Alle volte, sistemando le proprie cose in cantina, può succedere che si ritrovi qualcosa che si era dimenticato di possedere. È quanto mi è capitato quando mi son trovato tra le mani il volume Paperdinastia – La grande storia dei paperi più famosi del mondo pubblicato nel 2000 da The Walt Disney Company Italia, comprensivo di La Saga di Paperone (dodici capitoli per 212 pagine) e di altre sei storie aggiuntive che vanno ad arricchire il racconto della vita di Paperone e dei suoi cari.
A pensarci un attimo non sembra un caso aver ritrovato, vivendo nell’Era dell’Economia, un volume che racconta la storia del papero più ricco del mondo, che ha fatto di tutto per arricchirsi, al punto da costruire un deposito dove tenere banconote e monete per farci tuffi e bagni (sono solo una parte del suo immenso patrimonio, gli “spicci” che usa per il suo diletto).
Ma Paperone De’ Paperoni non è certo come tanti imprenditori ed economisti del nostro tempo. Paperone non è un figlietto di papà che ha avuto tutto pronto (a differenza del suo rivale Rockerduck, che in questo volume fa una breve comparsa), non è stato un raccomandato, non ha usato sotterfugi per emergere: Paperone si è arricchito col sacrificio, l’impegno, l’onestà. Partendo dalla Scozia, sua terra natale, e lasciando l’affetto dei famigliari del clan De’ Paperoni, Paperone viaggia per il mondo in cerca di fortuna. Prima giunge in America, dove lavora sul Mississippi sul battello dello zio Angus e conosce Cacciavite Pitagorico e la Banda Bassatti, per poi spostarsi nelle Terre Maledette come cowboy, imparare a fare il minatore presso la Collina dell’Anaconda. Poi si sposta a Transvaal, nel cuore dell’Africa Meridionale, e successivamente in Australia, sempre in cerca di quella fortuna che pare continuamente sfuggirli di mano per un verso o per l’altro. Ma è proprio in Australia, dall’incontro con uno sciamano, che Paperone avrà l’intuizione che si rivelerà essere l’inizio della sua ascesa: recarsi nello Yukon. È facendo il cercatore d’oro nel Fosso dell’Agonia Bianca che si arricchisce, mette insieme il suo primo milione di dollari. Dopo una breve capatina in Scozia per questioni familiari, ritorna in America a Paperopoli con le sue due sorelle: è qui che costruirà il suo famoso deposito, ed è qui che intreccia la parentela con Nonna Papera, dato che sua sorella Ortensia si mette insieme al figlio di quest’ultima (un amore a prima vista; e dalla loro unione nascerà il famoso e indimenticabile Paolino Paperino). Sempre in giro per il mondo alla ricerca di avventure per accumulare ricchezze e tesori, Paperone diviene il riccastro (come viene definito da tanti) conosciuto in tutto il mondo, allontanandosi dalla famiglia, fino a quando, dopo tanti anni, si riavvicina ai parenti (presumibilmente) rimasti, Paperino e i tre nipotini Qui, Quo e Qua, e con loro riprende a vivere mille avventure dopo che si era ritirato a lungo a vita privata.
Don Rosa (Keno Don Hugo Rosa) scrive e disegna un’opera di largo respiro che mostra la vita del papero più ricco del mondo, utilizzando i tanti indizi lasciati da Carl Barks nelle innumerevoli storie realizzate. Non solo dà vita a tavole di gran bellezza artistica, ricche di dettagli, ma è capace di narrare le vicende con molteplici sfumature, dall’ironia alla toccante poesia, alla struggente malinconia (da vedere i capitoli Il miliardario di Colle Fosco e Cuori dello Yukon); per non parlare dei tanti fatti, luoghi e personaggi storici realmente esistiti che usa (la rivendicazione della miniera di rame della Collina dell’Anaconda, la leggenda di Drennan Whyte, la cittadina di Sopracciglio della Scimmia, Murdo MacKenzie, Theodore Roosevelt, l’introduzione della luce elettrica e la costruzione della Statua della Libertà a New York, solo per citare alcuni dei riferimenti che Don Rosa usa).
Un’opera quella di Don Rosa che è davvero una piccola grande chicca non solo per il mondo Disney, ma anche per quello dei fumetti, nella quale con grande maestria si mostra la crescita di un personaggio come Paperone, come è arrivato a essere quello che è e come dietro una facciata di durezza si nasconde un mondo di sogni e ricordi, che sono la vera ricchezza a cui davvero il “riccastro” tiene (vedere l’ultimo capitolo L’Ultima slitta per Dawson).
Ho un grande amore per le vecchie storie della Disney… non solo quelle americane degli anni d’oro ma anche quello che venne creato in Italia nei bei tempi andati, quando disegnatori di casa nostra indirizzarono l’universo dei paperi con una incredibile libertà creativa.
Di storie ne sono state scritte tante, ricordarle tutte è arduo, ma alcune mi sono rimaste impresse, come i racconti attorno al fuoco di Nonna Papera o, tra quelle più recenti (si fa per dire: saranno di circa vent’ani fa), le avventure di PK.
ahimé i miei ricordi sono ancora più datati
Queste sono le storie che meglio mi ricordo; le altre dovrei rileggerle (ho dei vecchi numeri di Topolino che mi sono stati regalati da piccolo da conoscenti che dovrebbero essere antecedenti al numero 1000 dell’edizione italiana, ma dovrei andare e ricercarli nelle scatole dove li conservo).
[…] tempo fa, ho parlato di Paperdinastia, il volume che tratta la storia di Zio Paperone, di come è cresciuto, delle avventure che ha […]