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INIZIATIVA: Appello per ritiro spot del Ministero del Lavoro dal titolo: Sicurezza sul lavoro.La pretende chi si vuole bene.

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Nel post precedente ho parlato del modo in cui il Ministero del Lavoro sta facendo spot per sensibilizzare le persone sulla sicurezza sul posto di lavoro; modo che non è quello adatto e consono per cambiare lo stato delle cose su infortuni e morti bianche.
Dall’alto non c’è da aspettarsi molto, i fatti quotidiani su ogni fronte lo dimostrano. Se si vuole che le cose cambino si deve partire dal basso, come viene fatto in questo caso.
Vi segnalo queste iniziativa:

Appello per il ritiro dello spot del Ministero del Lavoro: “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”
La Campagna per la sicurezza sul lavoro, promossa dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
recita “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”. Un messaggio e due spot:

http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/AreaComunicazione/CampagneComunicazione/2010/20100727_Campagna_Comunicazione_salute_sicurezza.htm

rivolti solo al lavoratore e non a tutti gli “attori” coinvolti.
Dopo aver frantumato il Dlgs 81 del 2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di correggerlo con il decreto correttivo Dlgs 106/09 (sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti, preposti, arresto in alcuni casi sostituito con l’ammenda, salvamanager, ecc).
Ora il governo cerca di rifarsi la “verginità” con spot inutili che costano alle nostre tasche ben 9 milioni di euro. Spot non solo inutili, ma anche dannosi per l’immagine di chi ogni giorno rischia la vita, e non perché gli piaccia esercitarsi in sport estremi. Spot che colpevolizzano sottilmente il lavoratore stesso, nascondendo una realtà drammatica: l’attuale organizzazione del lavoro offre ben poche possibilità al lavoratore di ribellarsi a condizioni di lavoro sempre più precarie in tema di sicurezza.
E’ una campagna vergognosa perché oggi il lavoratore ha ben poche possibilità di rispettare lo slogan “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”, quasi che la mancanza di sicurezza fosse imputabile al fatto che il lavoratore non vuole bene a se stesso ed ai suoi familiari. Non dice nulla di chi deve garantire la sicurezza per legge, ovvero i datori di lavoro. Sottovaluta i rapporti di forza nei luoghi di lavoro. Non accenna minimamente al fatto che i lavoratori, specialmente di questi tempi, sono sempre più ricattabili e non hanno possibilità di scegliere di fronte ad un lavoro
in nero, un lavoro precario e un lavoro a tempo determinato, mentre devono viceversa sottostare a ritmi da Medio Evo.
La campagna dovrebbe invece avviare un processo di comunicazione diffusa, in modo da rendere nota a tutti la necessità di un impegno costante da parte di tutti gli “attori” coinvolti, soprattutto di chi deve garantire la sicurezza.
Questi spot devono essere sostituiti da una campagna di comunicazione che dovrà puntare sulle
responsabilità civili, penali e non ultime anche etico-morali che l’imprenditore deve assumersi
per tutelare l’integrità delle persone che lavorano per lui.
Via questi spot vergognosi. Pretendiamo viceversa più ispettori ASL e più risorse, affinché la mattanza quotidiana dei lavoratori abbia fine. Non si raggiunga il profitto a tutti i costi e soprattutto non lo si faccia attraverso il sacrificio di vite umane innocenti.

FIRMATARI:
Marco Buzzoni – Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza-Firenze.
Andrea Bagaglio – Medico del Lavoro-Varese.
Leopoldo Pileggi – Rappresentante dei lavoratori per La Sicurezza-Correggio.
Daniela Cortese- RSU/RLS Telecom Italia Sparkle-Roma

Chi vuole aderire all’appello, invii il proprio nominativo, azienda, qualifica e città al seguente indirizzo email: bazzoni_m@tin.it