
The Fabelmans è stato uno dei film di Spielberg che non ha avuto un gran successo a livello d’incassi (per il regista è stato il peggiore), probabilmente perché il pubblico da lui si aspetta azione, avventura, effetti speciali come con i vari Indiana Jones, Jurassic Park, Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T., Lo squalo, tanto per citarne alcuni, ed è un peccato, perché si è dinanzi a un buon film. In esso c’è molto del regista e attraverso Sammy, il protagonista, rivela com’è nata e si è sviluppata la sua passione per il cinema: i suoi primi lavori, dai due treni giocattolo che si scontrano tra loro a un cortometraggio western e uno di guerra, mostrano il suo cammino di crescita nella realizzazione di pellicole. Seppur tutto sia interessante, la parte più forte è quella intimista, ovvero come la sua passione ha influenza sul suo guardare il mondo, sulla sua crescita e soprattutto su come vede e conosce la sua famiglia, cosa che lo turba non poco; una delle parti migliori del film è il dialogo che ha con lo zio Boris (ex domatore di leoni), venuto a trovare la famiglia dopo la morte della nonna, che gli spiega come l’arte lo lacererà, lo farà soffrire e creerà divisioni con gli altri, ma che non potrà fare a meno di seguirla. Lo zio gli spiegherà che proprio seguire la sua passione aveva portato una frattura con la sorella (la nonna di Sammy), cosa che aveva infuito anche su Mitzy, la madre di Sammy, che aveva sacrificato la sua vocazione (era una pianista) per le pressioni fatte dalla nonna, contraria al seguire la strada dell’arte.
Cosa che si presenta anche nel rapporto tra Sammy e suo padre, ingeniere elettronico, che vede la passione del figlio come un semplice hobby che dovrebbe lasciar perdere per cercare di fare qualcosa di utile per la società. Ciò crea dei contrasti in famiglia, non solo tra padre e figlio, ma anche tra i genitori, con la madre che lo supporta mentre il padre cerca di scoraggiarlo tutte le volte che può. A un certo punto Sammy pensa di abbandonare tutto non tanto per accontentare il padre, quanto per il fatto che attraverso le riprese che fa scopre il legame sentimentale che c’è tra la madre e Bennie, il miglior amico di famiglia.
A questo periodo difficile della sua adolescenza si aggiunge il trasferimento nella nuova scuola, dove viene preso di mira per essere ebreo.
Il pubblico non avrà saputo apprezzare The Fablemans, ma si è dinanzi a un film fatto bene, sensibile e anche profondo, che merita di essere visto. Promosso a pieni voti.
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