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L'importanza della tv nell'educazione dei più piccoli

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«Datemi un bambino nei primi sette anni di vita e io vi mostrerò l’uomo», recita un celebre motto gesuita, a indicare quanto è importante questo periodo della vita per lo sviluppo dell’individuo.
In questa frase c’è molta saggezza, ma quanti nella nostra società riescono a coglierne appieno la potenza e il significato? In un periodo così delicato e importante dello sviluppo, pochi danno peso a come si educano e si crescono i piccoli, comportandosi spesso in maniera superficiale.
Quanto mostrato nella seguente indagine è abbastanza indicativo su come ci si muove per la crescita dei figli; non è proprio recente (risale a cinque anni fa), ma comunque serve per farsi un’idea della situazione.
Nell’indagine si parla di tecnologia e media, ma non di libri e letteratura, a indicare come l’Italia sia un paese dove la maggior parte delle persone legge poco o niente (riferendosi a libri e riviste, non alla lettura di commenti su social o cose simili).
Lettori MP3, iPod, iPad, Tablet, radio, e-book sono i mezzi tecnologici meno utilizzati; meglio i cellulari, i lettori dvd, le console di videogiochi. Le posizioni dominanti appartengono al pc e alla tv, con quest’ultima che occupa il primo posto.
Soffermiamoci proprio sulla tv e vediamo cosa i piccoli guardano: è normale e logico che seguano i canali tematici a loro dedicati (ma non solo quelli). Boing, Italia1, K2, Rai yoyo, Rai Gulp, Cartoonito, Frisbee, Super!, sono i programmi più seguiti con i loro cartoni animati e le serie tv dedicati ai più giovani. Magari un adulto è poco obiettivo nel dare il giudizio su tali programmi, ma vedendoli ci si pone il quesito se quanto fatto vedere è davvero educativo e aiuta lo sviluppo e la crescita dei bambini. Fare un paragone con il passato può risultare poco consono, ma ci si domanda perché si propinano certi cartoni animati. Sì, perché quando si ha a che fare con serie tipo Peppa Pig e Spongebob, sorgono parecchi dubbi sul tipo di educazione che si vuol far passare. Un’educazione limitante, pregiudiziale, che vuole far passare un certo tipo di messaggio; se si dà un occhio ai vari programmi, si nota che quanto proposto è tutto sulla stessa onda, ovvero il non voler far pensare. Perché si passano questi programmi?
I casi sono tre.

1. Ci sono pochi soldi e si acquistano le serie che costano meno.

2. Si pensa che, essendo bambini, vada bene tutto, tanto non sono in grado di distinguere la buona qualità dalla mediocrità.

3. La scelta è voluta perché si vogliono crescere le nuove generazioni limitate e condizionabili: in questo modo, fin da piccoli, non si abitua la gente a pensare.

In tutti e tre i casi risiede una parte della realtà; anche se si rischia di passare per individui che puntano alla malafede, la terza opzione è quella a cui più si propende. La società e il sistema, come tanto dimostra il modo di fare dei politici e degli imprenditori, vogliono persone che obbediscono e non pensano con la propria testa; se ci si pensa è sempre stato così, ma le cose in questi ultimi anni sono decisamente peggiorate.
DuckTalese, serie animata trasmessa in tv negli anni '80Potrà essere il solito “le cose andavano meglio nel passato”, “quelli sì che erano bei tempi”, ma se si fa un paragone a quello che veniva proposto alle generazioni precedenti, quello che viene passato in tv adesso ne esce totalmente sconfitto, sia riguardi i bambini, sia riguardi gli adolescenti. Negli anni ’70 e ’80 c’erano i cartoni animati sui Masters of the Universe, sui robottoni (Mazinga, Ugo Robot, Voltron, Gundam, ma anche perle come Fortezza Superdimensionale Makross, conosciuta in Italia perché facente parte della serie Robotech), quelli di Bim Bum Bam (i famosi Belle e Sebastien, Mila e Shiro, i Puffi, Holly e Benji, Lady Oscar , Candy Candy, Georgie, questi ultime tre adatti a un pubblico più da adolescenti che da bambini), i Ducktales. Negli anni ’90 si hanno poi avuto serie del calibro di Patlabor, Gargoyles-Il risveglio degli eroi, I pirati dell’Acqua Nera.
Viene naturale, avendo vissuto nei periodi citati e vivendo in quello presente, farsi certi quesiti e domandarsi dove si vuole arrivare.