Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stardust Crusaders sono due serie OAV (la prima di sei puntate realizzata nel 1993, la seconda di sette realizzata nel 2003) che si rifanno all’omonimo manga, il terzo capitolo della saga Le Bizzarre Avventure di JoJo di Hirohiko Araki, scritto e disegnato tra il 1989 e 1992.
Come mostrato nella sigla iniziale, Dio Brando (l’antagonista della prima serie, Phantom Blood) è ancora vivo. Nello scontro finale con Jonathan Joestar, la testa staccata dal corpo di Dio Brando si è appropriata del corpo del rivale, per poi rinchiudersi in una bara prima dell’esplosione della nave su cui viaggiavano e di sprofondare nelle profondità marittime. Più di cento anni dopo, la bara viene recuperata e portata in superficie e il regno di terrore di Dio Brando ricomincia. Toccherà di nuovo alla famiglia Joestar occuparsi di lui, nei cui membri si sono risvegliati i poteri stand (capacità di percezione extrasensoriale che si concretizza in un corpo spirituale diverso da individuo a individuo) per via del ritorno del pericoloso nemico. Per opporsi al tremendo Dio Brando, il solo Joseph Joestar (protagonista della seconda serie, Battle Tendency) non basta; per questo, con l’appoggio di Mohammed Abdul (il primo del gruppo che si creerà che ha incontrato Dio Brando e a cui è sfuggito prima di essere schiavizzato), aiuta il nipote Jotaro a conoscere il suo potere perché si unisca a lui nella lotta contro il vampiro (divenuto tale grazie alla Maschera di Pietra, un potente artefatto azteco); ma per convincerlo definitivamente occorre che la madre di Jotaro perda il controllo sul suo stand e rischi di morire, a meno che il nemico che ha risvegliato tale potere non sia eliminato.
I tre fanno per partire alla volta del covo del vampiro, ma non prima che uno dei suoi schiavi, Noriaki Kakyoin, scagli un attacco contro di loro. Sconfitto da Jotaro e liberato dall’influsso del mostro, Noriaki si unirà al gruppo nella crociata, dando il via a un lungo viaggio dal Giappone all’Egitto. Un viaggio per nulla facile, con nemici sempre più pericolosi. Dopo aver sconfitto Jean Pierre Polnareff e averlo liberato dalla morsa di Dio Brando (anche lui si unirà al gruppo per trovare colui che ha ucciso la sorella, un altro sgherro del vampiro), avranno la meglio su un orango il cui stand è una nave prima di subire l’attacco di Hol Horse (il cui stand è una pistola capace di controllare la traiettoria delle pallottole) e J. Geil (possessore di due mani destre e assassino della sorella di Polnareff, il cui stand vive nel riflesso di ogni superficie riflettente).
Ma aver eliminato J.Geil attirerà l’ira della madre, Enya Geil, altra serva di Dio Brando che con il suo stand a forma di nebbia può controllare le persone ferite e anche i morti. Uno scontro difficile come lo sarà quello contro N’Dour (capace di manipolare l’acqua) e il subdolo Daniel J. D’Arby (che metterà in grave difficoltà il gruppo con il suo gioco d’azzardo scorretto e la capacità di trasformare le anime degli avversari in fiche) prima di arrivare finalmente al covo di Dio Brando in Egitto. La situazione si fa subito drammatica: nella bara dove pensano di trovare Dio Brando, scoprono invece un sorpreso e ferito Abdul, il quale sta per rivelare il segreto dello stand di Dio ma viene ucciso da Vanilla Ice, altro seguace del vampiro. Il nuovo nemico verrà sconfitto da Polnareff, ma richiederà il sacrificio di Iggy, un cagnolino con poteri stand inviato dalla fondazione Speedwagon come rinforzo alla missione.
Joseph e Jotaro, rimasti soli ad affrontare Dio, sono in grande difficoltà non riuscendo a colpire il nemico che evita i loro colpi con estrema facilità; solo l’intervento improvviso di Kakyoin, ritornato dall’ospedale per una ferita agli occhi, impedisce al vampiro di vincere, demolendo parte del covo e facendo entrare la luce del sole al tramonto.
La caccia inizia. Dio insegue Kakyoin e Joseph per ottenere il sangue di quest’ultimo che gli permetterebbe di avere il controllo definitivo del corpo del suo antenato. In una battaglia senza esclusione di colpi, Kakyoin mette in difficoltà Dio ma alla fine soccombe dinanzi al suo spaventoso potere, non prima però di aver lasciato un indizio per gli altri per capire il segreto dello stand nemico, The world.
Lo scontro finale tra Dio e Jotaro è eccezionale, con colpi di scena che si susseguono uno dopo l’altro in un crescendo adrenalinico, con Jotaro che dimostra non solo tutto il suo potere ma anche un sangue freddo fuori dal comune. Star Platinum, lo stand di Jotaro, arriva ad avere la stessa forza di The World (una cosa naturale, dato che derivano dallo stesso sangue) e anzi a superarlo, decretando la fine del vampiro.
Seppur rispetto al manga non abbia lo stesso numero di avventure e avversari, le due serie di Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stardust Crusaders sono perfettamente comprensibili e possiedono un ritmo che coinvolge sempre lo spettatore, non annoiandolo mai. Bella l’idea di far corrispondere a ogni stand una carta dei tarocchi, ottime le ambientazioni e la varietà di poteri mostrata. Il punto di forza di Stardust Crusaders non è solo mantenere sempre alta l’attenzione e la tensione nello spettatore, ma fare sì che gli scontri non si risolvano in una semplice scazzottata come succede in Dragonball: per sconfiggere il nemico la forza bruta non è sufficiente, ma occorre arrivare a conoscere tutto del suo potere, da come agisce, a quali sono i suoi punti deboli. Per questo è solo grazie all’astuzia di Jotaro che sfrutta il potere di Iggy in maniera non convenzionale che si riesce ad avere la meglio su N’Dour, capace di colpire a grande distanza gli avversari grazie al suo sviluppatissimo udito; è sempre grazie a Jotaro che, senza l’uso del suo stand, si riesce a sconfiggere Daniel J. D’Arby; per non parlare di come Kakyoin e Polnareff hanno la meglio su J.Geil.
Nel 2014 è stato fatto un nuovo adattamento anime di Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stardust Crusaders di 46 episodi, rendendolo più completo rispetto a quanto appena visto; tuttavia le due serie precedenti sono un’opera tutt’ora godibile e se ne consiglia la visione, specie per chi non sopporta le serie troppo lunghe.
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