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Pro e Contro Hitler

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«Come il fallimento delle sue imprese non fa di Hitler uno stupido, così la mole di queste imprese non ne fa un grand’uomo.»
« voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare. Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli si spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancor fecondo» (B. Brecht, La resistibile ascesa di Arturo Ui, Einaudi, 1963).
(1)

Pro e contro - Hitler - Dossier Mondadori.Così scriveva Bertold Brecht su Adolf Hitler e così si conclude il libro Pro e Contro. Hitler. I Dossier Mondadori, che è andato ad analizzare la vita del dittatore tedesco che tanto danno ha portato nel mondo. Un’analisi che ha messo a confronto vari punti di vista, da chi lo appoggiava a chi lo contrastava. Hitler ha commesso tante atrocità, ma è stato possibile perché gli è stato permesso, non solo dalla maggioranza del popolo tedesco che l’ha seguito, ma anche dagli altri paesi che sono stati fermi quando ha iniziato a conquistare una nazione europea dopo l’altra. Anche l’America non è stata esente da colpe, dato che reputava meglio il nazismo che il comunismo: ben famose sono le parole del sottosegretario.

«Per salvaguardare i loro interessi economici, le democrazie occidentali e gli Stati Uniti d’America furono particolarmente lieti di accettare l’hitlerismo come un valido bastione contro l’avanzata comunista» (il sottosegretario di Stato americano Sumner Welles nel suo volume The Time for Decision). (2)

Nessuno può dimenticare la guerra che ha scatenato, gli orrori dei campi di concentramento: ci sono cose che non possono essere dimenticate. Ci sono cose che vanno ricordate perché non si ripetano: Hitler non c’è più, ma la sua mentalità, le sue idee vivono e possono vivere ancora. Bisogna stare attenti a chi va al potere e quello che gli si permette di fare, perché altrimenti si verrà manipolati, la verità verrà falsata.

Una prima anticipazione sui futuri interventi del regime in campo culturale e artistico è fornita da Hitler nel colloquio con Breiting del 1931. Sulla stampa: «La cosiddetta grande stampa d’informazione… sarà costretta a dare sul conto nostro le informazioni che a noi piaceranno. Dovranno ballare al suono della nostra musica, perché i lettori affamati di sensazioni esigono notizie… Il contenuto delle nostre notizie li farà rimanere interdetti ». Sull’editoria: «.., Si incoraggiano i libri contro la rinascita della Germania. Va da sé che noi bruceremo questi libracci e li bandiremo da Vienna come da Berlino » (E. Calic, op. cit.). E già nel 1931, appunto, i nazisti hanno dato la dimostrazione pratica dei loro sistemi, costringendo il governo – mediante una campagna di violenza ininterrotta sugli spettatori – a vietare le proiezioni del film antimilitarista « Niente di nuovo sul fronte occidentale ». (3)

Il primo rogo di libri appartenenti alla “disgregatrice letteratura ebraica” avviene il 9 maggio 1933, all’università di Berlino, con la regia dell’esultante Goebbels. Vengono date alle fiamme le opere dei “miserabili letterati” emigrati all’estero: da Thomas e Heinrich Mann a Kurt Tucholsky, da Franz Werfel a Bertolt Brecht. Alcuni uomini di cultura sono rimasti: per costringerli al silenzio sarà usata la tortura, come nel caso di Karl von Ossietzky, premio Nobel per la pace nel 1935, e di Erich Muhsam, ucciso in un campo di concentramento. (4)

Hitler parla nell’agosto del 1932 a una riunione dei quadri superiori nazisti: «L’istruzione generale è il veleno più corrosivo e più dissolvitore che il liberalismo abbia mai trovato per la propria distruzione. Non vi può essere che un grado di istruzione per ciascuna classe e, in ogni classe, per ciascun gradino. La totale libertà d’istruzione è il privilegio della classe scelta e di coloro che essa ammette nel suo seno. Tutto l’apparato della scienza deve rimanere sotto un controllo permanente… Conseguenti a noi stessi, accorderemo alla gran moltitudine della classe inferiore il beneficio dell’analfabetismo » (H. Rauschning, op. cit.). (5)

Qualcuno potrebbe obiettare che oggi, con i mezzi a disposizione, nulla di questo sarebbe possibile. Invece è possibilissimo, perché queste cose dipendono dal consenso che la gente concede ad alcuni e da quanto riesce a farsi condizionare. Bisogna stare attenti a chi sa comprendere gli umori di un’epoca e sa sfruttarli, a chi segue fanatismi e vuole sottomissione, proprio come fece il nazismo.
Il nazismo vuole uomini obbedienti e fanaticamente sottomessi, come solo una religione li può plasmare; così il credo nazista si trasforma sempre più in una religione.

«L’anima della razza, il sangue e il suo appello misterioso, rappresentano la potenza immanente e superiore concretizzata dal popolo (Volk)… Il Fuhrer, che sa cogliere in modo infallibile i comandamenti dell’anima della razza, è anche il grande sacerdote che sa esprimere la volontà divina» (Léon Poliakov, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei, Einaudi Editore 1955).
«Se l’ebreo non esistesse, bisognerebbe inventarlo » ha detto Hitler a Rauschning (op, cit.). L’ebreo infatti per il nazismo è come il diavolo per il cristianesimo. « Questo dualismo manicheo era essenziale. La presenza del diavolo faceva sì che meglio si percepisse il dio: scatenando l’odio verso l’Impuro, l’adorazione della divinità ne veniva stimolata. La religione della razza dei Dominatori permetteva di ottenere dai fedeli terrore e sottomissione generali » (L. Poliakov, op. cit.). E per circondare di sacro orrore questo diavolo in carne e ossa, tutti i mezzi sono buoni. « Lo sapete – dice un volantino di Streicher distribuito nel 1935 a Berlino – che gli ebrei insidiano i vostri bimbi, violentano le vostre mogli e sorelle, uccidono i vostri genitori, rubano la vostra proprietà, si fanno beffe del vostro onore, distruggono la vostra Chiesa? Lo sapete che i medici ebrei vi uccidono lentamente, e gli avvocati ebrei non vi aiutano mai a ottenere giustizia?» (“Storia Illustrata”, agosto 1969).
(6)

Queste sono frasi pronunciate decenni fa, ma ancora si sentono oggigiorno, anche in Italia: cambia il soggetto indicato come colpevole di certe situazioni, ma lo spirito è sempre quello.
Se si studiasse la storia e la si comprendesse, certe idee non si ripresenterebbero e così non si ripeterebbero certe tragedie; ma per tanti gli anni passati non insegnano nulla.

1. Pro e Contro. Hitler. I Dossier Mondadori. Arnoldo Mondadori Editore 1972, pag. 159
2. Pro e Contro. Hitler. I Dossier Mondadori. Arnoldo Mondadori Editore 1972, pag. 102
3. Pro e Contro. Hitler. I Dossier Mondadori. Arnoldo Mondadori Editore 1972, pag. 94
4. Pro e Contro. Hitler. I Dossier Mondadori. Arnoldo Mondadori Editore 1972, pag. 94
5. Pro e Contro. Hitler. I Dossier Mondadori. Arnoldo Mondadori Editore 1972, pag. 94-95
6. Pro e Contro. Hitler. I Dossier Mondadori. Arnoldo Mondadori Editore 1972, pag. 100-101