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Il Potere dell'Ignoranza

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George Orwell è stata una persona acuta, un attento osservatore, capace non solo di realizzare opere che mostravano lati del momento storico in cui viveva, ma soprattutto capaci di essere attuali in qualsiasi periodo. Sì, perché come tanti aveva compreso che gli individui sono portati a ripetere gli stessi errori, in qualsiasi epoca. Questo perché sono pochi gli esseri umani che evolvono, i più ristagnano nella stessa condizione generazione dopo generazione.
Passano gli anni, ma le cose rimangono sempre le stesse. E’ quanto avviene in La Fattoria degli Animali, un’opera realizzata da questo scrittore.
L’errore che fanno molti quando conducono una rivoluzione, o un cambiamento, è dopo aver abbattuto un sistema cercare di crearne un altro: un errore che si pagherà sempre a caro prezzo se non si è consapevoli dei meccanismi passati e dei frutti che hanno dato. Gli intenti sono sempre buoni all’inizio ma il richiamo del potere, con la sua malia dell’aver controllo sugli altri, dimostrando la propria supremazia, è capace di traviare anche le menti più illuminate, figurarsi quelle egocentriche.
Ma a prescindere dagli intenti di chi vuole ottenere il potere, la creazione di certi sistemi di vita che sottomettono e condizionano è dovuto al lasciar correre delle persone che preferiscono avere una vita senza pensieri, restando in un’ignoranza che non li faccia riflettere.
Sì, l’ignoranza è un potere su cui chi sta al comando fa affidamento, perché gli dà un ampio margine di manovra e gli permette di sfruttare enormi numeri d’individui che gli conferiscono la forza che li fa apparire grandi. Masse che li seguono come branchi di cani e pecore, animali che stanno a rappresentare la mentalità che segue, che riceve ordini senza stare a pensare: esecutori che non si soffermano a pensare a quanto stanno facendo, una forza atta solo ad agire, masse manipolabili da slogan e semplici motivetti che delineano la realtà semplificandola in buono o cattivo, senza soffermarsi a pensare che la realtà ha molte sfaccettature e che le delineazioni non sono poi così nette.
Proprio su questo punta la propaganda (Clarinetto), una grande macchina mediatica che manipola i fatti, la verità e li piega ai voleri del governo come avviene in ogni dittatura, fornendo menzogne e illusioni, per sfruttare le persone e avere il loro supporto incondizionato. Un annebbiare la comprensione e la consapevolezza di quello che succede, una macchina del fango che rende tutto torbido per prevenire qualsiasi minaccia al potere. Una macchina che fa leva sulle paure delle persone, creando nemici o paventando il ritorno di orrori del passato, di mali che riducono il benessere degli individui, che continua a cambiare le carte in tavola, modificando le regole a proprio piacimento.
Così succede nella fattoria, dove le regole scritte sul muro vengono cambiate a seconda del bisogno dei capi, un’ipocrisia che cerca di mantenere un ordine che è a favore di pochi, ma che proclama uguaglianza per tutti. Regole che possono essere cambiate perché nessuno sa leggere e chi ne ha la capacità non le mette a disposizione degli altri, rendendosi responsabile alla stessa maniera dei despoti. L’inerzia e il non opporsi al malfatto è sullo stesso piano dello sfruttamento e dell’oppressione. E’ questo che fa l’asino Benjamin, che rifiuta di mettere le proprie capacità al servizio degli altri, al bene della comunità: è questo che fa chi ha cultura, ritenendosi depositario di grandi conoscenze ma che le lascia ferme, senza dare frutto. La conoscenza, se non viene messa in pratica, non serve a niente, è solo sterilità. E la rassegnazione, credere che non si possa fare niente per cambiare le cose, è un modo indiretto per sostenere il potere e farlo proliferare.
Anche chi ha buone intenzioni, chi reputa ingiusti i soprusi e si preoccupa per gli altri (come Berta) o chi lavora onestamente (come Gondrano), ma non fa nulla in concreto per opporsi alle ingiustizie va annoverato tra i responsabili.
Così è la gente comune, che non commette crimini, rispetta le regole, ma si lascia sfruttare e lasciandosi sfruttare non fa che peggiorare le cose. Il suo non occuparsi dell’agire di chi governa, di non porsi domande sulla giustezza delle azioni altrui è una delle ragioni per cui tante nazioni e popoli sono stati portati alla rovina.
Questo comporta voler avere una vita tranquilla, magari spensierata, come viene mostrato dalla giovane cavalla Mollie, che pensa solo a indossare bei nastri: è quanto fanno le giovani generazioni che pensano solo a se stesse e a divertirsi, a essere superficiali ed egoiste. Generazioni viziate e irresponsabili come lo è stata l’aristocrazia del passato.
Finché ci saranno questi presupposti, esisteranno sempre dei Napoleon, l’incarnazione del desiderio del potere.

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