Nel calciomercato sono sempre girate grandi quantità di soldi, ma negli ultimi anni questo fatto si è accentuato; quest’anno poi le cifre sono lievitate in maniera clamorosa, per non dire scandalosa. Cifre folli per quello che dovrebbe essere uno sport e un divertimento; è vero, il calcio è diventato oramai prima di tutto un business, che si aggancia a tanti altri affari e interessi, ma ci dovrebbero essere un limite ai soldi che circolano.
Quello che si è visto quest’anno nel calciomercato è qualcosa di indecente.
Per acquistare un calciatore non si dovrebbero spendere 222, 180, 150 milioni di euro (tanto per citare alcune delle cifre circolate) e nemmeno si dovrebbero dare ai giocatori stipendi che superano i dieci milioni (e anche di più) di euro netti all’anno. Scandaloso, indecente, ma soprattutto profondamente ingiusto e offensivo, perché con questi soldi si potrebbero riscostruire (e molto bene) gli edifici delle zone terremotate, tanto per dirne una. Si potrebbe investire nella ricerca per combattere malattie poco conosciute. Si potrebbe investire nei paesi più poveri perché la gente non debba immigrare e causare tanti disagi e conflitti.
Scandaloso, indecente e offensivo è pure il comportamento di certi giocatori che, dopo la bella vita che fanno, il “lavoro” che svolgono, si rifiutano di allenarsi e fare il loro “dovere” perché si sentono depressi, perché scapricciano, perché vogliono fare tutto quello che pare a loro infischiandosene dei regolamenti e dei contratti. E nonostante ciò, continuano a essere pagati come se niente fosse: se un operaio avesse un simile comportamento, verrebbe licenziato i tronco. Anzi, viene licenziato anche se non ha fatto nulla, solo perché la ditta per cui lavora non lo ritiene più utile. E non prende certamente gli stipendi di cui si è parlato sopra: buona grazia se supera i mille euro al mese e con essi ci deve campare, pagare le tasse, le bollette, l’affitto (o il mutuo), l’auto, sempre poi che non abbia anche figli da mantenere, e sperare che non capiti qualcosa d’imprevisto.
Tutto ciò è stridente. Da una parte chi ha poco (ma ci sono tanti che non hanno niente) e cerca in ogni modo di sopravvivere; dall’altra chi ha troppo e lo sperpera, usandolo come carta igienica, scapricciando e avendo atteggiamenti da bambini fin troppo viziati.
Ci dovrebbe essere un limite a tutto. Purtroppo il mondo sta impazzendo e non si vuol far nulla per farlo rinsavire.
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