove qualcosa di meglio da vedere e da fare.
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