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Patlabor

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Quando si parla di serie animate sui robottoni, non si pensa subito a Patlabor, bensì a Daitarn 3, Gundam, Evangelion, cartoni dove gli scontri la fanno da padrone e i combattimenti sono al centro dell’attenzione. Non è così per Polizia Mobile Patlabor; naturalmente i robot hanno un ruolo di primo piano nella serie e l’azione non è certo assente, ma il fulcro della storia non è certo affrontare nemici sempre più forti, quanto il vedere come queste gigantesche macchine abbiano influenzato la vita quotidiana delle persone. Proprio questa scelta dà spessore a Patlabor: il vedere come lo sviluppo tecnologico di labor (i robot) ha influito sulla società, il loro utilizzo nei lavori di tutti i giorni quali il costruire edifici o spegnere incendi, la competizione tra le varie compagnie per realizzare Labor sempre più evoluti e conquistare le fette di mercato maggiori, diversificano la serie da altre che l’hanno preceduta e mostrano i robot come macchine di utilizzo quotidiano, senza essere simboli di resistenza o baluardi contro invasori.
PatlaborSe da una parte l’avvento dei labor ha portato innovazione e aiutato l’uomo in certi lavori, dall’altra ha anche creato disoccupazione e una maggiore pericolosità della malavita e di teroristi che ora hanno mezzi più potenti per portare avanti i loro piani; dinanzi a questi scenari, anche le forze di polizia si sono attrezzate ed è sul Secondo Plotone della Seconda Sezione della Veicoli Speciali di Tokyo che s’incentrano le vicende di Patlabor.
Dopo una prima serie oav di sette episodi dove viene mostrata la nascita della Seconda Sezione e viene data un’idea di quale sarà l’impronta della storia che alterna eventi comici ad altri più drammatici per vedere la risposta del pubblico, arriva quella televisiva molto più ampia (47 episodi) e strutturata. Rispetto alla precedente sono rimasti solo alcuni spunti e la storia riparte praticamente da zero, con la Seconda Sezione già istituita e la storia che inizia con l’arrivo di un nuovo membro, Noa Izumi, una ragazza vivace con una gran predilizione per i labor, al punto che chiama Alphonse il suo Ingram, come gli animali domestici che ha avuto. Noa va così a creare il gruppo che accompagnerà per tutte le puntate e farà squadra con Asuma Shinohara, operatore di controllo dell’Ingram che la ragazza guida, figlio del capo dell’importante industria di robot Shinohara e dotato di diversi talenti, e Hiromi Yamazaki, addetto al vettore dell’Ingram e persona mite nonostante l’aspetto imponente. A completare il gruppo c’è l’altro pilota di Ingram, Isao Ota, un patito di armi impulsivo e volto sempre all’attacco, il secondo addetto al vettore Mikiyasu Shinshi, e l’operatrice di controllo Kanuka Clancy, donna di grande capacità che verrà sostituita da Takeo Kumagami dopo i suoi sei mesi d’istanza a Tokyo (tornerà nella polizia di New York). A guidarli c’è il capitano Kiichi Goto, in apparenza apatico e svogliato, ma in realtà molto capace e grande stratega, mentre di supporto alla manutenzione dei mezzi c’è il team di meccanici guidati dall’esperto Seitaroh Sakaki.
Lentamente vengono mostrati i vari aspetti del carattere dei vari personaggi e viene approfondito l’intreccio del mondo d’affari che ruota attorno ai labor, in special modo nella realizzazione del Progetto Babylon e soprattutto con l’arrivo del Griffon, un misterioso e potente labor con tecnologia avanzata che mette in difficoltà non solo le forze di polizia ma anche quelle dell’esercito, il tutto sempre restando nell’ambito del quotidiano, fatto di persone comuni che affrontano piccoli e grandi problemi della vita. Una narrazione che non vede eroi o superuomini ma che mostra gente con pregi e difetti, con le sue piccole ossessioni ma anche piena d’impegno e dedizione per il lavoro che fa.
Al termine della serie televisiva è seguita un’altra serie oav di sedici puntate che va a concludere le vicende viste in precedenza col Grifon, oltre a mostrare la vita quotidiana del plotone quando non è impegnata.
Si ritiene da molti che il successo di Patlabor sia dovuto ai film realizzati dai due film realizzati da Mamoru Oshii (Ghost in the Shell, The Sky Crawlers), ma occorre dare una possibilità anche alle varie serie perché sono una visione godibile, intelligente e capace di far ridere, e perciò da non sottovalutare.