Secondo la tradizione cristiana, alla nascita di ciascun individuo viene dato un angelo custode che è sempre al suo fianco, consigliando, proteggendo; una figura così forte al punto da avere una preghiera appositamente dedicata a essa (Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste). Molto conosciute le immagini che lo rappresentano come un essere umano dotato di ali e un’aureola, spesso vestito di bianco (come per esempio nel mosaico dell’Annunciazione nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma.)
Similmente, nella tradizione cabalistica, le persone nate in un certo periodo hanno un determinato angelo custode che non solo li protegge, ma gli conferisce anche doni e poteri; è così, per esempio, che chi è nato dal 21 al 25 marzo ha Vehuiah come angelo custode, permettendo di rivelare i segreti e i misteri della personalità e di comprendere ciò che ha condotti a essere quello che si è. Attraverso la preghiera a questo angelo è possibile interpretare chiaramente gli avvenimenti della propria esistenza. (1)
Essendo uno degli archetipi, l’angelo custode è presente in ogni cultura, assumendo, a seconda dell’epoca in cui vivono le persone e dei costumi della civiltà di quel tempo, sembianze differenti (alle volte pure inusuali, che fanno pensare a tutto, tranne a quella che è la sua natura). Ma quale che sia il suo aspetto, il suo ruolo di protettore rimane invariato, prendendosi cura di chi è sotto la sua tutela; un ruolo che lo fa intervenire quando c’è realmente bisogno, lasciando che il protetto faccia le sue scelte e segua la strada che ha deciso d’intraprendere, senza essere invadente e castrante (evitando così di creare dipendenza e deresponsabilizzando), perché troppa compassione, generosità, può essere controproducente e creare danno, così da non essere più un aiuto, ma un impedimento. Ne è esempio la società attuale, irresponsabile ai massimi livelli, dove ci si aspetta sempre che sia qualcun altro a risolvere le questioni, dove nessuno fa qualcosa in prima persona per venire a capo di difficoltà e problemi, bloccati in un mare di accidia che impaluda sempre più.
1- Angeli e Arcangeli, pag.23. Haziel. Oscar Mondadori 2008
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