Alle volte si vorrebbe scrivere altro, ma ci sono cose che vanno mostrate e di cui occorre parlare. Tante sono le polemiche nei confronti del governo e le reti televisive pubbliche, per molti divenute fonte di propaganda del governo, al punto da soprannominarle Tele Meloni; tutto questo non è certo nuovo, dato che una cosa simile accadeva già al tempo dei governi Berlusconi. Tuttavia, succede che certi fatti sono così grotteschi da non meravigliarsi se ci sono contestazioni. Ormai delle uscite infelici di Lollobrigida e Sangiuliano si è perso il conto (tra quelle del ministro della cultura vanno annoverate quella di essere giudice del premio Strega e il suo non aver letto “approfonditamente” (aggiunta dove aver fatto intendere di non aver letto i libri) i testi in concorso, di aver asserito che Dante era fondatore del pensiero di destra e che Colombo si era ispirato a Galileo Galilei (nato decine d’anni dopo la scoperta dell’America) per i suoi viaggi), però l’ultimo fatto avvenuto è sia grave sia ridicolo: Sangiuliano va al Taobuk e viene fischiato. Ma i fischi nel video trasmesso dalla Rai sono spariti e al suo posto ci sono applausi. La Rai interviene per dire che non è stata lei (responsabilità appartente, secondo la Rai, agli organizzatori di Taobuk). Questa cosa, oltre a falsare gli eventi, può che essere presa come propaganda per il ministro e il governo; ricorda un vecchio film, Fuga per la vittoria, dove, durante la partita tra nazisti e Alleati, il commentatore nazista metteva applausi finti per far credere che il pubblico incitasse il bel gioco della squadra tedesca, quando invece il pubblico se ne stava in silenzio.
Quello che fa sorridere, ma è un sorriso amaro, è che solo un giorno prima Salvini aveva parlato di ditttura delle minoranza: secondo il ministro, “C’è la minoranza che spesso e volentieri si comporta da maggioranza, pretendendo di imporre alla maggioranza politica e culturale del paese il suo modo di vivere e ragionare. Semmai quindi qua c’è il problema della dittatura delle minoranze, non il contrario”. Il suo intervento è nato in risposta alle parole di Mattarella: “Non trasformare il diritto della maggioranza a governare in un assolutismo della maggioranza; bisogna rimanere coscienti dei propri limiti nell’esercizio del potere: il “dovere di governare” non può mai significare una restrizione dei diritti da parte della maggioranza nei confronti della minoranza.”
E visto che per qualcuno le minoranze sono un problema, ci si domanda se, sempre per quel qualcuno, la soluzione sia come quella del film It – Capitolo 2, dove un omosessuale viene pestato a sangue e poi buttato da un ponte.
Una possibilità neanche tanto immaginaria, dato che in parlamento, forze della maggioranza hanno aggredito in branco il deputato Donno, prendendolo a calci e pugni (un fatto che ha ricordato lo squadrismo); un’aggressione che poi semplicemente è stata fatta passare dalle forze di governo come disordini.
Quale sia la direzione presa da questo governo italiano è chiaro; occorre vedere se la maggioranza delle persone che lo hanno votato capisca l’errore che ha commesso.
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