Gli inganni di Locke Lamora è il romanzo d’esordio nel 2006 di Scott Lynch. Ambientato in una città rinascimentale, Camorr, che ricorda Venezia, ma con aspetti che la rendono molto più ricca, sfarzosa e violenta, vede raccontare le macchinazioni, i colpi di genio di un gruppo di truffatori, i Bastardi Galatuomini. Un gruppo piccolo a confronto delle altre bande malavitose che scorrazzano per Camorr (il fatto che manchi la “a” finale deve essere stato voluto per ricordare una parola italiana tristemente famosa e per rendere ancora più forte la consapevolezza di che tipo di città si ha davanti), formato da cinque elementi: Locke Lamora (la mente geniale del gruppo), Jean Tannen (l’esperto di combattimento), Calo e Galdo Sanza (i gemelli comprimari) e Cimice (l’apprendista di Locke). Una banda all’apparenza come le altre, ma dietro la facciata si nasconde una realtà ben diversa: non sono assassini come altri elementi della malavita, sono individui dediti ai furti, ma si tratta di furti architettati attraverso truffe a dir poco teatrali, dove è quasi impossibile capire l’illusione creata dalla realtà. Altra differenza con tutte le altre bande è che rubano ai nobili, andando a infrangere la Pace Segreta stretta tra l’aristocrazia e la malavita, il patto che prevede che nessun appartenente della prima sia toccato da chi fa parte della seconda.
E’ interessante scoprire la complessità dei piani congeniati da Locke e di come riesca a raggirare l’inconsapevole nobiltà; come è interessante scoprire il senso di famiglia che si respira nel gruppo, formatosi grazie ai legami sorti dal fatto di essere tutti orfani e di essere stati addestrati da padre Catena, anche lui un furfante dedito alla truffa, che quando era in vita si faceva spacciare per un sacerdote cieco di Perelandro. Con una narrazione che viaggia su due binari distinti, ma legati tra loro, Lynch mostra gli sviluppi del presente e i fatti del passato per raccontare la storia dei protagonisti in maniera coinvolgente e intrigante, spingendo ad andare avanti nello scoprire una trama con molti colpi di scena. Una storia che vedrà scorrere sempre più sangue con la comparsa del Re Grigio, figura misteriosa che mira ai vertici della malavita, dove la vendetta diverrà la vera protagonista tra agguati, avvelenamenti e colpi di magia. Chi si aspetta che la magia sia qualcosa di spettacolare e palese come può avvenire nei romanzi di Weis e Hickman o di Erikson, rimarrà deluso: nel romanzo è qualcosa di più sottile e meno appariscente degli esempi sopra citati, dove gli unici che la conoscono sono i membri di una gilda (i maghi dell’Alleanza Karthain) che vengono assoldati a prezzi esorbitanti come mercenari.
Gli inganni di Locke Lamora è un’ottima lettura, ben realizzata, con personaggi ben caratterizzati e trama ben congeniata, mostrando il mondo della malavita e il sottobosco che c’è dietro la facciata di una grande città. Una lettura piacevole, che fa sorgere una riflessione: è evidente che Lynch abbia volto lo sguardo all’Italia, sia per quanto riguarda l’ispirazione a Venezia (una città con molti canali), sia per quanto riguarda l’uso dei nomi dei personaggi. Una riflessione amara, perché l’immagine che si ha all’estero dell’Italia nella maggior parte dei casi è quella di un popolo corrotto, “furbetto”, atto all’intrigo e all’inganno, oltre che all’essere colluso con la malavita. Purtroppo l’associazione Italia=Mafia è qualcosa che all’estero è molto diffusa, un’etichetta difficile da scalzare e che mostra la considerazione che si ha del paese in cui si vive a causa di losche figure che inquinano quello che toccano con i loro intrallazzi.
Purtroppo le cose stanno peggiorando così rapidamente che fra un po’ questo libro sembrerà un complimento. Comunque molto bello, alla faccia di quelli che dicono che “il fantasy ha stufato.” Peccato che il secondo della serie sia decisamente inferiore, danneggiato da una storia cervellotica e poco credibile.
Sulla situazione italiana si è al tracollo, ma molto è dovuto alla gente che lo permette. E i pochi che si oppongono a un sistema che se ne infischia delle regole e ritiene che tutto è permesso sono voce di chi grida nel deserto.
Il fantasy ha stufato…dipende che tipo di fantasy: se sono storie di adolescenti con le loro turbe amorose piazzati in ambientazioni inventate, sicuramente. Se sono storie come Gli inganni di Locke Lamora, no di certo.
Di Lynch ho letto solo questo libro, acquistato a pochi euro in una libreria che vende usato; il secondo non l’ho trovato, ma in futuro chissà che non capiti.