Che cosa colpisce quando si legge o si ascolta una storia?
Certo la capacità di provare emozioni, di riflettere su questioni o aspetti della vita; la capacità di immedesimarsi nei personaggi, di rivivere con loro passaggi dell’esistenza.
E’ quello che hanno fatto molti lettori leggendo la saga di Harry Potter di J.K.Rowling. Una buona saga, anche se non perfetta, dato che presenta dei buchi e degli sviluppi poco credibili, che sanno di forzatura, e che alla fine è stata tirata forse un po’ troppo per le lunghe (quando si entra nel giro, la libertà viene limitata e spesso ci si deve piegare alle leggi del business). Ma la scrittrice inglese è riuscita a mostrare i vari passaggi dell’età, dall’infanzia all’adolescenza alla maturazione, in modo convincente: con il passare degli anni e l’avanzare nella crescita, l’atmosfera magica di quando si era bambini si dissolve, portando ad affrontare maggiori difficoltà a la perdita del velo di illusioni che si aveva. Crescendo si comincia a vedere la realtà, le persone, per quello che sono, vedendone non solo le luci, ma anche le ombre: c’è perdita, sicuramente, e si scopre che l’idealizzazione è un limite doloroso da superare e che la perfezione non esiste, ma questo porta a essere maggiormente consapevoli, a raggiungere una comprensione che porta a essere individui più completi.
Chiunque, riflettendo sulla vita, è arrivato a capire che le persone (professori, genitori) che si vedevano così grandi da piccoli, quasi degli dei o degli eroi, non erano altro che individui con lati positivi e negativi e questo ha portato con sé una certa amarezza e delusione. E si è arrivato a capire che nella vita tutto cambia, che le cose non sono mai come le si vedevano nel passato e questo perché le situazioni, gli eventi e le persone cambiano, ma soprattutto è se stessi che si cambia e con esso la prospettiva con cui si guardano le cose. E a quel punto tutto non è più come prima e se ne ha solo il ricordo dolceamaro.
Ma il successo della saga di Harry Potter non è dovuto solo al mostrare la crescita dei personaggi attraverso i quali i lettori si riconoscono (il tempo della scuola, degli esami, delle prime cotte), ma anche al fatto che va a toccare qualcosa di sottile, di recondito, ai margini della coscienza. Va a risvegliare immagini di archetipi ben fissati nella nostra mente: castelli, maghi, fantasmi, foreste, sotterranei, creature del mito e della leggenda. Tutti elementi capaci a livello inconscio di trasmettere insegnamenti, di dare comprensione.
Se a questo si aggiunge che tutti almeno una volta nella vita hanno desiderato l’esistenza di un posto magico per poter allontanarsi dalla realtà, trovare un rifugio, si può comprendere perché questa serie di libri è stata letta da così tante persone.
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