In questi ultimi tempi pare che il fumetto stia venendo rivalutato; tuttavia il cambiamento è lento e i pregiudizi sono duri a morire, specialmente quando si tratta del genere fantastico e supereroistico. Eppure, negli anni di opere che hanno dimostrato quanto questo tipo di narrazione possa essere profonda e di spessore ce ne sono state. Una di queste è Marvels – L’Era degli Eroi, scritta da Kurt Busiek e disegnata da Alex Ross. In quest’opera che confonde realtà e fantasia, i supereroi ci sono ma rimangono sullo sfondo, con protagonisti le persone comuni e le loro reazioni dinanzi a qualcosa di fuori dal comune, terrificante e meraviglioso: le Meraviglie (Marvels), come le chiama il fotografo Phil Sheldon. È attraverso di lui che vengono riportate le reazioni delle persone dinanzi alla comparsa dei supereroi; negli anni della sua carriera in ambito giornalistico vengono mostrati i sentimenti della gente comune dinanzi a qualcosa che va oltre il razionale. Dalla comparsa della prima Torcia Umana e quella di Namor agli X-Men, dai Fantastici Quattro a Capitan America e i Vendicatori, da Silver Surfer e Galactus a Spider-Man, Phil prova emozioni controverse: stupore, ammirazione, paura. Soprattutto però prova un senso di solitudine dinanzi a esseri viventi che non vengono compresi, ma che sono spesso accusati, perseguitati e costretti a vivere in solitudine per la loro diversità. Nello sguardo critico, che si fa però anche coinvolgere, di Phil non c’è l’epicità, l’esaltazione, delle imprese eroiche che spesso si crede di dover incontrare nei fumetti di supereroi: c’è spesso amarezza, delusione, per come il mondo agisce contro individui che non hanno avuta scelta, vuoi per nascita (Namor, la Torcia Umana, i Mutanti), vuoi per strani giochi del destino (Spider-man). Ma c’è anche paura che la sua famiglia venga coinvolta dalle lotte cui devono far fronte i supereroi o subisca la follia e l’isteria della gente impegnata a dare la caccia al diverso, come quando ospitano una bambina mutante.
Marvels, anche se appartiene al genere fantastico, è una storia che parla del reale; proprio per questo come disegnatore è stato scelto Alex Ross, famoso per il suo tratto iperrealistico. Con una gran cura per i dettagli, Ross per le sue tavole spesso ha fatto uso di persone per rendere al meglio i ritratti dei personaggi di Marvels, per riuscire a trasmettere l’umanità che si cela dietro una storia fantastica. Ma non è solo questo: mostra anche il cambiamento dei tempi, dato che la storia copre un arco di alcuni decenni. Si passa così dagli eroi che aiutano l’esercito americano a combattere i nemici della Seconda Guerra Mondiale (quindi visti come salvatori e liberatori), agli eroi caduti dal piedistallo, visti come a minaccia, che mostrano limiti e debolezze, segnando così la fine di un’innocenza che li voleva vedere perfetti e sempre vincitori.
Se a questo si aggiunge che le vicende di Phil Sheldon sono inserite perfettamente in storie realmente pubblicate dei supereroi, non si può non costatare che Marvels è una lettura davvero di spessore e che merita di essere fatta.
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