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Sui cartoni animati e sull'educazione

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capitan-harlockNegli anni ’80 c’è stata la polemica contro i cartoni animati che venivano trasmessi in televisione, ritenuti non solo inadeguati per i bambini perché ritenuti violenti, ma soprattutto perché considerati diseducativi. E’ vero che alcuni di essi non erano proprio adatti per un pubblico di bambini, dato che affrontavano trame e tematiche adatte ad adolescenti e oltre (vedasi Lady Oscar, Georgie, Candy Candy), ma considerare serie animate come Capitan Harlock, Robotech (per non parlare di altri anime sui robot) prodotti violenti che insegnano solo negatività e sono causa di male è stata dimostrazione d’ignoranza e del fatto che si va dietro come un gregge al primo che la spara grossa: masse di genitori si sono scagliati contro di essi senza saperne nulla
Invece c’è molto di positivo in queste serie, trasmettendo valori come la libertà, il lottare per le cose importanti quali il rispetto per la dignità umana, gli affetti, i diritti, l’opporsi alla tirannia, la comprensione per il diverso.
Non parliamo poi delle crociate contro il fantasy, i giochi di ruolo, considerati istigatori del male, traviatori di menti: non sono stati rari casi di membri degli ordini ecclesiastici che li hanno additati come il mezzo con cui il Maligno s’impossessa dell’anima di giovani menti per agire sulla Terra e fare il male. I romanzi di tale genere (comprese perle come Il Signore degli Anelli e La Storia Infinita) sono stati considerati libri che sarebbe meglio mettere al bando. Giochi come D&D sono stati ritenuti come i generatori di gesti folli da parte di alcuni individui (non si è mai considerato invece che le cause affondavano altrove, come ad esempio situazioni familiari disastrate, le reali fonti di un grave malessere e disagio); perfino giochi di carte come Magic sono stati visti come simbolo del Diavolo perché al suo interno avevano figure che rappresentavano demoni e creature infernali (senza prendere però in esame che in tale gioco esistono carte che rappresentavano angeli, paladini, chierici e tutte le forze della luce che si oppongono a quelle delle tenebre; non si tiene conto che in questo passatempo sono rappresentate tutte le creature appartenenti ai miti e alla fantasia).
Tutte queste affermazioni sono state e sono solo strumentalizzazioni d’integralisti per fomentare campagne di censura e odio, basate sull’ignoranza e sull’ottusità per imporre un proprio punto di vista limitato e dannoso. Invece di cercare il male dove non c’è, si rifletta sul fatto che il peccato è nella mente di chi guarda e su quello che viene proposto oggi giorno e sui messaggi che vengono fatti passare.
Ci sono libri che vertono sulle perversioni sessuali (le varie Sfumature), mentre il fantasy attuale (contro cui non viene detto, anzi spesso lo si esalta) si concentra sulle turbe ormonali degli adolescenti lasciando perdere qualsiasi valore morale. Sul fronte cartoni animati non si va certo meglio, dato quanto viene proposto per i bambini, come a esempio Peppa Pig. Si faccia attenzione ai messaggi che vengono fatti passare (si legga questo articolo in proposito): è pieno di cliché,  di classificazioni, luoghi comuni che tanto si sono cercati di superare (quali a esempio che i maschi giocano solo con dinosauri e macchinine e le femmine solo con le bambole, che gli uomini vanno al lavoro e le donne stanno a casa). Si propongono modelli limitati ed edulcorati, quando invece si sa che la realtà è molto più complessa e difficile e non fa sconti solo per il fatto che si è bambini. Il limite di tale cartone (oltre al fatto che è disegnato veramente male) è che trasmette insegnamenti che non sono di grande aiuto perché si deve fare i conti con una realtà molto diversa e lo fa in una fascia d’età dove il segno viene lasciato con grande forza (non per nulla Pestalozzi diceva “Datemi un bambino fino a 7 anni e poi tenetevi tutto il resto: quel bambino sarà sempre dalla mia parte” perché aveva capito che la formazione delle strutture fondamentali dell’identità della persona avviene nei primi 7 anni di vita); senza contare che è anche diseducativo e maleducato con tutti i peti, i rutti e rotolamenti nel fango che ci sono in ogni puntata (non credo che un genitore sia contento per il figlio che s’imbratta da capo a piedi).
Un prodotto tanto celebrato da cosiddetti esperti (che però tanto esperti dell’infanzia non devono essere visto cosa propongo), che assurge a dare un modello per formare i bambini in maniera standardizzata, ma è una cosa vuota, che non adempie al ruolo che gli spetterebbe. Ben si adattano a questa situazione le parole di un vero esperto quale Bruno Bettelhein:
“La maggior parte di questi libri sono tomi superficiali e inconsistenti che non si può cavarne molto di significativo. L’acquisizione di capacità, compresa quella di leggere, perde di valore quando ciò che si è imparato a leggere non aggiunge nulla d’importante alla nostra vita.
Tutti noi tendiamo a stabilire i futuri vantaggi di un’attività sulla base di quanto offre al presente. Ma questo è particolarmente vero per il bambino, che, molto più dell’adulto, vive nel presente e, benché abbia delle ansie circa il suo futuro, ha soltanto le più vaghe nozioni di quelle che potranno essere le sue esigenze o di come potrà essere il suo domani. L’idea che l’apprendimento della lettura possa consentire a una persona di arricchire più tardi la propria vita viene percepita come una vana promessa quando le storie che il bambino ascolta, o è già in grado di leggere, sono vuote. La caratteristica peggiore di questi libri per l’infanzia è che essi privano il bambino di quanto egli dovrebbe ricavare dall’esperienza della letteratura: l’accesso a un significato più profondo, e particolarmente valido in relazione al suo stadio di sviluppo.”
(1)

1 – Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, pag. 10. Bruno Bettelheim. Feltrinelli, 2012