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Il magazzino dei mondi 2

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Lati Oscuri

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Da molti L’Ombra dello Scorpione viene considerata l’opera migliore di King, un romanzo denso che racconta la caduta della civiltà e il rialzarsi dell’uomo da una catastrofe che l’ha quasi portato all’estinzione. Un romanzo sia corale sia individuale, che lascia riflessioni non da poco su che cos’è la società, su come in apparenza sembra destinata a perpetrarsi perchè la vita è una tal ruota che nessuno è capace di resistere in piedi a lungo. E sempre, alla fine, si torna allo stesso punto. E come dice Stuart rispondendo alla domanda di Frannie se la gente impari mai qualcosa, non si ha risposta, perché l’animo umano è troppo complesso, troppe sono le parti oscure che sorgono in esso. Parti oscure che spesso non ci si accorge nascono da piccoli eventi, scelte che non si considerano importanti, ma che unite le une alle altre vanno a creare una parte di sé che conduce a una strada dalla quale non c’è ritorno, di cui si è i soli responsabili, dato che c’è sempre una possibilità di scelta, cosa di cui s’accorge Harold. Il più è saperla cogliere, riuscire a fare il salto, trovare il coraggio di fare quel passo avanti che può cambiare l’esistenza e non far vivere nel rimpianto (e non come succede a Nadine che rimane in attesa aspettando la grande occasione, perché se arriva, non sempre è come ce la si è aspettata, anzi: questo continuo rimandare, procrastinare, fa trascorrere una vita che alla fine reclama un prezzo da pagare, perché vivere nell’attesa consuma in una maniera che non si può immaginare, lasciando senza niente), di lasciare indietro il passato, ciò che si è stato, i rancori, gli oltraggi subiti. Ma alle volte tutte queste cose creano ferite così profonde, lasciano segni così marcati da creare ossessioni di una forza che non dà tregua, facendo ristagnare in paludi mortifere, che possono solo portare a un’esplosione che fa fuoriuscire tutto quel veleno che è andato a inquinare la vita; perché per ogni cane, il giorno buono arriva, prima o poi.
E’ vero che la decisione finale di come agire spetta solo all’individuo, ma quanta influenza hanno i comportamenti altrui, quanto potere hanno i gesti, le parole che si rivolgono agli altri? Quanto di quello che si fa può far nascere un senso di rivalsa/ribalta, un rendere quanto avuto, negli altri? Bisogna stare molti attenti a come si agisce, perché anche la persona più saggia non riesce a prevedere le reazioni che si possono scatenare da certe scelte.
Per questo la comprensione, il saper accorgersi, l’osservazione, l’attenzione sono così importanti, perché la chiusura verso gli altri e i loro bisogni non li spingano a rivolgere lo sguardo verso l’oscurità. E l’oscurità non ricambi quello sguardo, facendo perdere la dignità e la sanità di mente e di giudizio, spingendo verso la follia.