Il lavoro dà dignità all’uomo o gliela toglie?
Privato di un lavoro, un uomo può intendere la propria vita inutile. L’essere produttivo, contribuire a realizzare qualcosa, fa crescere l’autostima, fa sentire d’appartenere a qualcosa che è utile per gli altri. Essere partecipe di un processo costruttivo permette d’incanalare energie che se lasciate nell’ozio stagnerebbero portando a un lasciarsi andare e arrugginire le proprie capacità.
Inoltre, senza un lavoro non possederebbe un sostegno economico, venendo privato di servizi e venendo tagliato fuori dalla vita sociale. Purtroppo non possedere soldi in questo sistema limita e non poco quanto un uomo può fare, venendo messo ai margini della società.
Quindi il lavoro si può dire che dà dignità all’uomo.
Ma per avere un lavoro, quanta dignità si deve perdere? Quanto chi è al potere gioca su questa realtà e la utilizza per sfruttare chi sta in basso?
Le condizioni lavorative peggiorano sempre, i diritti sono sempre meno, si devono lavorare più ore per avere stipendi sempre bassi, che non aumentano mai, accettando di tutto per avere un posto di lavoro spesso precario, spesso somministrato da società interinali che pretendono che si lavori sempre per meno e che se ci si ammala mettono fuori, eliminano (un pò come succedeva nei lager tedeschi della seconda guerra mondiale: se un prigioniero si ammalava, veniva tolto di mezzo); un andare al ribasso che porta l’uomo a sacrificare tempo ed energie per avere poco tra le mani.
Il tutto immerso in una società che va sempre peggio, con un’economia stritolante, dove chi governa non fa nulla, ma pretende che la gente faccia sempre sacrifici, si dia da fare. Governanti che pensano solo a se stessi, che mancano di rispetto e prendono in giro, che non hanno mai fatto nulla di produttivo, che sono capaci solo di vivere alle spalle dei lavoratori e di succhiare tutte le loro risorse, facendosi mantenere senza dare nulla in cambio. La realtà è questa: si lavora perché gente del genere possa vivere tra gli agi senza fare assolutamente nulla.
Questa è dignità?
Il lavoro nobilita l’uomo? Chi lo sa. Se uno si ammazza 10 ore al giorno e non ha tempo di pensare a niente di diverso, credo di no. Negli altri casi, bisognerebbe vedere cosa farebbe uno con il tempo libero se non dovesse lavorare. Temo che molti si trastullerebbero in passatempi idioti, cederebbero a un sacco di vizi o si incollerebbero alla TV: questi forse è meglio che lavorino!
Il lavoro è necessario se si vuole sopravvivere, ma da quello che si sta vedendo sta divenendo qualcosa di degradante, costringendo sempre più le persone a ingoiare bocconi amari. Più che nobilitazione, si è di fronte a umiliazione.