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La prigione del mondo del lavoro

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Mentre si commentano e si fanno dibattiti sulle parole dei politici più in vista, le notizie importanti passano in sordina; una tecnica voluta per non far prendere coscienza dei reali problemi, per non dare vera informazione, perché l’informazione è potere e può abbattere i governi e le loro malefatte.
Così concentrando la maggior parte delle energie sulle esternazioni di certi uomini, si lascia correre l’aumento smodato delle Rc auto (ormai fuori controllo), il mobbing (tanto è un’invenzione, un elemento che non esiste; lo si nega, alla stessa maniera di certi che negano l’esistenza dei campi di concentramento) e le morti bianche.
Senza contare Federmeccanica che firma deroghe per smantellare il contratto nazionale (ed effettuare così contratti a suo favore, dove i lavoratori non hanno certo da guadagnarci). E mentre accade questo in Italia, in Grecia si vara una legge per perseguire penalmente i camionisti che stanno scioperando. Motivo: fanno perdere soldi. Ma il fine dello sciopero serve appunto a questo: colpire nell’unico punto debole degli imprenditori. L’unico modo per difendere e ottenere diritti. E lo si vuole togliere perché si vuole avere il controllo assoluto.
Tutto quello che succede è una coincidenza? Non esistono coincidenze: solo l’illusione delle coincidenze.
Si vogliono togliere i diritti, la libertà, far essere schiavi dell’economia e del profitto. I segnali ci sono, si sta tornando indietro: quanto ancora si vuol lasciare andare avanti questa cosa? Quando sarà troppo tardi, quando non si avrà più niente e si dovrà riconquistare tutto da capo?
Cambiano i tempi e i modi, ma la schiavitù rimane.

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