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Il castello invisibile

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Il castello invisibileTratto dall’omonimo romanzo, il film Il castello invisibile vede come protagonista Kokoro, una ragazza delle scuole medie che ha smesso di andare a lezione; all’inizio non si riesce a capirne la ragione: viene da pensare che sia malata, che abbia dei problemi di salute, ma sta di fatto che c’è qualcosa che la fa stare male al punto da non riuscire a frequentare la scuola. La madre, preoccupata, le fa frequentare una struttura speciale, L’Aula del Cuore, dove, con l’aiuto della professoressa Kitagima, spera che il problema si risolva.
Kokoro appare come una ragazza introversa, riservata, che non si apre con gli altri, tenendosi tutto dentro; per questo anche i rapporti con i genitori si fanno più difficili. Passa così le giornate a casa, in maniera apatica; ma un giorno, lo specchio in camera sua s’illumina e lei, incuriosita, l’attraversa. Si ritrova davanti a una bambina con una maschera da lupo sul volto e a un castello situato in mezzo al mare; in modo poco ortodosso viene fatta entrare e lì scopre che ci sono altri sei ragazzi che sono stati invitati al castello e che hanno la possibilità, trovando una stanza segreta, d’esaudire un desiderio. Tuttavia hanno una possibilità di scelta: esaudire il desiderio dimenticandosi di tutta l’esperienza e le amicizie fatte, oppure rinunciare al desiderio e mantenere i ricordi di quanto vissuto insieme per tutto l’anno scolastico (questo il tempo che hanno a disposizione per stare nel castello e trovare la chiave). Devono rispettare però una regola: ritornare nel mondo reale entro le cinque del pomeriggio, altrimenti verranno divorati da un grande lupo.
Dopo aver ascoltato le parole della Venerabile Lupo (la bambina con la maschera), i sette ragazzi (quattro maschi e tre femmine) esplorano il castello, ma senza darsi tanta pena da subito a cercare la chiave. Col passare dei giorni e delle settimane, cominceranno a stringersi dei legami e a farsi più forti quando scopriranno che tutti sono stati vittime di soprusi in famiglia o a scuola; tutti provano un forte senso di isolamento e di solitudine, ma parlando tra loro riusciranno a farsi forza e a prendere coraggio. Scopriranno anche che frequentano la stessa scuola media (tranne uno, che però se non si fosse trasferito avrebbe frequentato lo stesso istituto) e decidono d’incontrarsi, anche se nessuno di loro, per via dei propri problemi, la frequentava più.
All’appuntamento però i ragazzi non si riescono a incontrare; Kokoro anzi scopre che non c’è nessuno che porti il nome degli altri sei ragazzi. Quando si rivedono, e ognuno dice che è andato all’appuntamento, uno di loro fa l’ipotesi che appartengono a mondi paralleli, ma la Venerabile Lupo smentisce subito la teoria.
Kokoro, dopo aver parlato con le altre due ragazze invitate nel castello ed essersi aperta rivelando il motivo per cui non va a scuola (è vittima del bullismo di una sua compagna di classe e delle sue amiche), parla con la madre di quello che la affligge e assieme affrontano la situazione; tornata a scuola, rivede l’amica con la quale non parlava più causa le bulle e andando a trovarla a casa prima che si trasferisca, capisce, vedendo un quadro che rappresenta la favola dei sette capretti, come trovare la chiave (ogni luogo dove i sette capretti si sono nascosti è un indizio per trovare la chiave della stanza segreta).
Mentre sta tornando a casa, vede qualcosa di strano accadere nella sua stanza: quando vi entra, scopre che lo specchio è andato in frantumi e uno dei ragazzi l’avverte che una delle ragazze è rimasta nel castello oltre l’orario ed è stata uccisa dal lupo. Stessa cosa poi è toccata agli altri.
Kokoro si fa coraggio e rientra nello specchio ancora funzionante, trovando la chiave seguendo le indicazioni date dal dipinto; raggiunta la stanza segreta, esprime il desiderio e salva gli amici divorati dal lupo, scoprendo dai ricordi lasciati quando sono stati divorati la verità che li riguarda (senza fare spoiler, avevo capito da prima il motivo per cui non si erano incontrati, non pensando ai mondi paralleli).
Essendo stato espresso il desiderio, dovranno tornare a casa e dimenticarsi dell’accaduto, ma con la consapevolezza che le difficoltà possono essere superate (verrà rivelata la natura della Venerabile Lupo e di quella del castello, ma questo è meglio che lo si scopra vedendo il film).
Il castello invisibile è sì un film fiabesco che raccoglie e unisce diverse favole e storie del folclore (dai Sette capretti a Cappuccetto rosso fino ad arrivare alla leggenda del pescatore che dopo aver soccorso una tartaruga viene invitato al Palazzo del drago e i racconti di Lewis Carroll), ma è anche una pellicola che con delicatezza affronta temi come bullismo, abusi familiari, delusioni, e tanti altri problemi che s’incontrano durante l’adolescenza (cosa fare da grandi, quale strada intraprendere). In tutto questo il castello rappresenta il luogo sicuro dove rifugiarsi, l’angolo di pace e tranquillità in cui ritrovarsi (un po’ come succede quando ci si rifugia nell’immaginazione per proteggersi da un realtà dura o crudele). Forse visivamente non è all’altezza di altre opere d’animazione (vengono in mente quelle di Makoto Shinkai), ma Il castello invisivile è una buona storia che alla fine della visione lascia una bella sensazione.

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