Perché il nuovo possa nascere, il vecchio deve morire.
E’ una legge che la sapienza trasmessa dalla saggezza da sempre insegna, il principio che sta alla base del cambiamento e dell’esistenza.
Così è per l’uomo (che dopo ogni esperienza, anche se in apparenza rimane uguale, muta perché ciò che era stato scompare e viene sostituito da ciò che è divenuto), così è per i mondi.
Spesso si parte dall’idea che il nuovo sia qualcosa di positivo e migliorativo rispetto a quanto è stato; un’evoluzione che abbia rafforzato gli aspetti buoni e sia andata a correggere o eliminare i lati negativi.
Una linea di pensiero corretta, basta avere una conoscenza e una consapevolezza tali da permettere di muoversi in maniera costruttiva e mirata. Se vengono a mancare queste condizioni, l’esito può non essere quello preventivato, ponendo in una condizione peggiore di quella che si era conosciuta.
Questo è l’inizio dell’articolo che ho scritto per Effemme sulla trilogia dei Mistborn di Brandon Sanderson. Infatti, il numero 5 della rivista è dedicato alla tematica dei mondi fantastici e ho voluto approfondire la conoscenza dello scenario creato dallo scrittore americano, sfruttando questa opportunità per parlare della nascita di un mondo, dello sviluppo della sua cultura, delle sue leggende e di quanto della propria storia va smarrito. Un fatto davvero grave, dal quale gli esseri umani hanno solo da perdere, dimenticando lezioni importanti che li portano sovente a ripetere gli stessi errori, se non a commetterne dei più gravi: la mancanza di conoscenza è sempre un male, l’ignoranza non porta mai a nulla di buono.
La letteratura fantastica un’altra volta ancora dimostra che non solo è un modo per passare ore piacevoli, ma anche per apprendere insegnamenti, come si fa con la storia; non importa che sia la storia di un mondo che esiste nell’immaginazione e non nella realtà, perché la forza del sapere in essa racchiusa è la chiave per far sì che il cambiamento sia qualcosa di positivo, che porta il frutto dell’evoluzione e del miglioramento.
Spero che questo numero di Effemme ti sia piaciuto 🙂
Certo che m’è piaciuto 🙂