“Tutto può essere sacrificato alla crescita della connessione.” Questo emerge da un memorandum di Facebook del 2016 di Bosworth, collaboratore di Zuckerberg, a seguito dello scandalo che ha colpito Facebook. Ora tutti si meravigliano, ma era scontato che sarebbe andata a finire così: troppi dati, troppe informazioni per non essere sfruttate la connessione per fare soldi, per non acquisire potere. Sì, dati e informazioni sono divenuti un grande potere che era impossibile non venisse utilizzato per ottenere importanza e avere un ruolo fondamentale sul mondo.
Le persone si sono fidate, hanno condiviso, quando invece avrebbero dovuto non farlo.
Perché?
Perché non erano chiare le condizioni cui sottostare.
Perché non bisogna mai fidarsi dei grandi gruppi, dato che perseguono sempre i propri fini e non sono mai quelli dei singoli individui.
Le parole di Bosworth dovrebbero mettere in allarme e far riflettere su che cosa c’è dietro certi prodotti e che mentalità viene usata per gestirli: tutto è accettabile pur di raggiungere gli obiettivi prepostisi. Tutto ciò non è solo allucinante, ma è qualcosa che non ha più nulla di umano. Libertà, diritti, rispetto: tutto sacrificato. Si possono accettare violenza, morte, pur di ottenere maggiori fette di mercato, maggior potere, più soldi.
La cosa peggiore, nonostante la portata di questo scandalo, è che la gente non ha ancora capito come sta venendo spiata, usata, sfruttata. E se lo ha capito, non gli importa e continua a stare in un certo sistema, contenta di esserci.
Tutto questo avrebbe bisogno di una regolamentazione, di tutele; tanti stanno usando fiumi di parole nel dire questo, ma la verità è che si farà poco o niente per cambiare lo status quo delle cose. Ormai siamo alla deriva. Come dice V nell’opera V for Vendetta di Alan Moore “questa è la terra del prendi ciò che vuoi” non è anarchia perché “anarchia vuol dire senza capi; non senza un ordine… Non è anarchia questa. Questa è caos”. (1)
1. V for Vendetta. Alan Moore, David Lloyd. Magic Press Vertigo 2006, pag. 195.
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