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Ancora sulla Manovra, ancora con le ingiustizie

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Sulla Manovra è stata posta la fiducia.
Niente di nuovo: ormai ci siamo abituati, sapevamo che sarebbe finita così. La solita azione mossa da vigliaccheria, sopraffazione, spregio dei diritti, mancanza di rispetto verso istituzioni e popolazione.
Dove sta il grosso errore in tutto questo?
Certo, le decisioni prese dal governo sono di una gravità e irresponsabilità che rasentano l’inaudito.
Il problema sta nella frase che ho scritto sopra: ormai ci siamo abituati. Ci siamo assuefatti al punto che lasciamo correre tutto, come le parole di uno dei rappresentanti di Cisl e Uil che ha detto che la modifica sui licenziamenti loro non l’hanno voluta, ma che cosa potevano farci?
Che cosa potevate fare ?!
PER LA MISERIA, SCIOPERARE!
Che razza di sindacato siete? Siete solo capaci di stare dalla parte del più forte e dare ragione al governo, solo per accorgervi troppo tardi che anche voi siete sodomizzati dalle sue decisioni.
E buona parte della gente fa lo stesso, sta ferma mentre le cose vanno sempre peggio. Ma l’inerzia si paga e a caro prezzo.
Adesso ci sono i licenziamenti, dove costituzione e statuto dei lavoratori non varranno più nulla.
Ma questo è solo l’inizio.
C’è la proposta che vuole che sul posto di lavoro i dipendenti siano sorvegliati da telecamere e vigilantes.
Telecamere. Vigilantes.
Prigione.
Il mondo del lavoro sta diventando una prigione.
CHE COSA SIAMO DIVENTATI?
Si sta avverando sempre più la visione di George Orwell mostrata in 1984: dopo il bipensiero, anche il controllo sistematico di tutte le attività. L’individuo privato della libertà, controllato in ogni sua mossa.
Il lavoratore trattato alla stregua di un delinquente, uno schiavo, un prigioniero. E’ questa la concezione che si ha di lui.
Controllato, sempre sotto pressione, senza dignità e diritti.
Un ritorno allo squadrismo.
Cos’è, se non si manterranno i ritmi produttivi, oltre a essere licenziati, mulinelleranno i manganelli?
BASTA.
Questa non è più politica.
Gente che vive sulle spalle altrui, spadroneggiando, imperversando con le sue ingiustizie, dove tutto gli viene perdonato, dove ai delinquenti la si fa passare liscia. Come la decisione di mandare in carcere solo chi evade per tre milioni di euro (chi ne evade solo centomila invece è una persona per bene, no?). Ma il capo del governo, persona equa e giusta, vuole rimediare: vuole togliere la misura che prevede il carcere per gli evasori oltre la cifra sopra citata. Chissà per quale motivo…E si ha poi la faccia tosta di fare pubblicità progresso contro gli evasori fiscali, ovvero chi non chiede lo scontrino per il caffè al bar. Della serie si vede la pagliuzza nell’occhio altrui e non la trave nel proprio. Ma va tutto bene, non preoccupatevi, siamo in Italia, il paese dei furbetti, dove il disonesto è osannato e acclamato, portato a esempio. Che poi la pubblicità contro gli evasori sia ipocrisia allo stato puro non ci piove: come si può fare una reclame del genere, quando i primi a venire meno alla legge sono quelli che l’hanno voluta per creare una facciata di onestà e giustizia? Autoaccusa o autogoal clamoroso.
Una cosa la dice però giusta il claim: “Chi vive a spese degli altri danneggia tutti.”
Bene: allora è arrivato il tempo per chi ci governa di rispondere di quanto fatto e di pagare.
BASTA con questo scempio, via questa classe governante, fuori dal paese: bisogna liberarsene, non stare fermi e magari lamentarsi.
Come si fa?
Sciopero generale a oltranza, finché la classe governante non se ne và.
E ancora sciopero generale a oltranza finché non saranno ridati diritti e dignità ai lavoratori, fino a quando gli imprenditori non la smetteranno di fare quello che vogliono e trattare le persone come pezze da piedi.
Di nuovo, sciopero generale a oltranza, fino a quando le cose non cambieranno.
E non si dica che non si può fare perché si butterebbe a terra il paese: il paese è già a terra e si sta scavando la fossa.
E’ ora di dire basta alla sopraffazione e allo sfruttamento, all’impoverimento della vita.

Una nota personale. C’è stato chi leggendo Non Siete Intoccabili ha criticato che l’opera era esagerata, perché la realtà del mondo del lavoro non è così nefasta come l’ho descritta, che erano solo mie impressioni, un punto di vista personale troppo duro.
No, ciò che ho scritto non erano mie impressioni, fantasie esagerate: semplice realtà e i fatti lo stanno dimostrando. La realtà sta superando se stessa e sta divenendo incubo. Non si crede che questo sia possibile? Si continui su questa strada senza fare niente e si vedrà che le cose andranno anche peggio.