Con Avengers: Endgame si chiude un ciclo iniziato con il primo film Marvel, Iron Man. Senza fare spoiler, anche se ormai si sa già com’è finito, la pellicola è il culmine di tante trame iniziate negli anni scorsi.
Dopo gli eventi di Infinity War, il gruppo di Avengers sopravvissuti riesce a rintracciare il pianeta su cui si è ritirato Thanos nel tentativo di rimettere le cose a posto, ma lì scoprono che il pazzo titano ha usato le Gemme dell’Infinito un’ultima volta per distruggerle, così che ciò che ha fatto possa essere immutabile. Inutile è il gesto di Thor che stacca la testa a Thanos con un colpo di Stormbreaker (riferimento a una battuta nel film precedente che il titano rivolge al dio del fulmine): rassegnato, al gruppo non rimane che tornare sulla Terra e andare avanti.
Trascorrono cinque anni. Capitan America aiuta le persone che hanno perso qualcuno con un gruppo di ascolto. Tony Stark si è ritirato in campagna e vive con Pepper, dalla quale ha avuto una bambina. Bruce Banner è venuto a patti con Hulk e ora si presenta con il corpo del gigante verde ma capace di parlare e agire come lo scienziato tranquillo e geniale che di solito era quando non si trasformava (un chiaro riferimento al ciclo di Hulk scritto da Peter David). Natasha cerca di coordinare ciò che resta degli Avengers, tentando di trovare un modo per sistemare le cose, invano.
Questo finché non torna a comparire Scott Lang (Ant-Man) dal mondo quantico, che suggerisce di usare questo mondo per viaggiare nel tempo. E qui, alla Marvel, si sono incartati. Oppure hanno fatto volutamente apposta a far sì che gli utenti capissero poco di quello che stava avvenendo per non fargli capire l’incoerenza di quello che era stato creato nella sceneggiatura.
Le teorie su quello che ha fatto la Marvel sono diverse, ma provo a riassumere, per quello che ho potuto capire dalla visione di Avengers: Endgame, di cosa succede. Andando nel passato non si può cambiare il presente; quindi, per esempio, se si andasse al tempo in cui è nato Thanos e lo si uccidesse quando è in fasce, questo non modificherebbe quanto è avvenuto, ovvero gli effetti dello schiocco delle dita di Thanos con il Guanto dell’Infinito non verrebbero annullati. Il piano escogitato da Lang è andare in alcuni punti precisi del passato che conoscono, prelevare le gemme di quel tempo, portarle nel presente, creare un nuovo Guanto, far risorgere tutti quelli scomparsi e poi riportare le gemme al loro posto per non creare altre realtà. Insomma un andare nel passato per poi nel presente cambiare il futuro.
In realtà, le spiegazioni date nel film si contraddicono tra loro, creando confusione, forse perché proprio alla Marvel non sapevano come gestire coerentemente questa parte del film e sono proprio le azioni compiute dagli eroi a sconfessare le spiegazioni date. Se si vuole cercare di capirci qualcosa, suggerisco la lettura di questo articolo, perché sinceramente m’ingarbuglio troppo nel cercare di trovare coerenza in quanto creato.
Garbuglio che naturalmente andrà a crearsi nel film perché le cose non vanno come programmato e ci si ritrova ad affrontare il Thanos del passato con tutto il suo esercito (un po’ labile il modo in cui il titano scopre il piano degli Avengers). Scontro finale ai massimi livelli, dove non mancano attimi pieni di pathos ed eroismi.
Un peccato l’essersi andati a incartare con i viaggi nel tempo, perché Avengers: Endgame è più coinvolgente di Avengers: Infinity War, permettendo una maggior caratterizzazione dei personaggi protagonisti che sono in minor numero della pellicola precedente (almeno per la maggior parte del tempo). Non mancano riferimenti al mondo dei fumetti (Occhi di Falco che si presenta come Ronin, usando una katana al posto dell’arco; Capitan America anziano è quello visto in House of M, felice della vita normale che ha potuto avere; Capitan America che passa il suo scudo a Sam Wilson, facendolo così diventare il nuovo Capitan America) e si capisce che certe scelte sono state fatte perché certi attori dovevano “uscire di scena”, che però potevano essere ponderate meglio. Se un personaggio lo sacrifichi per avere una determinata Gemma, non puoi dire che non può tornare perché questa è la regola imposta per il possesso di tale Gemma, perché il Guanto dell’Infinito, come dice il nome stesso, concede un potere infinito, capace di stravolgere qualsiasi legge (fisica, temporale, magica).
In definitiva, Avengers: Endgame è un film che sa intrattenere, sa emozionare, ha momenti epici, ma ha anche parti oscure che si contraddicono tra loro (anzi, che fanno a cazzotti) e che ne minano la coerenza e ne inficiano un poco la visibilità.
Mi ricordo che avevamo discusso di questo paradosso temporale ai tempi in cui avevo parlato sul mio blog di quel film. Più o meno con le stesse conclusioni, i paradossi non sono risolti, comunque il film è un intrattenimento efficace (…nell’universo rivale DC si spendono gli stessi soldi e manco si riesce a ottenere quello…). Ci sono temi che piacciono e ci tentano, i viaggi nel tempo sono fra questi. Sempre assai difficili da trattare. Uno dei film più belli del fantastico (per me) è l’Esercito delle Dodici Scimmie, che parte da premesse simili (andando nel passato non si può cambiare niente!) e poi scivola in errore; ci ho fatto il callo, tocca tollerare…
Sul fattore intrattenimento, Endgame il suo lo fa e lo fa bene; però le scelte e le spiegazioni date sul viaggio nel tempo (o come lo chiamano loro, furto del tempo) sono un tarlo che m’infastidisce e mi fa quasi innervosire perché non si riesce a capirlo.
I film DC, a parte la trilogia di Nolan su Batman, ma quella la reputo un mondo a sé, non mi prendono, quasi annoiano; non li ho visti tutti, ma alcuni, come Aquaman, hanno dialoghi che fanno alzare le sopracciglia; salverei Superman di Snyder e Wonderwoman, che non sono malvagi.
L’esercito delle dodici scimmie l’ho visto quando uscì e basta, quindi ora mi sfugge l’errore in cui cade; forse non sono molto preparato su tutte le teorie dei viaggi nel tempo per poter parlare di questo argomento e mi posso limitare a film come Ritorno al futuro o Timecop o Frequency – Il futuro è in ascolto, dove le azioni fatte nel passato cambiano ciò che viene dopo.