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Il magazzino dei mondi 2

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Nuvole

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«Su, tornate a giocare.» Sentì la donna esortare il gruppo.
«Adesso non abbiamo più voglia di farlo.» Bofonchiò una bambina dalle trecce bionde.
«Non vorrete andare a casa proprio ora?» La donna poggiò i pugni ai fianchi assumendo un tono di rimprovero. «La foschia s’è alzata e l’orizzonte è limpido: il tempo ideale per stare all’aperto.»
«Sì, ma senza Sogno non ci divertiamo.» Si lamentò un piccolo dall’ispida capigliatura color ruggine.
«Insomma!» Sbottò Marelyn. «Smettetela di fare i capricciosi! Sogno non potrà essere sempre presente: che cosa vi dice in continuazione?»
«Di cavarcela da soli.» Borbottò il ragazzo dalla giacca militare. «Dobbiamo imparare ad aiutare noi stessi per poter aiutare gli altri.»
«E avete mai provato a farlo?»
I bambini si guardarono l’un l’altro perplessi.
«Non sappiamo come si fa.» Rispose per tutti la bambina dalle trecce bionde.
«Usate l’immaginazione.»
I bambini guardarono la donna con un’intensa espressione perplessa.
Marelyn sorrise. «Ora vi mostro come si fa. Fate come me!» Li esortò mettendosi sdraiata sul terreno. «Forza, è un gioco!»
«Che gioco?» Chiese perplesso il bambino dai capelli color ruggine.

«Guardiamo le nubi!»
Guerriero si fermò all’imboccatura del tunnel, il piede che aveva appena lasciato l’ultimo gradino. Lentamente si voltò, osservando i bambini che uno alla volta si sdraiavano con lo sguardo rivolto al cielo. Un gioco banale, una perdita di tempo, gli suggeriva la razionalità; sarebbe stato meglio concentrarsi sul blocco che lo limitava e trovare una soluzione. Non poteva sapere quando sarebbe stato il prossimo scontro con i Demoni, ma poteva non avere molto tempo prima che avvenisse di nuovo. Pertanto non doveva cincischiare in quella maniera: doveva darsi da fare finché ne aveva il tempo.
Eppure sapeva che quello era un momento importante e non doveva perderlo.
«E’ noioso!» Sbottò un bambino rimasto in piedi.
«Vedrai che ti divertirai.» Lo incitò la donna. «Su, fai come gli altri.» Quando furono tutti per terra riprese a parlare. «Ora fissate le nubi e lasciate andare l’immaginazione. Che cose vedete?»
«Delle nubi.» Disse un bimbo strascicando le parole.
La donna rise. «Guarda meglio. Per esempio quella nuvola. Non sembra una persona con in mano una palla?»
«A me sembra un pacco.» Esordì una bambina.
«No, no.» Un bimbo sventolò un braccio. «Sono le pale di un mulino, come l’immagine nel libro di fiabe.»
Il bambino che non voleva giocare corrucciò la fronte imbronciato. «Come fate a vedere ognuno una cosa diversa? Non si dovrebbe vedere la stessa figura?»
La donna rise divertita. «E’ questo il bello del gioco: scoprire ciò che ognuno vede in uno stesso soggetto. Non è fantastico vedere quante cose possono saltare fuori dalla semplicità di una nuvola?»