Defiant conferma le impressioni che avevo avuto con Cytonic: la saga sci-fi di Brandon Sanderson è andata in calare. Con Skyward e Starsight, i primi due volumi della serie, la storia si era mantenuta su un buon livello, risultando coinvolgente e convincente, mentre con il terzo, il già citato Cytonic, si era cominciato ad avvertire una certa mancanza di mordente. Forse era stato l’immettere una sorta di giocare ai pirati di Spensa, forse era stata la specie di ricerca alla Indiana Jones (qualcuno potrà dissentire su quanto scrivo, ma tale è l’impressione che ho avuto leggendo Cytonic), ma ho trovato il tutto un poco fuori posto con l’ambientazione fantascientifica letta fino a quel punto. Sia chiaro: la fantascienza realizzata da Sanderson non è niente di complesso (nulla a che vedere con il mondo e la storia di Dune di Herbert), ma è godibile, almeno fino al terzo romanzo. Continua a esserlo anche con esso e dopo di esso, ma non è più la stessa cosa dell’inizio, non sorprende e non prende più allo stesso modo; è possibile che ciò dipenda dal fatto che la serie è indirizzata a un pubblico young adult e visto che ormai non ho più quell’età da un pezzo (gli anni si sono accumulati e così pure le letture fatte), la percezione e l’impressione sull’opera possono essere diverse (potrei dissentire su tale ipotesi, dato che i primi due romanzi mi erano piaciuti e mi avevano convinto e non è che ero adolescente quando li ho letti).
Una cosa però va detta: uno dei punti deboli più forti di Defiant è che si fa sentire con forza lo young adult, soprattuttto nella parte romance, quando Spensa comincia a partire per la tangente pensando a quanto è bello, quant’è figo il suo amato Jorgen. Niente in contrario con le storie d’amore: quella di Vin ed Elend nella saga di Mistborn era fatta bene. Quello che non va bene è lo scadere negli aspetti più negativi dello young adult, cosa che da Sanderson non si accetta, perché lo scrittore ha dimostrato cosa sa fare. Forse dipende dalle direttive editoriali, forse si è voluto realizzare qualcosa più per i giovani, dando insegnamenti come il non poter fare tutto da soli, contare sull’aiuto degli altri, fare parte di un gruppo così da non essere soli perché se si è soli si fa una brutta fine (questa è la lezione che si apprende mettendo a confronto Spensa e Brade) ma da un autore come Sanderson ci si aspetta altro.
Altro aspetto penalizzante del romanzo è il che vada tutto bene, non ci siano vittime. Se da un lato è comprensibile che si cerchi un modo differente di battere la Superiorità evitando di causare un gran numero di vittime, è però anche vero che è poco verosimile che questo accada realmente. Se fosse stato così fin da subito, forse la cosa si sarebbe accettata di più, ma è stato il cambiamento fatto durante il corso dell’opera che invece lascia un po’ perplessi; in Skyward, tanti piloti umani vengono uccisi, la stessa Spensa vede morire dei suoi compagni di squadriglia, mentre in Defiant solo uno dei suoi amici rimane ferito (perdita di un braccio, rimpiazzato da uno arteficiale che non fa risentire dell’accaduto). Sì, verso la fine c’è un sacrificio nella battaglia decisiva (come spesso accade in una certa tipologia di storie), ma nulla di più. Sembra che alla fine tutto vada per il meglio, con tutti che si ritrovano a tarallucci e vino.
Quello che però più penalizza la storia, almeno per quanto pubblicato in Italia, rendendola meno comprensibile, è il fatto di avere a che fare con eventi di cui non si è letto nulla; ci si ritrova all’improvviso a sapere di Jorgen che ha salvato Nonnina e Cobb dopo che erano rimasti bloccati in una trappola citonica a seguito di un iperbalzo. Ci si trova davanti all’alleanza creatasi tra umani, kitsen e UrDail pronta opporsi e ribaltare la Superiorità. Ci si ritrova a sapere che i citonici kitsen sono stati liberati dalla loro prigionia e ora sono ben lieti di combattere contro la Superiorità. Tutti eventi probabilmente narrati in Skyward Flight (libro integratico di Cytonic), come si può intuire dalle parole di Sanderson nei ringraziamenti finali in Defiant (sarà tradotto in italiano?)
Come in altre opere di Sanderson ci saranno sorprese, non tutto apparirà come si credeva, ci saranno battaglie, uno scontro risolutivo epico, Spensa avrà la resa dei conti con Brade, si scoprirà che ci sono tante razze di lumache con diversi poteri, la natura degli Eradicatori verrà approfondita (era già stato rivelata in Cytonic), ma ci sono anche elementi inutili per la storia di cui si poteva fare a meno (che senso ha ricostruire il caccia che un tempo ospitava M-Bot se poi non lo si utilizza e viene accantonato come si fa con l’involucro di un cioccolatino?).
Per quanto godibile, Defiant è un po’ troppo semplice, lineare e anche prevedibile, ma soprattutto è troppo young adult. Forse ci si aspetta sempre troppo da Sanderson visto quello che ha saputo dimostrare e questa è la ragione per cui si è così critichi con questo romanzo, ma con Defiant si poteva fare di meglio.
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